da Graziano Fronzuto | 6 Mag, 2025 | Musica
TREVISO – L’Organo della Chiesa di San Leonardo
Sinfonie e Sonate per Organo del Settecento Organistico Trevigiano
Amedeo Aroma
All’organo Gaetano Callido (1787) della Chiesa di San Leonardo
CD Rivo Alto CRR 9811
Oltre al CD dedicato integralmente a Johann Sebastian Bach inciso sull’organo Kuhn (2000) di cui ho parlato QUI, Amedeo Aroma ha inciso questo CD con musiche di Maestri Trevigiani del Settecento. Nomi per lo più poco noti anche nel mondo degli appassionati, ma che hanno scritto musica decisamente accattivante che meritava ampiamente l’incisione.
Il CD si apre con Andrea Luchesi, Sonata in Due Tempi in Fa maggiore (Espressivo-Allegro con brio), prosegue con Giambattista Tagliasassi, Sonata a due tastadure in Sol maggiore (Allegro Moderato), Adagio in Re minore; Ignazio Spergher, Sinfonia in Do maggiore (Allegro-Andantino -Allegro con brio), Pastorale in Re maggiore (Andantino Sostenuto-Allegro espressivo); Girolamo Schiavon, Allegro Maestoso in Do maggiore; Niccolò Moretti, Sonata ad uso Sinfonia in Re maggiore (Allegro), Sonata ad uso Elevazione in Fa maggiore (Larghetto); Giambattista Botti, Toccata in Re minore (Andantino); si chiude con Gaetano Nave, Sinfonia in Do maggiore (Allegro), Sonata ad uso Orchestra in Do maggiore (Allegro moderato).
Se alcuni autori non sono del tutto sconosciuti (Luchesi, Spergher, Moretti), gli altri sono letteralmente tirati fuori dal dimenticatoio tanto che di loro si ignorano gli anni di nascita e/o di morte. Gli spartiti dei brani incisi, insieme ad altri, sono stati pubblicati in un volume apposito, curato dallo stesso Aroma e da Giuliano Simionato, e pubblicato dall’Ateneo di Treviso Edizioni Ensemble ’900/Diastema.
I brani sono tutti di pari levatura, non vi sono particolari capolavori ma sono tutti caratterizzati da buon mestiere compositivo (come molti brani coevi anche di autori blasonati), nelle ampie melodie, nella freschezza dell’invenzione, nel ritmo, nel fraseggio, nelle modulazioni, negli abbellimenti. Unica pecca, ma fino a un certo punto dato che nel periodo considerato nessun compositore, anche dei più famosi, ne era immune, l’uso del basso con note e/o accordi ribattuti e/o trattato come basso albertino.
Si tratta insomma di melodie accompagnate nel modo più semplice, senza ricorrere a contrappunti o a scale e/o arpeggi ma non per questo poco piacevoli, anzi! L’ascolto è divertente e scorre bene senza cadute di stile o di ritmo che rendono bene l’abbinamento organo/brani scelti.
Il libretto riporta una nota di Giuliano Simionato sul complesso dei brani incisi, tradotta anche in Inglese, la foto e il curriculum (ridotto all’osso) di Aroma, la descrizione dell’organo. In copertina c’è un dipinto che ritrae Treviso nel XVIII sec. In quarta di copertina c’è la foto dell’organo con la sua caratteristica mostra callidiana a cuspide con ali laterali.
Consigliato a tutti gli amatori della musica per strumenti a tastiera del XVIII sec., specie se poco nota, e agli estimatori dell’organo callidiano.
Maggio 2025
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 2 Apr, 2025 | Musica
TREVISO – L’Organo Maggiore della Cattedrale
Johann Sebastian Bach – Opere per Organo
Amedeo Aroma
CD Velut Luna CFCD 40
Degli organi della Cattedrale di Treviso ho già parlato QUI, questa volta parlerò di un CD registrato con il monumentale organo Kuhn (2000) che domina il lato sinistro del transetto della vasta chiesa trevigiana.
Il CD è dedicato integralmente a Bach e contiene tre brani molto difficili e di raro ascolto e di rara incisione: la Sonata in Trio in Mi b maggiore BWV 525, il Preludio e Fuga in Mi minore BWV 548 e le Partite diverse sopra “Sei gegrűsset, Jesu gűtig” BWV 768.
