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Zenit. Invito alla lettura di Alexandra Tempesta.

Zenit. Invito alla lettura di Alexandra Tempesta.

La poesia è come un vino d’annata, come la musica eseguita da una grande orchestra. Va degustata, ascoltata, assaporata in solitudineZenit è un libro da tenere sul comodino, da aprire e sfogliare nelle ore della notte. Queste pagine contengono versi, credetemi, straordinari. Hanno una forza, una potenza spesso liberatrice. Un linguaggio ricercato, un’introspezione unica e rara. Sono le poesie di tre donne, figlie, compagne, madri, che sognano e narrano in versi sciolti la vita per un viaggio nell’inconoscibile intreccio di passioni e inquietudini.
Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti, tre donne straordinarie, le cui parole possono intrecciarsi per creare nuovi orizzonti. Leggendo Zenit, la loro opera prima edita da Liber Exit, da scrittrice quale sono, mi sono divertita a comporre e scomporre i loro versi e ne ho tratto una poesia nuova, un qualcosa che nel libro non c’è, ma che lo rappresenta nell’unisono di voci creative e vibranti delle tre autrici esordienti. È quello che io ho colto e che voglio ritrasmettere così:

Si è posata sulla spalla
ha macchiato la pelle
del suo pulviscolo
facendolo cenere.
È volato via
polvere di un sogno
mai toccato.

Le mani danzano l’impazienza
e vorrei andare via da qui
ma il cuore si ferma
sui transiti delle tue ferite.

Non ci saranno confini per il mio amore.
Saprò sedermi e osservarvi camminare nel mondo
e quando tornerete, io ci sarò ancora.

Vi lascio così il mio invito a leggere e a far conoscere ad altri le loro poesie che sono come un carezza leggera piena di passione.

Alexandra Tempesta, scrittrice e giornalista, ha presentato Zenit, volume numero uno della collana Donne in Poesia, l’8 marzo 2014 a Roma presso Odradek, con questo singolare invito alla lettura scegliendo : “Polvere” di Consuelo Casini a pagina 9, “Prigioniera” di Roberta Petraglia a pagina 55 e “18/03/1993” di Simonetta Visconti a pagina 87.

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In foto: Consuelo Casini e Alexandra Tempesta

Sembianze Luminose. Vernissage di Silvia Castaldo.

da Odradek la Libreria nel cuore di Roma orario continuato al numero 57 in via dei Banchi Vecchi per gli appassionati di pubblicazioni editoriali di nicchia, dedicati ad adulti e bambini, e per gli estimatori del materismo che, dall’8 al 18 marzo 2014, possono apprezzare le opere di Silvia Castaldo esposte per il vernissage “Sembianze luminose” che l’artista definisce come lavoro recente, nato dall’elaborazione interiore di un viaggio ipotetico o fantastico, dove personaggi e oggetti si attraggono, si incontrano, si amano, sfiorandosi e deformandosi con dolore e consapevolezza per assorbire ognuno una luce diversa che li rende invisibili, ma luminosi e immortali. Un viaggio infinito che riguarda da vicino ciascuno di noi.
Un messaggio profondamente esistenziale da decodificare attraverso il filtro personale percettivo della realtà che Silvia Castaldo indaga e rappresenta in composizioni d’arte astratta a tecnica mista, con uso originale di colori acrilici, patine e garze su tela.

