da Graziano Fronzuto | 29 Nov, 2022 | Catalogo, Musica, News
Ciao Graziano,
il tuo stile compositivo, veramente originale, viene valorizzato proprio dall’organo, questo strumento che hai sempre tanto amato ed al quale hai dedicato tante delle tue energie. È proprio l’approfondita conoscenza della tecnica e delle capacità espressive del tuo strumento che rende queste composizioni molto convincenti all’ascolto, sicuramente per un pubblico ben preparato.
Ti saluto
Monica
da Rosanna Fronzuto | 25 Ago, 2014 | Catalogo
Titolo: Zenit
Collana: Donne in Poesia, Edizione Liber Exit, 2014
Autrici: Consuelo Casini – Roberta Petraglia – Simonetta Visconti
Descrizione: Raccolta di poesie
Sinossi: Zenit è l’unica posizione del sole che non fa ombre sulla terra, direzione verticale del viaggio poetico delle tre autrici esordienti verso le infinite esplorazioni dell’io e dei sentimenti.
Consuelo Casini, intrisa d’urgenza lirica come dice a presentazione di sé: “parole e versi mi sopraggiungevano con una forza viscerale profonda, dando consistenza all’estro e diventando fonte di libertà anche dai legami della punteggiatura”, quasi a segnalare che soltanto la libertà creativa le concederà l’accesso alla conoscenza di tutte le cose con il lusso delle maiuscole: ‘Quanto stupore al visivo/ che a stento comprende il non vivo/ Ma è risultanza d’incontro e visione/ Parte da luce e si completa nel cuore.’ (cfr. Il gioco d’ombra – p. 29)
Roberta Petraglia, poetessa “della pietra” si sofferma a riflettere “come la mente riesca a riciclare pietre di crolli anteriori e parole sfuse sia un processo quasi sconosciuto”, rammaricandosi che “nell’abnorme sviluppo industriale scientifico-elettronico” sia stato “accantonato il senso dell’armonico e del necessario” fino ad ammettere, in ispirazione poetica, che ‘nessun passo spezza sigilli/sull’impiantito logoro./Invecchia pure il tempo/fermo a contar sassi/sotto l’intonaco che sbecca/coi suoi artigli vigliacchi.’ (cfr. Piaggine – p. 78)
Simonetta Visconti, scandita dal tempo, titola le sue poesie con date certe perché la realtà ha le sue precipitazioni, rapide, violente, e quello che non si compie per anni, avviene in un giorno e bisogna consacrarne il momento trascrivendolo: “negli anni ho compreso che quelle parole non erano mie, bensì dettate letteralmente sotto ispirazione da un piano superiore”. E il 25 aprile 2002 profetizza di sé ‘E’ inverno. C’è vento e arriva dal mare./Sono alla scrivania e sto scrivendo il mio libro./Sarà pubblicato./ Il mio sogno si avvera.’ (cfr. 25/4/2002 – pag. 91)
Ed è nello scorrere in versi sciolti di ogni forma d’amore per la vita e del tempo in cui accade, che il lettore subisce, ad opera ipnotica delle autrici di Zenit, una fascinazione: il ritrovarsi inconscio ad “Oltrepassare le parole” come Lucrezia Palummo preavverte nel proemio.
da Rosanna Fronzuto | 8 Mar, 2014 | Catalogo, Litterae
“Zenit, donne in poesia” è una raccolta di versi inediti di Consuelo Casini, Roberta Petraglia e Simonetta Visconti. Si tratta del primo libro edito da Liber Exit ed ha l’onore di essere segnalato da L’Unità, Il Corriere della Sera e Il Manifesto nella data simbolica dell’8 marzo 2014.