Bach ha composto varie sonate in trio per organo delle quali ce ne sono pervenute sei. Qui ascoltiamo la prima, in Mi b maggiore, che come tutte le altre prevede l’uso di un manuale per la mano destra, un altro manuale per la sinistra e la pedaliera per il basso continuo. Arona l’affronta molto correttamente, coi tempi giusti e con i giusti fraseggi, con qualche piccolo rubato che non guasta. Purtroppo però affronta i ritornelli, presenti in tutti e tre i tempi che compongono la sonata, senza alcuna differenza rispetto all’esposizione così che si ascolta due volte consecutivamente ciascuna delle sei parti (due per ogni tempo) senza variazioni, senza abbellimenti e senza nemmeno invertire le mani sui manuali che almeno avrebbe dato un senso ai ritornelli.
Il Preludio e Fuga in Mi minore è una delle opere monumentali di Bach, con passaggi grandiosi e con l’uso particolarmente articolato del pedale. Il Preludio, con le sue parti accordali alternate ad altre contrappuntistiche, scorre bene e in modo particolarmente “pulito” nei fraseggi e nei piccoli rubati che si ascoltano qua e là, anche i cambi di tastiera appaiono appropriati e nei momenti giusti. La fuga, con un tema cromatico fatto di note alternate che passano dalla terza minore all’ottava, è affrontata in modo particolarmente irruento, soprattutto negli episodi liberi dove rapide scalette si alternano a piccoli arpeggi in semicrome, correttamente eseguiti su un altro manuale, che rendono questa fuga eseguita al cardiopalma per quanto eseguita in modo estremamente corretto e senza errori.
Le Partite diverse sopra “Sei gegrűsset, Jesu gűtig” sono costituite dall’esposizione del tema sotto forma di Corale armonizzato a quattro voci e undici variazioni che esplorano molteplici modi di trattare il Corale. Le variazioni consentono ad Aroma di dispiegare la tavolozza sonora particolarmente ricca dello strumento, dalle variazioni che comportano l’uso di due manuali (come la prima, subito dopo il tema) e addirittura di tre (come la decima, dove la mano destra alterna il corale ornato al corale in canto fermo suonato con un’ancia solista).
Il giudizio complessivo è sostanzialmente positivo, salvo un’eccezione che riguarda il Preludio e Fuga in Mi minore e le Partite diverse sopra “Sei gegrűsset, Jesu gűtig” e cioè il ritmo particolarmente rapido con cui Aroma suona i due brani. Pare appena il caso di osservare che “quanto più sono veloce, tanto più sono bravo” può valere per le gare di atletica e non per eseguire questi pezzi di Bach. Per carità, la presa del suono è fatta talmente bene da non far percepire echi e riverberi che -suonando veloce- avrebbero contribuito all’accavallamento delle note con perdita di chiarezza e di distinzione delle note stesse, però la fuga e alcune variazioni della Partita sono eseguite troppo veloce per i miei gusti e -anche se l’organo si presta grazie alla sua perfetta costruzione delle meccaniche dei manuali e del pedale- non mi sono particolarmente piaciute. Ovviamente c’è chi apprezza questo modo di suonare ma io non sono particolarmente convinto che Bach avrebbe gradito.
Il libretto, in Italiano e Inglese, con copertina in Inglese raffigurante Aroma con in mano un volume della Bach-Edition della Peters con sullo sfondo l’Annunciazione di Tiziano che orna l’altare dell’abside della navata destra della chiesa, esplica bene i brani incisi e riporta il ricco curriculum di Aroma e la disposizione fonica dell’organo. La foto dell’organo è riportata sul CD dove il buco centrale del CD stesso capita fra le canne del comparto centrale dei cinque campi di cui è costituita la Mostra.
Fatta la tara dei ritornelli della Sonata e del ritmo veloce degli altri pezzi, il CD è particolarmente interessante e testimonia della presenza sul suono Italiano di un organo di fabbricazione tedesca particolarmente versatile (io, quando ho avuto occasione di suonarlo, ho eseguito alcune Sonate di Alexandre Guilmant, senza dubbio distanti per epoca e per stile dai brani di Bach).