L’artista Silvia Castaldo nasce nel 1969 a Roma, dove vive e lavora. Si avvicina giovanissima alla pittura come strumento “relazionale”, come modalità interpretativa e comunicativa della realtà. La sua attenzione si sposta presto dal figurativo all’astrazione quale unica traduzione fedele della complessità del mondo esterno che la spinge prepotentemente verso l’uso della materia stessa.
La realtà diventa visione profonda, stratificata, cellulare, le immagini si trasformano in evanescenze oniriche come nel suo enigmatico sogno sfocato. Segni, colori, atmosfere si visualizzano nelle sue opere attraverso una ricca ricerca interiore dove il movimento assorbito fluidamente dalla materia intesse con profondo sentimento pittorico suggestive alternanze grafiche e tonali.” – scrive di lei Nicolina Bianchi.
Ispirandosi ai grandi maestri Kandinskij, Picasso, Malevich, Fontana e Burri, Silvia Castaldo sperimenta il dripping, la stratificazione e il disfacimento di colori ed impasti. Le sue opere nascono da emozioni, stati d’animo conflittuali, sofferenza. Rappresentano – come afferma lei stessa – il relazionarsi all’esterno per renderlo impalpabile rimanendo nella propria psiche e nei propri bisogni.
L’esigenza di mostrare qualcosa che non c’è, in una sorta di puzzle in cui si ritrovano quei singoli componenti che l’hanno ispirata. Il senso sotteso non è palese, perché il risultato finale vuole essere uno stimolo per chi guarda. E può apprezzare un pieno ed armonico utilizzo dello spazio, tinte accese, eleganti accostamenti cromatici, una ricchezza informe — anzi, multiforme — di segni” – osserva Federico Raponi.

Le opere di Silvia Castaldo sono state esposte in mostre nazionali ed internazionali, sia personali che collettive, e hanno contribuito al sostegno di iniziative pubbliche di solidarietà, come Asta per Amref, calendario Lvia, Associazione Ma.nò.

Liber Exit ha avuto l’onore di inaugurare il vernissage Sembianze Luminose sabato scorso, 8 marzo 2014, in occasione della presentazione dell’opera prima Zenit, raccolta di poesie, di Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti, autrici esordienti.

L’evento d’arte al femminile, ideato e voluto da Graziano Fronzuto, Beatrice Casini e Rosanna Fronzuto, è stato introdotto e presentato dal presidente della nostra associazione Erasmo Fronzuto, dalla poetessa Bianca Maria Simeoni, dalla giornalista Alexandra Tempesta che con soddisfazione ne hanno segnato il successo testimoniato da un pubblico numeroso e attento.

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 (a cura di Rosanna Fronzuto)

 

Zenit. La poesia avrà futuro. Di Bianca Maria Simeoni.

Parole chiare della poetessa Bianca Maria Simeoni in favore del soffio espressivo di verità che la poesia offre a rappresentazione del mondo tangibile che ci circonda.
Madrina di Zenit, opera prima in versi a cura della nostra associazione culturale, Bianca Maria Simeoni ha omaggiato le autrici esordienti Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti e l’artista Silvia Castaldo presso Odradek in Roma, sabato 8 marzo 2014, con il sapiente messaggio rivolto agli infiniti orizzonti possibili della creatività artistica. Messaggio che riportiamo integralmente ringraziandola dei significati di stima e apprezzamento che la sua adesione di rilievo all’utopia Liber Exit testimoniano.