La scelta editoriale di esordio è di Rosanna Fronzuto e Beatrice Casini che vedono nella poetica delle tre autrici un filo conduttore legato al femminile arrendersi all’inconoscibile della vita quale misterioso intreccio tra persone, situazioni, pensieri, eventi e sentimenti che sfuggono alla percezione completa. La consapevolezza di questa ‘verità mai possibile’ è vissuta in ogni contesto di definizione dell’io nel mondo: dalla scrivania dell’ufficio ai fornelli accesi, dal latte preso come figlie al latte per i figli, dall’ampiezza della prospettiva universale alla limitatezza quotidiana, la donna spazia e ritorna a sé guardando dritto e incessantemente verso l’insondabile interiore ed esteriore per motivarlo, accoglierlo, renderlo fecondo. Alcune donne avvertono questa spinta come pressione poetica che diventa ottica verticale esistenziale nell’identificazione del femminile con il trinomio poesia-amore-vita. Non a caso Zenit è l’unica posizione del sole che non fa ombre sulla terra. Ed è nello scorrere in versi sciolti di ogni forma d’amore per la vita e del tempo in cui accade, che il lettore subisce, ad opera ipnotica delle autrici di Zenit, una fascinazione: il ritrovarsi inconscio ad “oltrepassare le parole“, come suggerisce Lucrezia Palummo nel proemio.”
Consuelo Casini, intrisa d’urgenza lirica come dice a presentazione di sé: “parole e versi mi sopraggiungevano con una forza viscerale profonda, dando consistenza all’estro e diventando fonte di libertà anche dai legami della punteggiatura”, quasi a segnalare che soltanto la libertà creativa le concederà l’accesso alla conoscenza di tutte le cose con il lusso delle maiuscole: ‘Quanto stupore al visivo/ che a stento comprende il non vivo/ Ma è risultanza d’incontro e visione/ Parte da luce e si completa nel cuore.’ (cfr. Il gioco d’ombra – p. 29)
Roberta Petraglia, poetessa “della pietra” si sofferma a riflettere “come la mente riesca a riciclare pietre di crolli anteriori e parole sfuse è un processo quasi sconosciuto” rammaricandosi che “nell’abnorme sviluppo industriale scientifico-elettronico” sia stato “accantonato il senso dell’armonico e del necessario” fino ad ammettere, in ispirazione poetica, che ‘nessun passo spezza sigilli/sull’impiantito logoro./Invecchia pure il tempo/fermo a contar sassi/sotto l’intonaco che sbecca/coi suoi artigli vigliacchi.’ (cfr. Piaggine – p. 78)
Simonetta Visconti, scandita dal tempo, titola le sue poesie con date certe perché la realtà ha le sue precipitazioni, rapide, violente, e quello che non si compie per anni, avviene in un giorno e bisogna consacrarne il momento trascrivendolo: “negli anni ho compreso che quelle parole non erano mie, bensì dettate letteralmente sotto ispirazione da un piano superiore”. E il 25 aprile 2002 profetizza di sé ‘E’ inverno. C’è vento e arriva dal mare./Sono alla scrivania e sto scrivendo il mio libro./Sarà pubblicato./ Il mio sogno si avvera.’ (cfr. 25/4/2002 – pag. 91)
da Rosanna Fronzuto | 7 Ago, 2012 | Catalogo
Titolo: Oro e Argento
Autore: Rosanna Fronzuto
Descrizione: Romanzo inedito ambientato nell’Italia centro-meridionale del dopoguerra. 2° Premio al XXII Concorso letterario internazionale di Pontedera “Giovanni Gronchi” e finalista al Premio Letterario Città di Castello VI edizione (2008).
Sinossi: Il giorno dell’ultimo compleanno, Olimpia Cortese chiude la sua lunga vita con un gesto di memoria ed affidando a Sara Aletti, giornalista romana, un vecchio carteggio. E’ il diario di Anna Caruso, vedova della seconda guerra mondiale per l’affondamento del cacciatorpediniere Tarigo. Pagine sofferte del secolo scorso che si sciolgono nei nuovi orizzonti repubblicani di pace e libertà che infiammano gli insegnamenti di storia e democrazia del nonno di Sara, il professore Vittorio Aletti.
Nel viaggio dei ricordi tra l’oro del passato e l’argento liquido del presente, la narrazione stringe, a trama ellittica, sul giallo irrisolto della scomparsa di Sara.
Il carteggio, i suoi appunti ed un antico talismano saranno ritrovati da Martha Renzi che ripercorrerà i misteri e le inquietudini dell’amica giornalista.
Il giorno dell’ultimo compleanno, Olimpia Cortese chiude la sua lunga vita con un gesto di memoria ed affidando a Sara Aletti, giornalista romana, un vecchio carteggio.
