da Graziano Fronzuto | 8 Mag, 2022 | Musica
Les Orgues de la Cathédrale de Malaga
Maria Grazia Filippi e Monica Henking (duo di organiste)
Organi della Cattedrale di Malaga
CD Arion ARN 68047
Come in molte cattedrali spagnole, anche nella cattedrale di Malaga esistono due organi settecenteschi posti uno di fronte all’altro sotto l’ultima arcata della navata prima del transetto. Qui i due organi, quasi gemelli, furono costruiti da Don Julian de la Orden in casse riccamente intagliate da Don José Martin Aldehuela e inaugurati nel 1781 e nel 1783. Si tratta dii strumenti di grandi dimensioni, con tre tastiere e pedaliera di 12 note, ciascuno con oltre 100 registri spezzati in bassi e soprani.
Le due organiste Maria Grazia Filippi e Monika Henking provengono da scuole diverse, ma hanno avuto un grande maestro in comune: Anton Heiller di cui sono state allieve in corsi di alto perfezionamento musicale. Ciò consente alle due organiste un affiatamento raro che spicca in modo inequivocabile nei brani per due organi.
I brani incisi sono nell’ordine: Antonio Soler, Concerto n.1 per due organi; Sonata in Re minore eseguita dalla sola Maria Grazia Filippi, Concerto n.6 per due organi; Anonimo, Ligaduras du 3e ton eseguita dalla sola Monika Henking; Anonimo, Tiento Lleno de 2e Ton eseguita dalla sola Monika Henking; Juan Baptista Josué Cabanilles, Tiento de falsas du 1e ton eseguito dalla sola Maria Grazia Filippi; Josef Barrera, Sonata per due organi e ancora una Sonata per due organi dello stesso autore.
Questi ultimi due brani sono stati incisi per la prima volta su questo CD, che è anche il primo inciso con i due organi della cattedrale di Malaga.
Gli organi hanno timbri brillanti e sfolgoranti: i concerti di Soler e le Sonate di Barrera spiccano per la loro bellezza e per la sapienza con cui gli strumenti vengono utilizzati dalle due bravissime interpreti. Anche nei brani “a solo” spicca la bravura delle due interpreti che sembrano permeare con la propria personalità le note dei brani loro affidati, rendendo personali le interpretazioni pur nel rispetto dello spirito dei brani, cosa che appare più difficile a farsi che a dirsi.
Il libretto, in Francese ed in Inglese, descrive i due organi e i pezzi registrati e i curricula delle due interpreti né mancano le lunghissime disposizioni foniche dei due strumenti. Un po’ piccola la foto di copertina che cerca di inquadrare la mostra principale dell’organo di sinistra e la mostra posteriore dell’organo di destra di questi due organi giganteschi per l’epoca in cui furono costruiti.
Il CD merita ampiamente di far parte delle collezioni degli appassionati, soprattutto per la rarità dei brani ascoltabili e per la bellezza dei due organi registrati qui per la prima volta, come dicevamo, che rendono piena giustizia alle esecuzioni a doppio organo tipiche della storia della musica organistica spagnola.
Maggio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 5 Mag, 2022 | Musica
Southwark Cathedral Lewis Organ
Peter Wright
CD “Priory Great European Organs no. 35”
Ascoltare sia pure in CD uno degli organi migliori di Londra è sempre un piacere, specie quando si tratta dell’organo Lewis del 1897 della cattedrale di Southwark (una delle zone della greater London).
L’organista titolare Peter Wright si dedica ad un repertorio esclusivamente francese: Trois Pièces Op.7 pour orgue di Augustin Barié; Syphonie pour orgue Op.5 sempre di Barié; Le Tombeau de Titelouze Op.38 di Marcel Dupré.
I brani dell’ingiustamente poco conosciuto Barié ben si adattano all’organo inglese su cui sono proposti; probabilmente perché la personalità dell’artista era particolarmente poliedrica e non legata alle sonorità degli organi Francesi. Diverso il discorso per la monumentale Suite Le Tombeau de Titelouze (ben 16 tracce) più adatta per gli organi francesi ma di raro ascolto per le sue impervie difficoltà per cui l’adattamento di Wright risulta piacevole e molto interessante.