Aprile 2025
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 3 Feb, 2025 | Catalogo, Musica
Josef Gabriel von RHEINBERGER
Cantata per la notte di Natale “Der Stern von Bethlehem”
Coro del Wallfahrtskirche Biberbach e Coro e Orchestra della Basilica di SS. Ulrico ed Afra ad Augusta (Augsburg)
Soprano Elisabeth Haumann
Baritono Gerhard Spἅth
Direttore Josef Hauber
CD ISSA 080702
La Basilica dei SS. Ulrico ed Afra ad Augusta è la più vasta chiesa della città. Eretta in epoca gotica fu successivamente decorata e arricchita da numerose opere d’arte del rinascimento e del barocco, tra cui l’imponente organo sulla cantoria sulla porta d’ingresso pagato dal ramo cattolico della famiglia principesca dei Fugger e sulle cui ante vi sono dipinti santi e sante con le fattezze dei membri della famiglia stessa.
In questa chiesa non è mai mancata l’attività musicale di alto livello con tanto di Coro e Orchestra come questo CD dimostra. Il brano inciso è un vero capolavoro del periodo tardoromantico, musicato da Josef Gabriel von Rheinberger su testo tedesco di sua moglie Fanny [Franziska] von Kuknass, sua musa ispiratrice.
La Cantata si articola in nove parti: Erwartung (Attesa – Coro); Die Hirten (i Pastori – Soprano e Coro); Erscheinung des Engels (apparizione dell’Angelo – Soprano e Coro); Bethlehem (Betlemme – Baritono solo); Die Hirten an der Krippe (i pastori alla culla – Coro); Anbetung der Weisen (adorazione dei Magi (piccolo Coro); Maria an der Krippe (Maria alla culla – Soprano solo); Erfüllung (compimento – Coro). Ciascuna di esse è un capolavoro di melodie, contrappunto, orchestrazione e pathos tardoromantico tanto che in più parti sembra di vedere il Paradiso.
La struttura musicale è ciclica, con temi che ritornano in più parti e che vengono ripresi con strumentazione di volta in volta differente. Il leitmotiv iniziale torna spessissimo e rende omogenea la partitura, fino alla conclusione.
L’esecuzione è eccellente, specie se si considera il fatto che si tratta di una registrazione dal vivo di un’esecuzione tenuta nella Basilica il 16 dicembre 2001, la direzione è puntuale e asseconda bene anche con qualche rubato qua e là (che non guasta) lo spartito originale.
I solisti sono ben preparati, per quanto la partitura dia loro poco spazio (un “a solo” per ciascuno e due brani per Soprano e Coro) e ben amalgamati con l’insieme. Considerando che l’esecuzione è affidata a Cori e Orchestra di non professionisti, si dà tanto di cappello alla Basilica dei SS. Ulrico ed Afra e ci si rammarica che questo CD non sia destinato alla grande distribuzione (è disponibile nella Sacrestia della Basilica; a me fu regalato dal Sacrestano dopo che avevo suonato il grande organo nella cassa dei Fugger, attualmente un organo Sandtner del 1992 a quattro manuali e pedale con circa novanta registri).
In conclusione, ci si rammarica che “Der Stern von Bethlehem” sia praticamente sconosciuto in Italia e che anche gli esecutori lo siano: il brano è un capolavoro (se proprio si vuol fare un appunto è la mancanza dell’organo nell’orchestrazione) e gli esecutori ne sono all’altezza.
Il libretto è semplicissimo, la copertina è limitata al titolo del pezzo e all’autore, con una stella gialla stilizzata all’angolo, l’interno è vuoto e la quarta di copertina contiene in Tedesco i curricula dei solisti, del direttore di coro e del direttore d’orchestra e nulla più.
Nonostante questo, consiglio a tutti l’ascolto del brano (è disponibile una esecuzione integrale su YouTube) perché non si resta delusi e se possibile procurarsi questo CD magari scrivendo alla Basilica: Kath. Kirchenstiftung St. Ulrich & Afra Augsburg.
Febbraio 2025
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 9 Gen, 2025 | Musica
CREMONA – L’organo della Cattedrale
Fausto Caporali
CD MV Cremona 005/015
La cattedrale di Cremona è un amplissimo edificio a croce greca, sorto a partire dal XIII sec. cui fu aggiunto, dal XIV sec., un altissimo campanile che tuttora è il più alto d’Italia e viene chiamato dai cittadini “il Torrazzo” alto ben 112,54 metri. All’interno della cattedrale, sulla parete sinistra del presbiterio, fu costruito a partire dal 1545 un grandioso organo con base 24 piedi, forse in competizione con il Duomo di Milano dove all’epoca, nello stesso modo, era stato costruito un organo di 24 piedi per ordine di San Carlo Borromeo (cui fu aggiunto nel secolo successivo sul lato destro un altro organo di 24 piedi per ordine del cardinale Federigo Borromeo). Per un organo così importante come quello della cattedrale di Cremona furono sempre chiamati a suonarlo illustri organisti e maestri di cappella e il CD in esame ce ne presenta una illustre schiera ciascuno rappresentato da un pezzo e in due casi da due.
