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L’impegno saggistico e creativo del Maestro Graziano Fronzuto, Organista di Musica Sacra.

L’impegno saggistico e creativo del Maestro Graziano Fronzuto, Organista di Musica Sacra.

Recensione di Bianca Maria Simeoni

Mi sono avvicinata all’ultima opera del Maestro Graziano FronzutoRilievi d’Organo” con la curiosità delle cose nuove, ma anche con la certezza di non potermi appassionare ad un volume di musica sacra, non essendo un’intenditrice. Credevo di non riuscire ad addentrarmi in un testo così specifico. Credevo, in verità, che sarei rimasta in superficie senza avere il desiderio di scendere in profondità.

Con indescrivibile stupore, già ad una prima lettura, ho interiorizzato ogni descrizione sapientemente intonata alla realtà delle parole che mi hanno introdotto in un pianeta ignorato da sempre.

Il testo, opera basata sulla descrizione di 54 CD di musica d’organo presentati attraverso un’accurata recensione critica, è un continuo sperimentare, con grande abilità, le strade impervie dell’evoluzione dell’organo, non di facile accesso, che già in sé costituisce una sfida e che Wolfgang Amadeus Mozart definì “il re degli strumenti”.

“Rilievi d’Organo”, raccolta di studi e importante catalogo, offre un’affascinante panoramica della storia e delle capacità espressive di questo nobile strumento musicale. Le riflessioni dell’autore si annodano in un vissuto che lega ricordo e quotidiano attraverso un vagabondare nella memoria e un subitaneo ritorno nell’attualità.

Graziano sente addosso il compito e il mestiere dell’uomo nell’impressione forte che porta alla luce: la pause che si avvertono sono silenzi condensati, sottesi e indefiniti che arrivano fino alla perduta ricerca dell’io attraverso la musica tradotta e creata in un mondo orfano di quiete.

Il Maestro Fronzuto, guidandoci nelle diverse fasi evolutive dell’organo, racconta un percorso complesso, non solo con l’esperienza e la competenza che lo contraddistinguono, ma con la capacità di riprodurre e armonizzare la prospettiva storica con quella artistica e creativa. Ed è anche in questo particolare approccio che si coglie la bellezza che Graziano sa esprimere e trasmettere accendendo le sintonie e ricomponendo i tasselli in un unico vivo fotogramma.

Al di là della conoscenza tecnica, questa è una percezione che gli proviene dalla sapienza dell’anima.

Organista, concertista e compositore, Graziano, che ha al suo attivo diverse pubblicazioni sugli organi a canne ed è membro di importanti associazioni musicali internazionali, rappresenta un universo mai perduto. Le esposizioni e le annotazioni nutrono l’immaginazione trasportandola nella sinfonia delle note decise e consapevoli che, dall’antico strumento, si diffondono potenti e arrivano dritte alla vera essenza.

Ed ecco l’emozione che pervade la mente impressionando la memoria e ricongiungendo quella parte di noi che sentivamo mancante.

Questo libro è stato il mio battesimo e, in un certo qual modo, la mia definizione. L’ho letto superando la dimensione spazio-tempo, con un passo forse spezzato di chi si meraviglia dell’astratto ma anche del concreto. Tutta la raccolta è innervata da un senso del divenire che ingloba passato, presente e futuro in un intreccio di dimensioni che si celebrano l’una nell’altra. L’immagine del cammino si realizza in un’impalpabile ingegneria delle parole tradotte in musica.

Ciò che regala il Maestro Fronzuto non è emozione segregata nelle pagine stampate, ma l’orizzonte che traspare in filigrana attraverso i testi a suggerire un disegno unitario ma nello stesso tempo composito e variegato.

Bianca Maria Simeoni è Premio Spoleto Festival Art Letteratura 2014

L’ars poetica è una predisposizione alla nascita, ma soltanto pochi sanno percorrerla, nella vita, in fusione con la vita stessa, per donarla ai lettori come invito all’incantamento verso l’io e l’altro, verso il mondo sotterraneo degli eventi e il palesarsi misterioso degli stessi, tra spinte contrapposte d’inquietudini e passioni.
Bianca Maria Simeoni è tra queste rare luci liriche, nasce poeta e, fedele al mandato, ne incarna l’arte e la dona.
Meritatissimo è, dunque, il Premio conferito da una giuria di eccellenze come quella del Festival Art Letteratura di Spoleto 2014 nel riconoscere il rilievo del suo percorso di scrittrice e letterata contemporanea degna di nota. Complimenti vivissimi a Bianca Maria Simeoni!