La cattedrale di Southwark è un antico edificio gotico di straordinaria bellezza e unità stilistica ed in essa vi è stato collocato un organo sin dai tempi più remoti. Questo del CD è stato costruito nel 1897 da T.C.Lewis ed è probabilmente il suo capolavoro; collocato a pavimento a metà navata diffonde le sue note in un ambiente grandioso e risonante.
La presa del suono dei tecnici della Priory è impeccabile, degna degli alti standard della casa inglese, tanto da rendere perfettamente le sfumature più raffinate dei pezzi registrati.
Ovviamente si sarebbe preferito un repertorio Inglese, ma anche questo Francese è ben adeguato all’organo grazie anche alla performance di Wright, impeccabile (anche se un po’ più di rubato qua e là non avrebbe nuociuto ai brani eseguiti)..
All’ascolto si ha subito l’impressione di avere a che fare con un organo eccezionale, dai timbri fortemente caratterizzati, dal singolo Flauto o dalla singola Ancia solista alle grandiosità dei FFF; si viene così a dare pienamente ragione a coloro che hanno lasciato da sempre l’organo intatto, provvedendo alla sola manutenzione ordinaria senza mai apporre modifiche.
Il libretto -esclusivamente in Inglese- è costituito da un unico foglio ripiegato più volte su se stesso. Vi sono note sui testi, la disposizione fonica dell’organo, una foto e il curriculum dell’organista. In copertina c’è una foto dell’organo.
Consiglio questo CD a tutti gli appassionati d’organo poiché l’organo della Cattedrale di Southwark è fra i migliori di Londra e perché le interpretazioni di Wright meritano l’ascolto, peraltro il repertorio è così raro che è difficile trovarlo in altre incisioni.
Maggio2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 1 Mag, 2022 | Musica
Matthias Weckmann Organ Works Vol. I
Organo Arp Schnitger della Jakobikirche di Amburgo
Wolfgang Zerer
CD “Naxos” 8.55.3849
Questo CD ha il pregio di mostrare le qualità compositive di Matthias Weckmann e quelle foniche di Arp Schnitger (il suo famoso organo della Jakobikirche di Amburgo). Le opere di Weckmann registrate sono: Kommt heiliger Geist, Herre Gott, Primus Versus, Secundus Versus auff 2 clavir, Tertius Versus a 3; Preambulum Primi Toni a 5; Canzon in D minor; Fantasia ex D; Ach wir armen Sὒnder, Versus 1 Choral in Ten, Versus 2 a 2 clav. E Ped, Versus 3 a 2 clav.; Gelobet seystu Jesu Christ (II), Primus Versus a 4, Secundus Versuss auff 2 clavir, Tertius Versus a 3 Voc; Gott sey gelobet und gejemedeiet, Primus Versus a 4, Secundus Versus auff 2 clavir; Toccata dal 12 Tuono (in C); Canzon dall’istesso Tuono (in C); Es ist das Heyl uns kommen her, Primus Versus a 5 Voc Im vollen Werck, Secundus Versus Manualiter Canon in Hyperdiapente pest minimam, Tertius Versus auff 2 clavir, Quartus Versus a 3 pedaliter Canon in subdiapason post Semiminimam, Quintus Versus a 3 Pedaliter Canon in diapente post semiminimam, Sextus Versus auff 2 clavir, Septimus et Ultimum Verso Corali m Tenor Manualiter et Pedal.
Come si vede, prevalgono le elaborazioni di versetti di Corali Luterani che esprimono la maestria di Weckmann nel rielaborare materiale tematico e piegarlo alla propria veduta artistica. Zerer si destreggia bene nell’ardua impresa di interpretare correttamente (cercando di avvicinarsi alla pratica compositiva del XVII sec.) tanto materiale. E’ vero che si tratta di brevi pezzi, ma sono in tutto ventitré e tutti alquanto impegnativi per l’esecutore, come si sente molto bene soprattutto negli ultimi sette.
L’organo è quello su cui Weckmann fu organista in quella chiesa, sebbene danneggiato durante le due guerre mondiali, è stato ricostruito nelle parti mancanti o alterate da Jurgen Ahrend nel 1993 e si presta molto bene alle sue musiche.
