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Stolpersteine. Pietre d’inciampo nella memoria.

Nessuno vorrebbe ricordare dolore e tragedia. Tutti vorremmo vivere sempre e comunque nella felicità della fratellanza, della solidarietà, della pace. Ma dal momento in cui sull’umanità è stato riversato il sangue dell’orrore, nessun negazionismo, revisionismo ed oblio possono essere accettati ed assecondati. La memoria e le testimonianze della memoria devono essere inamovibili pietre sulle quali il ricordo netto dell’atrocità resti per sempre vivo monito per costruire, giorno dopo giorno, un futuro che non ne ripeta mai più la disumanità dell’olocausto.

Questo sono le Stolpersteine, le ‘pietre d’inciampo’. Sono cubi d’ottone ideati da Gunter Demnig e diffuse in tutte le città straziate dalla furia omicida nazista.  Riportano nomi e cognomi delle vittime, ma anche la data di nascita e quella di morte laddove è stato possibile rintracciarne il giorno esatto. Le Stolpersteine  sono poste davanti agli ingressi dei palazzi dai quali furono brutalmente strappate famiglie intere per farne vittime innocenti nei campi di sterminio nazisti. Sono impiantate a terra, davanti alle soglie, in modo da risultare rialzate di qualche millimetro rispetto al marciapiede, perché il passo ci si deve imbattere, perché non devono essere soltanto segnali di commemorazione bensì precisi richiami per l’attenzione, avvertimenti su cui inciampare affinché il cammino dei popoli versi nella coscienza viva della memoria ed il ricordo permanga fattore attivo per un’umanità che non ricalchi le orme insanguinate della storia.

Liber Exit aderisce alla giornata della memoria e attraverso questa nota intende altresì dare atto all’opera di sensibilizzazione portata avanti da tutte le famiglie per le quali le Stolpersteine sono macigni di incancellabile dolore per l’orrore dell’olocausto subìto.

In foto: Pietre d’inciampo al civico 21 di via Flaminia in Roma. (nota a cura di Rosanna Fronzuto e Beatrice Casini).

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di Rosanna Fronzuto

Calvino in Francia. Accueillir à nouveau!

Accueillir à nouveau! Riaperta in Francia la possibilità di pubblicare le opere di Italo Calvino. I lettori francesi potranno leggere di nuovo il nostro grande scrittore italiano in lingua francese, per la conclusione della lite tra gli eredi e la storica casa editrice Seuil, dovuta a motivi di fedeltà delle traduzioni. Sarà d’ora in poi la Gallimard a pubblicare e diffondere le opere di Italo Calvino molto amate anche dai francesi.

Comunicato stampa SIAE: Gallimard pubblicherà l’opera omnia dello scrittore.
In Francia le opere di Italo Calvino, uno degli autori italiani più amati oltralpe, non saranno più pubblicate dalla sua storica casa editrice Seuil, ma dal colosso Gallimard che gestirà l’Opera omnia in francese occupandosi delle nuove traduzioni, di pubblicare romanzi minori che non erano mai apparsi in Francia, alcune lettere e persino degli inediti, in vista della consacrazione finale nella “Bibliothèque de la Pléiade”, una delle collane più prestigiose dell’editoria mondiale. In una lettera inviata a “Le monde” Giovanna Calvino, figlia del grande scrittore, spiega i motivi del passaggio a Gallimard: “Mio padre diceva che i suoi lettori francesi non conoscevano che il 45% del suo lavoro, a causa dell’infedeltà delle traduzioni e di numerose manipolazioni”. Nei prossimi mesi, saranno pubblicati sedici titoli tra i tascabili, sei volumi in grande formato, una raccolta di testi e tredici nuove traduzioni.
14.1.13

Sull’argomento…

Italo Calvino e le mille voci.
Calvino e la sua ombra.
L’angelo di Italo Calvino.

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L’Arte della Gioia. Goliarda Sapienza.

Il cammino delle donne può essere difficile sin dalla prima infanzia. Ma lo spirito di sopravvivenza, la volontà di rinascita, la passione per la vita possono trasformarsi in arte femminile al di sopra di tutto.
‘L’Arte della Gioia’ di Goliarda Sapienza. Capolavoro del Novecento.