Si comincia con Marc’Antonio Ingegneri, Canzone Francese; seguono Germano Pallavicina, Fantasia ‘La Loda’ (°); Tarquinio Merula, Toccata del II tono, Intonazione cromatica del IV tono; Niccolò Corradini, Ricercar del IX tuono; Giuseppe Gonelli, Sonata (°); Pietro Chiarini, Allegro con violoncello, cornetti e tromboncini in risposta (°); Giacomo Arighi, Allegro (°); Gianfrancesco Polla, Sonata (°); Girolamo Barbieri, Suonata n. 5 (°); Ruggero Manna, Sinfonia dall’opera “Preziosa” (°); don Cesare Paloschi, Brano da cantarsi nella festa del S. Cuore di Gesù (°); Vincenzo Petrali, Versetto per il Gloria; Federico Caudana, Marcia Gaudete, Mater amabilis; don Dante Caifa, Victimae Paschalis (°); il CD si chiude con una composizione dell’attuale organista, quello che ha inciso il CD, Fausto Caporali, Variazioni su Lumen Gentium (°). I brani contrassegnati con (°) sono in prima incisione assoluta.
Il repertorio vastissimo scelto per questo CD percorre tutte le fasi costruttive dell’organo, dal Rinascimento al rifacimento di Pacifico Inzoli che rifece la mostra fondendo le canne di 24 piedi del comparto centrale in un’unica lastra senza giunzioni (e per questo ricevette i complimenti del sommo organaro francese Aristide Cavaillé-Coll), all’ampliamento di Balbiani Vegezzi-Bossi (che introdusse un registro di 32’ alla pedaliera completando la Mostra di 24’ verso il basso) fino all’attuale strumento ricostruito completamente da Mascioni (Op. 1066, anno 1985) grazie ad una generosa offerta del Cavaliere del Lavoro Giovanni Arvedi in cui però le tre canne centrali della Mostra e le canne centrali dei campi laterali (Fa0-Sol0-La0-Sib0-Si0) vennero rese mute. Successivamente all’incisione del CD, nel 2010, le canne mute della Mostra vennero alimentate e comandate da un ’apposita placchetta sulla consolle e usate più che come rinforzo della pedaliera in “cluster” suonate tutte insieme contemporaneamente creando un effetto di “tambor”.
All’ascolto, l’organo si mostra davvero versatilissimo, adatto a suonare i brani di tutte le epoche dal XVI al XX sec.; tant’è vero che ascoltando i primi brani sembra proprio di ascoltare un organo rinascimentale, poi uno barocco, poi uno ottocentesco e con Caudana e Caporali un organo sinfonico novecentesco a tutti gli effetti.
Le interpretazioni di Caporali sono tutte corrette e rispettano lo spirito dei pezzi, dal rinascimentale al contemporaneo, prendendosi qua e là alcune libertà di ritmo e di cambio dei registri che rendono bene i pezzi suonati. Forse solo la sua stessa composizione non è resa con il giusto “pathos” moderno ribadendo il vecchio detto che non sempre gli Autori sono i migliori interpreti della propria musica. Tutto sommato i brani meglio riusciti del CD sono quelli di Federico Caudana, titolare dell’organo Inzoli e poi del Balbiani Vegezzi-Bossi, che vengono resi col giusto “pathos” tardoromantico e con il giusto “rubato” in alcuni passaggi che li arricchiscono particolarmente.
Il libretto è soddisfacente poiché spiega di ogni brano le caratteristiche e la relazione che l’Autore ha avuto con l’organo della cattedrale di Cremona, riporta la disposizione fonica dell’organo attuale, ne raffigura la Mostra e la cassa rinascimentale in copertina mentre in quarta di copertina c’è il disegno originale proposto nel 1543 da Giulio Campi dove spiccano tre canne per ogni lesena laterale, quali columnae sonantes probabilmente per l’effetto “tambor”, che comunque non vennero realizzate.
Il testo, in Italiano, Inglese, Francese e Tedesco mostra la destinazione turistica del CD in vendita presso la Sacrestia della Cattedrale e quindi offerto ai turisti che la visitano e rimangono colpiti dalle dimensioni davvero monumentali dello strumento.