Il libretto è in Inglese, Tedesco e Francese; c’è la disposizione fonica dell’organo e una sua foto peccato però in bianco e nero che non rende giustizia allo strumento. Ci sono note sulle musiche eseguite e un curriculum dell’organista (solo in Inglese però).
Il CD è inciso molto bene e rende al meglio le strette polifonie di Weckmann e i passaggi in Cantus Firmus per cui si ascoltano chiaramente le voci di ogni singola composizione le la brillante intonazione dell’organo veramente degna di nota. Dal FF del Es ist das Heyl uns kommen her, Primus Versus a 5 Voc Im vollen Werck (espressamente prescritto dall’Autore), ai passaggi con registro solista dei pezzi per due manuali, l’organo risponde magnificamente sotto le abili mani di Zerer, che si mostra un ottimo interprete del repertorio prescelto.
Consiglio questo CD a tutti gli appassionati d’organo poiché Arp Schnitger fu un grandissimo organaro e la musica di Weckmann ne esalta le caratteristiche foniche e viceversa la musica di Weckmann esalta le caratteristiche timbriche dell’organo di Arp Schnitger.
Maggio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 22 Apr, 2022 | Musica
Franz Joseph Haydn
Musica instrumentale sopra le 7 ultime parole del nostro Redentore in croce
Sette Sonate con un’introduzione e alla fine un Terremoto
Edoardo Bellotti e Maurizio Salerno ai due organi Mascioni di Santa Maria della Passione – Milano
CD “Amadeus” AM 161
Franz Joseph Haydn compose queste Sette Sonate nel 1786 per un organico strumentale orchestrale su commissione di un Canonico di Grotto di Santa Cueva, vicino Cadice, per le cerimonie del venerdì Santo che si tenevano in cattedrale. Lì il venerdì Santo il Vescovo saliva sul pulpito di una chiesa adornata di drappi neri ed illuminata da una sola fonte di luce artificiale (un grosso candelabro) e pronunciava la prima delle sette parole di Cristo e vi teneva un discorso, poi scendeva, si sedeva sul trono vescovile per qualche minuto e tornava sul pulpito dove pronunciava la seconda parola e un secondo discorso, poi discendeva e si sedeva e così via per tutte e sette le parole di Cristo sulla Croce. La musica doveva accompagnare gli spazi di silenzio: si trattava di scrivere sette adagi di circa dieci minuti di durata senza annoiare gli ascoltatori, cosa che fu difficile -per sua stessa ammissione- allo stesso Haydn.
Successivamente Haydn trascrisse le sue musiche per quartetto d’archi e infine lo trasformò in oratorio con testo appositamente scritto e rivide l’orchestrazione aumentando il numero e la varietà degli strumenti a fiato.
La versione per due organi si basa su una riduzione per clavicembalo o fortepiano edita da Artaria nel 1787 e approvata dallo stesso Haydn e fa riferimento alla presenza in quasi tutte le chiese più importanti della Spagna di due organi affrontati nel presbiterio cosa che fa ritenere che esecuzioni a due organi fossero già in uso ai tempi di Haydn subito dopo la consegna del lavoro nel 1786.
L’opera è così articolata: Introduzione; Sonata I “Pater dimitte illis, quia nesciunt quid faciunt”; Sonata II “Hodie mecum eris in Paradiso”; Sonata III “Mulier ecce filius tuus”; Sonata IV “Deus Meus, Deus Meus, utquid dereliquisti me?”; Sonata V “Sitio”; Sonata VI “Consummatum est”; Sonata VII “In manus tuas. Domine, commendo spiritum meum”; Terremoto.
Effettivamente, tranne l’introduzione di 4 minuti e il Terremoto di 2 minuti, si tratta di sette Adagi della durata di quasi dieci minuti ciascuno. Tutti bellissimi, per carità, ma effettivamente Haydn, nonostante sia un genio universalmente riconosciuto, non riesce a tenere alta l’attenzione dell’ascoltatore per tutte e sette le Sonate ed è facile, nell’ascolto, distrarsi.