“Ringrazio l’Associazione “Liber Exit” per avermi invitata a partecipare a questa iniziativa, prima tappa di un progetto che intende dare voce ai talenti originali e fuori dagli schemi.
Per me è importante essere qui, non solo perché ogni spazio e luogo dedicati alla cultura sono uno stimolo per la mente, ma perché occorre testimoniare, anche a livello individuale, il proprio impegno e la propria partecipazione.
Oggi come oggi la salvaguardia e la diffusione della cultura sono delegate, per lo più, allo slancio volontario che si traduce spesso nell’associazionismo che è espressione delle forze vive della società.
Liber Exit significa cultura, comunanza d’intenti, aggregazione e valori condivisi, ed è proprio all’insegna di questi valori che si svolge l’iniziativa odierna, basata sull’affascinante sinergia di due forme espressive diverse ma tra loro complementari: poesia e arte visiva.
“Zenit”, è il titolo del volume di poesie di Consuelo Casini, Roberta Petraglia, Simonetta Visconti. “Sembianze luminose” è il titolo della mostra che espone opere dell’artista Silvia Castaldo. Mi sembra di avvertire una invisibile corrispondenza tra questi due titoli, entrambi suggestivi. Ma non voglio aggiungere altro, perché ogni fruitore proietterà sulle opere le proprie percezioni.
Vorrei, invece, parlarvi del valore di comunicazione della poesia.
Poesia che è un lievito nascosto nella realtà di ogni giorno, che non sempre siamo in grado di cogliere. A volte esplode in maniera inaspettata – parla di esplosione, infatti, Consuelo Casini quando scrive: “la pulsione poetica è esplosa in una scrittura di getto” – e a volte si nasconde nei luoghi, nei paesaggi, negli atti o nelle parole di chi ci sta parlando.
La poesia è il palpito stesso della vita, il mistero della bellezza che continua ad affascinarci. Ce lo ricorda Simonetta Visconti quando scrive: “Trovo che la poesia è vita e la vita è poesia. Pura espressione d’amore illimitato e supremo”.
Tra i fattori di crisi della nostra epoca, una scarsa attenzione è riservata all’inquinamento delle parole. Eppure siamo bombardarti da parole “intossicate”: politica, pubblicità, talk-show… Occorre ritrovare gli spazi puri dell’immaginazione, i luoghi della mente.
Spesso la poesia viene giudicata inutile, sembra che non serva a nulla, è la più aerea fra le arti. Eppure Essa ci aiuta a dire la verità sulle cose, ci insegna a contemplare; attraverso la parola-rivelazione, che nel verso si materializza, prende la consistenza di un valore tutt’altro che effimero, e sostiene l’artista nella sua avventura.
C’è un fuoco che agisce dentro di noi che ci consuma e brucia, mentre la nostra anima attende ansiosa l’unico istante da strappare con prontezza alla mente: “l’istante prezioso dell’entusiasmo”, come lo definiva Paul Valéry, “che bisogna subito fissare prima che la mente stessa, lo riprenda, lo dissolva e lo rifonda in combinazioni infinite”.
Sono convinta che, nonostante tutto, la poesia avrà un futuro. E ne troviamo conferma in questo libro, espressione dell’impegno, della volontà e del desiderio delle tre autrici che ci suggeriscono, tramite i loro versi, che niente va mai perduto: né traccia né impronta né segno alcuno. Come scrive Roberta Petraglia con efficace intuizione: “Nel laboratorio primordiale delle emozioni accade che tutto si conserva e nulla viene perduto.
La poesia congiunge l’individuale all’universale.
Ecco cosa ci comunicano le tre autrici, ecco il valore di comunicazione della poesia.”

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In foto: Bianca Maria Simeoni by Giulia&Mau, 8 marzo, presentazione di Zenit.

Esordio di successo per ZENIT Donne in Poesia.

Opera prima segnalata da L’Unità, Il Corriere della Sera e Il Manifesto 8 marzo 2014, Liber Exit ha inaugurato l’attività editoriale con la collana Donne in Poesia presentando “Zenit” raccolta di versi inediti di Consuelo Casini, Roberta Petraglia e Simonetta Visconti, intervistate dalla giornalista Alexandra Tempesta per un esordio di successo nel cuore di Roma, presso la libreria Odradek affollatissima per l’occasione. Madrina la poetessa Bianca Maria Simeoni e con la partecipazione di rilievo dell’Editore Franco Lozzi e dell’Ambasciatore Silvio Mignano, poeta vincitore della 9^ edizione del prestigioso premio Sertoli Salis.