L’arte della gioia è un romanzo che fa impallidire nell’incipit per quanto violento sia. Poi si appiana. Corre. Si arricchisce di notizie storiche, riferimenti culturali. Rallenta. Cresce nella trama insieme all’inquieto personaggio femminile principale. Un capolavoro che venne rifiutato categoricamente da critici italiani di allora, ma che lungimiranti case editrici francesi e tedesche portarono agli allori e all’apprezzamento dei lettori europei più arditi. La scrittrice Goliarda Sapienza è morta senza sapere che il romanzo – che le costò una vita intera di parole, riflessioni, dolori e speranze – sarebbe stato annoverato tra i grandi romanzi del realismo europeo del novecento e senza sapere che sarebbe stato pubblicato con successo, e anche ristampato, da Einaudi. Un romanzo che aiuta a capire fatti oscuri che hanno afflitto il quotidiano del passato, senza vederne inquinate la protagonista e l’autrice. Arie e temperamenti del Sud, di una Sicilia mozzafiato, ne sono cornice che si autodefinisce con l’incedere delle vicende e dei personaggi. Ancora adesso Goliarda Sapienza rimane stretta nel suo destino, condizionata dal non aver avuto il giusto riconoscimento in vita.
A Gaeta, cittadina sul mare che l’ha ospitata fino al suo ultimo giorno, resta una targa comunale commemorativa all’esterno della cappella del cimitero dove riposa. Una targa Modesta, come il nome della protagonista del suo capolavoro.
Liber Exit ritiene Goliarda Sapienza una Grande Donna Scrittrice della letteratura del Novecento.

Ringraziando Serena Giordano per il suggerimento di lettura.

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(a cura di Rosanna Fronzuto)

Odradek. La Libreria.

«Come ti chiami?», gli si chiede. «Odradek», dice. «E dove abiti?» «Senza fissa dimora», risponde e ride.
Noi di Liber Exit siamo sicuri di averlo visto in pieno centro di Roma, in Via dei Banchi Vecchi, e siamo sicuri che il misterioso essere, l’inquietante personaggio kafkiano, non avrebbe potuto scegliere luogo migliore per fermarsi, restando animato, immortale, vagabondo.
«Odradek è la forma che prendono le cose dimenticate» dice Walter Benjamin.
Via dei Banchi Vecchi è strada di mezzo tra Corso Vittorio Emanuele II e Via Giulia, in origine divisa in due tratti, uno denominato con riferimento alla cloàca, ‘chiavica’, non distante dalla chiesa di Santa Lucia del Gonfalone, e l’altro più legato alla presenza della cancelleria nel palazzo Sforza Cesarini, costruito da Rodrigo Borgia prima di diventare papa Alessandro VI.
Il nome di via dei Banchi Vecchi si deve al fatto di essere stato luogo di pratiche bancarie e notarili e di affari commerciali che poi furono trasferiti altrove, cioè in via dei Banchi Nuovi. Si usava anche chiamarla via dei bicchierari, perché i notai e gli scrivani avevano sui banchi dei bicchieri pieni di sabbia da usare per assorbire gli eccessi degli inchiostri degli atti appena redatti.
E’ in questo nucleo di memoria che al civico 57, precisamente nei locali che furono della vecchia associazione Italia-Urss, abbiamo incontrato Odradek che si è fatto conoscere come libreria fuori dagli schemi. Odradek ospita e diffonde le iniziative culturali alternative e indipendenti, le letterature poco divulgate di popoli oppressi o esclusi, le pubblicazioni di piccoli editori ed autori sconosciuti, che difficilmente possono avere spazio nella catena della distribuzione commerciale.
Odradek è libreria di riferimento per Liber Exit. La prima!

ed avanti così nel segno dell’Utopia!

Foto: “Odradek, la forma delle cose dimenticate”, fotografia e installazione di Martha Renzi, 13.01.13.

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Per saperne di più… www.odradek.it 

Spigolando… Kafka e i topi.

 

 

Mariangela Melato

Personalità d’impatto. Poteva dare ancora tantissimo alla cultura teatrale e cinematografica. Un forte abbraccio per accompagnarla nell’universo dell’eterno.

Un’intervista. Per ricordarla con le sue stesse parole.

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http://www.youtube.com/watch?v=iRzG6gsUukE

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