I due organisti Edoardo Bellotti e Maurizio Salerno, rispettivamente maestro e allievo, si impegnano al massimo e sfruttano tutte le gamme sonore degli organi a loro disposizione per evitare l’effetto assuefazione e devo dire che lo fanno piuttosto bene.
Gli organi sono quelli della chiesa di Santa Maria della Passione di Milano, la più vasta chiesa della città dopo il Duomo, collocati al di sotto dei pennacchi absidali della cupola. Quello di sinistra, ad un solo Manuale e pedaliera Italiana di limitata estensione è stato ricostruito nel 1985 da Mascioni con i resti di materiale antegnatesco; quello di destra, a due manuali e pedaliera, è stato costruito ex-novo nel 2001 e si amalgamano molto bene nonostante le differenti intonazioni; diciamo che non sono gemelli ma complementari l’uno all’altro (in Spagna invece è facile trovare organi pressocché gemelli) e ciò ravviva l’interpretazione dei sette lunghi Adagi di cui si parla. Gli organi sono contenuti in casse identiche di ricchissima fattura barocca, ligneodorate e riccamente intagliate, su cantorie altrettanto decorate e ante dipinte da maestri pittori del seicento. Guardandoli dalla chiesa, fanno un bellissimo effetto.
L’interpretazione del duo Bellotti/Salerno è senza dubbio interessante, ben calibrata e con i giusti cambi di registri e gli effetti di piano e forte che si odono durante l’esecuzione dei brani. I due organi, nella loro complementarietà, rispondono bene alle facoltà interpretative dei due organisti. Il duo è ben affiatato, nonostante si tratti di un maestro e di un suo allievo, e ciò fa pensare alle pratiche interpretative a due organi nelle chiese Spagnole dove appunto un organo era suonato dal Maestro e l’altro da un suo allievo.
Il libretto -tutto in Italiano- è stato redatto da Alessandro De Dei e descrive benissimo tutti i brani registrati, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista più genericamente artistico. Mancano purtroppo le descrizioni degli organi e le disposizioni foniche, mentre i curricula dei due organisti sono riportati nella rivista cui il CD è allegato. Tuttavia le notizie si possono reperire QUI dove si scopre che l’organo di sinistra ha tastiera unica di 57 note (Do1-Do6 con prima ottava “corta”) e l’organo di destra ha due tastiere di 68 note (Fa-1-Do6), cosa piuttosto rara.
Un ultima “chicca” è che si tratta di una registrazione inedita: prima di questo disco nessuno aveva mai inciso quest’opera di Haydn usando due organi, mentre sono reperibili in commercio i CD della versione oratoriale (anche quella solo strumentale è piuttosto negletta) né risulta che nessun altro abbia fatto altrettanto in seguito. Si tratta dunque di un “unicum” che mi permetto di consigliare a tutti gli amanti della musica organistica e anche agli appassionati di Haydn o della musica del periodo classico, non ne rimarranno delusi.
Aprile 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 22 Apr, 2022 | Musica
Francesco e Piergino Maurelli (organo a 4 mani)
Organo della Cattedrale Santa Maria Assunta a Pontremoli
Organo Balbiani (1961) ampliato da Chichi (1972(
CD VIDEORADIO VR CD 000380
Nella cattedrale di Pontremoli esiste attualmente un grande organo costruito dalla ditta Balbiani (1961) sulla cantoria sopra l’ingresso principale, inizialmente a due manuali (G.O.-Exp) poi ampliato con un corpo corale collocato nei matronei con un’ulteriore tastiera dalla ditta Chichi (1972). Gli organisti titolari, cosa più unica che rara, sono due gemelli omozigoti (gemelli identici): Francesco e Piergino Maurelli che hanno studiato con Claudia Termini ed hanno inciso un CD di musiche eseguite a quattro mani e quattro piedi, cosa anche questa più unica che rara.
Nell’ordine: Wolfgang Amadeus Mozart, Fantasia in Fa minore K608 e Fantasia in Fa minore K594; Johann Christian Bach, Duetto; Ludwig van Beethoven, Adagio per orologio meccanico; Johann Christoph Kellner, Quartetto; Gioacchino Rossini, Sinfonia da “Il Barbiere di Siviglia” per due organisti.