La scelta editoriale di Liber Exit è commentata da Rosanna Fronzuto e Beatrice Casini con la nota che si riporta integralmente per un accompagnamento alla lettura del libro:
Zenit, donne in poesia: il viaggio nell’inconoscibile.
“I fatti della vita sorprendono più di quanto immaginato poiché si realizzano attraverso intrecci tra pluralità di persone, situazioni, pensieri, sentimenti che sfuggono alla percezione completa. La consapevolezza del sopravanzare degli eventi, rispetto alla disposizione individuale verso gli stessi, sembra non dare altra possibilità che arrendersi all’inconoscibile.
Se c’è un’arte che si avvicina a riprodurre questa ‘verità mai possibile’ è senza dubbio l’arte femminile del vivere in continua tensione alla scoperta dell’irraggiungibile: il confine, e quindi la definizione, dell’io nel mondo.
Dalla scrivania dell’ufficio, dai fornelli accesi, dal latte preso come figlie al latte versato per i figli, da ogni angolo della prospettiva quotidiana, la donna rivolge lo sguardo all’incessante viaggio mentale, psichico, onirico verso l’insondabile.
Alcune donne avvertono questa spinta come pressione poetica che diventa asse esistenziale, ottica verticale che tra le innumerevoli interpretazione del sé, degli altri, delle inquietudini e delle passioni, rivela la più plausibile nell’identificazione con il trinomio poesia-amore-vita.
Non a caso Zenit, l’unica posizione del sole che non fa ombre sulla terra, è il titolo scelto da Liber Exit, associazione culturale romana no profit, per la prima pubblicazione, nella collana “Donne in poesia”, della raccolta di versi inediti di tre autrici esordienti.
Consuelo Casini, intrisa d’urgenza lirica come dice a presentazione di sé: “parole e versi mi sopraggiungevano con una forza viscerale profonda, dando consistenza all’estro e diventando fonte di libertà anche dai legami della punteggiatura”, quasi a segnalare che soltanto la libertà creativa le concederà l’accesso alla conoscenza di tutte le cose con il lusso delle maiuscole: ‘Quanto stupore al visivo/ che a stento comprende il non vivo/ Ma è risultanza d’incontro e visione/ Parte da luce e si completa nel cuore.’ (cfr. Il gioco d’ombra – p. 29)
Roberta Petraglia, poetessa “della pietra” si sofferma a rifletterecome la mente riesca a riciclare pietre di crolli anteriori e parole sfuse è un processo quasi sconosciutorammaricandosi che “nell’abnorme sviluppo industriale scientifico-elettronico” sia stato “accantonato il senso dell’armonico e del necessario” fino ad ammettere, in ispirazione poetica, che ‘nessun passo spezza sigilli/sull’impiantito logoro./Invecchia pure il tempo/fermo a contar sassi/sotto l’intonaco che sbecca/coi suoi artigli vigliacchi.’ (cfr. Piaggine – p. 78)
Simonetta Visconti, scandita dal tempo, titola le sue poesie con date certe perché la realtà ha le sue precipitazioni, rapide, violente, e quello che non si compie per anni, avviene in un giorno e bisogna consacrarne il momento trascrivendolo: “negli anni ho compreso che quelle parole non erano mie, bensì dettate letteralmente sotto ispirazione da un piano superiore”. E il 25 aprile 2002 profetizza di sé ‘E’ inverno. C’è vento e arriva dal mare./Sono alla scrivania e sto scrivendo il mio libro./Sarà pubblicato./ Il mio sogno si avvera.’ (cfr. 25/4/2002 – pag. 91)

Ed è nello scorrere in versi sciolti di ogni forma d’amore per la vita e del tempo in cui accade, che il lettore subisce, ad opera ipnotica delle autrici di Zenit, una fascinazione: il ritrovarsi inconscio ad Oltrepassare le parole come sembra preavvertire Lucrezia Palummo nel proemio.”

Liber Exit ringrazia le personalità intervenute, i moltissimi amici e partecipanti all’evento che si è tenuto sabato scorso con la contemporanea apertura del vernissage dell’astrattista romana Silvia Castaldo, le cui opere “Sembianze luminose” restano esposte anche nei prossimi giorni accessibili al pubblico presso Odradek, la Libreria in Via dei Banchi Vecchi 57, Roma.
Il Presidente dell’Associazione Erasmo Fronzuto e il Primo Socio Fondatore Graziano Fronzuto, ideatore del nome e del logo di Liber Exit, manifestano la piena soddisfazione per l’esordio di successo delle tre autrici prescelte ed augurano a tutti buona lettura dell’opera prima “Zenit” e una buona visione del vernissage “Sembianze luminose”.