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(a cura di Rosanna Fronzuto)

Zenit. La poesia avrà futuro. Di Bianca Maria Simeoni.

Parole chiare della poetessa Bianca Maria Simeoni in favore del soffio espressivo di verità che la poesia offre a rappresentazione del mondo tangibile che ci circonda.
Madrina di Zenit, opera prima in versi a cura della nostra associazione culturale, Bianca Maria Simeoni ha omaggiato le autrici esordienti Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti e l’artista Silvia Castaldo presso Odradek in Roma, sabato 8 marzo 2014, con il sapiente messaggio rivolto agli infiniti orizzonti possibili della creatività artistica. Messaggio che riportiamo integralmente ringraziandola dei significati di stima e apprezzamento che la sua adesione di rilievo all’utopia Liber Exit testimoniano.

“Ringrazio l’Associazione “Liber Exit” per avermi invitata a partecipare a questa iniziativa, prima tappa di un progetto che intende dare voce ai talenti originali e fuori dagli schemi.
Per me è importante essere qui, non solo perché ogni spazio e luogo dedicati alla cultura sono uno stimolo per la mente, ma perché occorre testimoniare, anche a livello individuale, il proprio impegno e la propria partecipazione.
Oggi come oggi la salvaguardia e la diffusione della cultura sono delegate, per lo più, allo slancio volontario che si traduce spesso nell’associazionismo che è espressione delle forze vive della società.
Liber Exit significa cultura, comunanza d’intenti, aggregazione e valori condivisi, ed è proprio all’insegna di questi valori che si svolge l’iniziativa odierna, basata sull’affascinante sinergia di due forme espressive diverse ma tra loro complementari: poesia e arte visiva.
“Zenit”, è il titolo del volume di poesie di Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti. “Sembianze luminose” è il titolo della mostra che espone opere dell’artista Silvia Castaldo. Mi sembra di avvertire una invisibile corrispondenza tra questi due titoli, entrambi suggestivi. Ma non voglio aggiungere altro, perché ogni fruitore proietterà sulle opere le proprie percezioni.
Vorrei, invece, parlarvi del valore di comunicazione della poesia.
Poesia che è un lievito nascosto nella realtà di ogni giorno, che non sempre siamo in grado di cogliere. A volte esplode in maniera inaspettata – parla di esplosione, infatti, Consuelo Casini quando scrive: “la pulsione poetica è esplosa in una scrittura di getto” – e a volte si nasconde nei luoghi, nei paesaggi, negli atti o nelle parole di chi ci sta parlando.
La poesia è il palpito stesso della vita, il mistero della bellezza che continua ad affascinarci. Ce lo ricorda Simonetta Visconti quando scrive: “Trovo che la poesia è vita e la vita è poesia. Pura espressione d’amore illimitato e supremo”.
Tra i fattori di crisi della nostra epoca, una scarsa attenzione è riservata all’inquinamento delle parole. Eppure siamo bombardarti da parole “intossicate”: politica, pubblicità, talk-show… Occorre ritrovare gli spazi puri dell’immaginazione, i luoghi della mente.
Spesso la poesia viene giudicata inutile, sembra che non serva a nulla, è la più aerea fra le arti. Eppure Essa ci aiuta a dire la verità sulle cose, ci insegna a contemplare; attraverso la parola-rivelazione, che nel verso si materializza, prende la consistenza di un valore tutt’altro che effimero, e sostiene l’artista nella sua avventura.
C’è un fuoco che agisce dentro di noi che ci consuma e brucia, mentre la nostra anima attende ansiosa l’unico istante da strappare con prontezza alla mente: “l’istante prezioso dell’entusiasmo”, come lo definiva Paul Valéry, “che bisogna subito fissare prima che la mente stessa, lo riprenda, lo dissolva e lo rifonda in combinazioni infinite”.
Sono convinta che, nonostante tutto, la poesia avrà un futuro. E ne troviamo conferma in questo libro, espressione dell’impegno, della volontà e del desiderio delle tre autrici che ci suggeriscono, tramite i loro versi, che niente va mai perduto: né traccia né impronta né segno alcuno. Come scrive Roberta Petraglia con efficace intuizione: “Nel laboratorio primordiale delle emozioni accade che tutto si conserva e nulla viene perduto.
La poesia congiunge l’individuale all’universale.
Ecco cosa ci comunicano le tre autrici, ecco il valore di comunicazione della poesia.”

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In foto: Bianca Maria Simeoni by Giulia&Mau, 8 marzo, presentazione di Zenit.