Come si vede, il repertorio è sufficientemente vasto nella sua rarità. Dalle sonorità variegate della Fantasia K608 di Mozart (che è stata scritta per orologio meccanico, cioè per un carillon il cui rullo fonotattico dura circa 12 minuti) alle idilliache atmosfere di J.C.Bach e di Beethoven (anche questo scritto per orologio meccanico, cioè per un carillon il cui rullo fonotattico dura almeno 6 minuti) fino alle spumeggianti atmosfere della celebra Sinfonia di Rossini.
L’affiatamento tra i due organisti è da manuale e forse si deve proprio all’essere gemelli identici, fattore che non va trascurato per l’analisi delle interpretazioni. Vi è sufficiente pathos romantico e vi è la padronanza assoluta del grosso strumento pontremolese.
La presa del suono è buona e gli impasti sonori dell’organo risultano in tutta la loro bellezza “balbianesca”. La foto dell’organo che campeggia in copertina e sul dorso del CD fa vedere la mostra dell’organo composta da canne molto strette dell’ordine di 16’ probabilmente del Violone del Pedale.
Il libretto, tutto in Italiano, descrive l’organo e la sua disposizione fonica e il curriculum dei due organisti, di tutto rispetto, e si completa con le foto, purtroppo in bianco e nero, dello strumento e dell’abside della Cattedrale, oltre che dei due organisti.
Nessun cenno sui brani né sul loro adattamento all’organo a quattro mani e quattro piedi e ciò è un vero peccato perché si suppone che tale adattamento sia stato fatto dagli organisti stessi, ma appunto resta una supposizione in quanto il libretto non fornisce notizie in merito.
Tutto sommato il CD merita di far parte delle collezioni degli appassionati, soprattutto per l’unicità degli interpreti e per l’encomiabile affiatamento dimostrato nelle esecuzioni, oltre che per ascoltare un organo piuttosto bello quanto raro e di cui si hanno poche notizie.
Aprile 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 9 Apr, 2022 | Litterae, Musica, News
A tutti gli organisti e a tutti gli appassionati d’organo. Se vi trovate a Roma, evitate come la peste la chiesa di Sant’Antonio dei Portoghesi, piccolissima chiesa alle spalle della grandiosa basilica di Sant’Agostino.
In questa chiesa -nonostante come abbiamo detto sia piccolissima- è stato installato un organo Mascioni a ben 5 manuali su progetto di Jean Guillou che, come è facile capire, è sopradimensionato ed ottunde gli ascoltatori con la sua mole e la sua ipertrofia di registri. Tutto per la megalomania del rettore.
Ma il motivo per cui bisogna evitare questa chiesa come la peste è appunto il suo rettore, don Borges, che è del tutto insensibile agli organisti e alle loro istanze e non esita a sfoggiare villania e maleducazione per allontanarli anche se stanno semplicemente guardando la consolle dell’organo che troneggia in bella mostra nella navata (è più grande dell’altare maggiore quindi è anche impossibile evitarla). Io stesso sono stato apostrofato con volgarità (mi è sembrato di udire distintamente “Hinho de puta”) per aver solo osato provare a copiare i registri per l’appendice al mio trattato “organi di Roma”. Ha letteralmente dato in escandescenze inveendo ed imprecando contro di me!
Non portategli in regalo vostri CD o vostri libri, io l’ho fatto e me li sono visti respingere con un secco “no me interessa” invece che far finta almeno di ringraziare come buona educazione vuole. Libro e CD sono stati poi da me regalati al Cardinale Vicario Angelo De Donatis, che ha ringraziato e benedetto.
Per non parlare del sacrista, la maleducazione fatta persona. Insomma, se siete a Roma e volete visitare questa chiesa, non lo fate per la vostra buona salute e per evitare di essere maltrattati, insultati e apostrofati oltre che per evitare dolorosi mal di fegati. Evitatela come la peste. Fino a che ovviamente ci sarà don Borges. Bisogna attendere il suo trasferimento (o il suo requiem) cosa che gli auguriamo di cuore che avvenga al più presto. Del resto l’età ce l’ha e ha occupato la rettoria fin da troppo tempo. Nell’attesa, speriamo non lunga, evitate la chiesa come la peste credetemi.
Aprile 2022
Graziano Fronzuto