GRAZIANO FRONZUTO – OPERE PER ORGANO RECENSIONE DEL MAESTRO AGOSTINO RAFF
Caro Maestro Graziano Fronzuto
Come volevasi dimostrare
Sono stravolto dalla grandezza poeticamente assertiva della sua personalità di Autore… Non c’è frase o inciso o scorcio del tessuto musicale che non siano qui espressione di un marcato e libero temperamento inventivo.
Il suo è un Caso (notare la maiuscola) che si divide assai curiosamente in due identità non comunicanti: una, di affabile semplicità che ama esprimersi come esecutore in repertori di routine (pur toccando Haydn o Rheinberger) arando territori sicuri per compiacere un pubblico semplice e affezionato… l’altra, nascosta e terribile (o minacciosa) per vastità e libertà creativa che – svelata – troverebbe diffidente quello stesso pubblico semplice che lei ha inteso coltivare (sto evidenziando un meccanismo pleonastico: nessuno scandalo).
Divertente dunque che nei concerti Graziano Fronzuto non abbia mai proposto firme come Hindemith, Messiaen, Guillou, o, che so, un Tournemire un Andriessen un Peeters ecc., o compositori viventi che per evocare tracciati non consueti potrebbero considerarsi suoi compagni spirituali.
Ciò illumina quanto pudore/amor proprio, quanto riserbo/solitudine costituiscano la sua (ripeto) seconda personalità nascosta, divisa dal mondo contingente.
Circa le strutture di questa musica ardua e politonale che orbita intorno a baricentri sempre ipotizzati e mai categorici, non posso aver parola, come non ne ha l’autodidatta di corto respiro, ma sento unicamente una grandezza, un’originalità non collocabili e non schedabili. Anche dentro le storiche categorie di Fuga o Passacaglia (grandiosa questa sua su quattro note che subito si predilige nel panorama del CD in quanto perentoria, melodica, da cult, in alcune variazione) lei contrabbanda l’intensa e urgente attualità di un pensiero musicale critico, irrequieto, dinamico, globalmente definibile come ‘drammatico’.
Doveroso infine riconoscere la dedizione dell’organista Paolo Bottini all’approfondimento del lessico, su un Mascioni – manco a dirlo – a gamma postmoderna sostenibile.
DICEMBRE 2019 – AGOSTINO RAFF