E’ il diario di Anna Caruso, vedova della seconda guerra mondiale per l’affondamento del cacciatorpediniere Tarigo. Pagine sofferte del secolo scorso che si sciolgono nei nuovi orizzonti repubblicani di pace e libertà che infiammano gli insegnamenti di storia e democrazia del nonno di Sara, il professore Vittorio Aletti.
Nel viaggio dei ricordi tra l’oro del passato e l’argento liquido del presente, la narrazione stringe, a trama ellittica, sul giallo irrisolto della scomparsa di Sara.
Il carteggio, i suoi appunti ed un antico talismano saranno ritrovati da Martha Renzi che ripercorrerà i misteri e le inquietudini dell’amica giornalista.
da Graziano Fronzuto | 11 Giu, 2012 | Catalogo
Opera prima di Liber Exit. Joseph Gabriel [Ritter von] RHEINBERGER, Sonata n.12 in Re b Maggiore – Sonata n. 11 in Re Minore. Graziano Fronzuto all’organo Tamburini (1958) della Basilica di San Giovanni Bosco in Roma. Presentazione di Federico Borsari. “La musica organistica ha nel suo svolgersi diversi punti fermi. Frescobaldi, Bach, Reger e Franck, insieme a molti altri, ne hanno per così dire segnato il cammino durante i secoli; in quest’ambito, però, Rheinberger rappresenta un punto di riferimento di tutto rispetto per via della caratteristica di concentrare nella sua opera una specie di “summa” dell’organo ottocentesco nella sua forma più spiccatamente “romantica”:la Sonata. Le sue venti Sonate rappresentano una specie di sintesi dell’evoluzione di questo genere musicale per tutta la seconda metà dell’Ottocento fino agli albori del Novecento; in questo excursus musicale, che si snoda all’incirca per mezzo secolo, si possono vedere, ascoltare ed approfondire tutte le caratteristiche e particolarità dell’evoluzione della musica organistica mitteleuropea, seguendone, per così dire, passo dopo passo la crescita stilistica e formale, che da un linguaggio quasi “classico” che si rileva nelle prime opere, si evolve ed arricchisce via via fino al linguaggio assai complesso, orchestrale ed elaborato delle ultime, che sembrano quasi “aprirsi” verso quelle che saranno le grandi e rivoluzionarie novità del Novecento.
Dedicare un disco a Rheinberger è un “atto di fede” tributato alla musica organistica “in divenire”, in uno dei suoi periodi più fecondi e di maggiore rinnovamento; è anche un omaggio appassionato a questo compositore importantissimo nella storia dell’organo europeo moderno, rendendocene partecipi e, per alcuni versi, coprotagonisti. L’undicesima ela dodicesima Sonatarappresentano il periodo migliore dell’ispirazione e dell’evoluzione stilistica dell’Autore e ci vengono proposte in una lettura attenta, accuratissima, che ne scandaglia in profondità le pieghe anche più riservate, sottolineando con assoluta padronanza della partitura e dello strumento la musicalità solida e la personalità forte di un musicista che troppo poco si ascolta in concerto.
Alla consolle del maestoso organo della Basilica di San Giovanni Bosco di Roma, Graziano Fronzuto libera tutte le potenzialità stilistico-formali ed emozionali di queste Sonate in un turbinìo di sensazioni musicali che solo un organista appassionato, competente e di grande esperienza riesce a fare, coadiuvato egregiamente da uno strumento che pare fatto apposta per rendere nel migliore dei modi questa musica, con le sue sonorità al tempo stesso affettuosamente romantiche, solidamente classiche e grandiosamente solenni.
La figura di Rheinberger e la sua musica ne escono qui davvero valorizzate in ogni loro aspetto e caratteristica Questo, nelle intenzioni dell’organista, dovrebbe essere un disco “particolare”, dedicato a pochi, veri ed autentici amici. Noi siamo particolarmente onorati di essere annoverati tra questi e con grande piacere e soddisfazione abbiamo scritto queste poche righe di presentazione. Ma la qualità della musica, l’accuratezza e la bontà della realizzazione discografica e la grande passione che traspare da ogni battuta della sua interpretazione ci fanno confidare in un futuro in cui si renderà giustizia all’autore, all’organo e all’organista ma anche rammaricare che al momento presente queste incisioni debbano rimanere patrimonio di pochi.” Federico Borsari