 

In Foto: il presidente Erasmo Fronzuto, la poetessa Bianca Maria Simeoni e Consuelo Casini, co-autrice di Zenit.

Zenit

“Zenit, donne in poesia” è una raccolta di versi inediti di Consuelo CasiniRoberta Petraglia e Simonetta Visconti. Si tratta del primo libro edito da Liber Exit ed ha l’onore di essere segnalato da L’Unità, Il Corriere della Sera e Il Manifesto nella data simbolica dell’8 marzo 2014.

La scelta editoriale di esordio è di Rosanna Fronzuto e Beatrice Casini che vedono nella poetica delle tre autrici un filo conduttore legato al femminile arrendersi all’inconoscibile della vita quale misterioso intreccio tra persone, situazioni, pensieri, eventi e sentimenti che sfuggono alla percezione completa. La consapevolezza di questa ‘verità mai possibile’ è vissuta in ogni contesto di definizione dell’io nel mondo: dalla scrivania dell’ufficio ai fornelli accesi, dal latte preso come figlie al latte per i figli, dall’ampiezza della prospettiva universale alla limitatezza quotidiana, la donna spazia e ritorna a sé guardando dritto e incessantemente verso l’insondabile interiore ed esteriore per motivarlo, accoglierlo, renderlo fecondo. Alcune donne avvertono questa spinta come pressione poetica che diventa ottica verticale esistenziale nell’identificazione del femminile con il trinomio poesia-amore-vita. Non a caso Zenit è l’unica posizione del sole che non fa ombre sulla terra. Ed è nello scorrere in versi sciolti di ogni forma d’amore per la vita e del tempo in cui accade, che il lettore subisce, ad opera ipnotica delle autrici di Zenit, una fascinazione: il ritrovarsi inconscio ad “oltrepassare le parole“, come suggerisce Lucrezia Palummo nel proemio.”


Consuelo Casini, intrisa d’urgenza lirica come dice a presentazione di sé: “parole e versi mi sopraggiungevano con una forza viscerale profonda, dando consistenza all’estro e diventando fonte di libertà anche dai legami della punteggiatura”, quasi a segnalare che soltanto la libertà creativa le concederà l’accesso alla conoscenza di tutte le cose con il lusso delle maiuscole: ‘Quanto stupore al visivo/ che a stento comprende il non vivo/ Ma è risultanza d’incontro e visione/ Parte da luce e si completa nel cuore.’ (cfr. Il gioco d’ombra – p. 29)
Roberta Petraglia, poetessa “della pietra” si sofferma a riflettere “come la mente riesca a riciclare pietre di crolli anteriori e parole sfuse è un processo quasi sconosciuto” rammaricandosi che “nell’abnorme sviluppo industriale scientifico-elettronico” sia stato “accantonato il senso dell’armonico e del necessario” fino ad ammettere, in ispirazione poetica, che ‘nessun passo spezza sigilli/sull’impiantito logoro./Invecchia pure il tempo/fermo a contar sassi/sotto l’intonaco che sbecca/coi suoi artigli vigliacchi.’ (cfr. Piaggine – p. 78)
Simonetta Visconti, scandita dal tempo, titola le sue poesie con date certe perché la realtà ha le sue precipitazioni, rapide, violente, e quello che non si compie per anni, avviene in un giorno e bisogna consacrarne il momento trascrivendolo: “negli anni ho compreso che quelle parole non erano mie, bensì dettate letteralmente sotto ispirazione da un piano superiore”. E il 25 aprile 2002 profetizza di sé ‘E’ inverno. C’è vento e arriva dal mare./Sono alla scrivania e sto scrivendo il mio libro./Sarà pubblicato./ Il mio sogno si avvera.’ (cfr. 25/4/2002 – pag. 91)