Tutto sommato è un bel CD e lo consiglio a tutti gli appassionati di musica Lombarda dal Rinascimento ai giorni nostri.
Gennaio 2025
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 4 Nov, 2024 | Musica
Josef Gabriel von Rheinberger
I due concerti per organo e orchestra
Ulrich Meldau al grande organo della chiesa di Enge – Zurigo
Orchestra Sinfonica di Zurigo diretta da Daniel Schweizer
CD Motette LC 5095
Nella lunga carriera di compositore di Josef Gabriel von Rheinberger non poteva mancare l’accoppiata organo/orchestra con la quale il nostro si cimentò con due bellissimi concerti che costituiscono il contenuto del CD in esame.
Il Concerto n.1 in Fa Maggiore Op.137 si articola nei consueti tre movimenti: Maestoso, Andante, Con Moto tutti e tre della durata di circa dieci minuti; il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con un’introduzione in P dell’organo cui segue l’esposizione del tema portata dai corni in P e MF, poi l’organo e l’orchestra dialogano sul tema principale e ne aggiungono altri parimenti lirici con il sostegno dei corni; il terzo è impostato su un caratteristico tema saltellante composto da duine ribattute fortemente impressivo: l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti e il tutto si conclude con un FF di organo e orchestra. Gli interpreti eseguono bene questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito.
Il Concerto n.2 in Sol Minore Op.177 si articola anch’esso nei consueti tre movimenti: Grave, Andante, Con Moto, i primi due della durata di circa dieci minuti il terzo di sei minuti e venti secondi; come nell’altro concerto il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni, dalle trombe e dai timpani prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con l’esposizione del tema molto melodioso da parte dell’organo cui seguono passaggi dell’organo con l’orchestra e con la sola orchestra; il terzo è impostato su un tema di accordi “strappati” dagli archi sostenuti dai timpani; anche qui l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti con due momenti topici al min. 2’20” e 4’40” con un FF di organo e orchestra. La coda finale in FF conclude il pezzo con un accordo maggiore. Gli interpreti eseguono bene anche questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito tranne che per due libertà che gli interpreti si prendono dove proprio non dovevano prendersele e cioè ai minuti 2’20” e 4’40” del terzo movimento dove mantengono il ritmo del movimento nonostante Rheinberger abbia scritto a chiare lettere “MAESTOSO” quindi con un rallentamento del ritmo e un afflato di grandiosità che qui manca.
L’organo attuale fu costruito da Kuhn nel 1951 su disposizione fonica dettata da Erich Vollenwyder organista della chiesa dal 1947 al 1989, articolata su tre manuali e pedale più un Organo Eco (FernWerk) accoppiabile al Positivo (KronWerk, II Manuale) e all’Espressivo (SchwellWerk, III Manuale) per un totale di 71 registri.
Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese, riporta note critiche sui brani registrati, la storia della chiesa di Enge a Zurigo e del suo organo, la disposizione fonica dell’organo, i curricula del direttore d’orchestra e dell’organista. Ci sono alcune foto in b/n: l’organo, preso fortemente di scorcio, del direttore d’orchestra e dell’organista. In copertina, a colori, c’è la riproduzione di un dipinto con la casa natale di Rheinberger in Vaduz e della adiacente cappella; in quarta di copertina c’è la foto in b/n di Rheinberger all’epoca della composizione del Concerto n.2 e la riproduzione del suo autografo. In copertina c’è anche la dicitura “Vol.8” facendo comprendere che il CD fa parte di una collana dedicata a Rheinberger di cui però non sono riuscito a trovare nessun altro CD.
Fatta la tara dei famigerati min, 2’20” e 4’40” del terzo movimento del Concerto n.2 consiglio il CD agli appassionati di musica del XIX sec. e agli appassionati di RiesenOrgeln, non rimarranno delusi e scopriranno due concerti che li soddisferanno.
Novembre 2024
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 22 Ott, 2024 | Musica
Monaco di Baviera – l’organo maggiore della chiesa di San Michele
Peter Kofler all’organo maggiore della chiesa di San Michele (Rieger 2011)
CD GE VKJK1302
La chiesa di San Michele a Monaco di Baviera è una costruzione seicentesca che segue i dettami della controriforma con vaghi echi della chiesa del Gesù a Roma, pur essendo priva di transetto e di cupola. L’organo maggiore ha subito varie peripezie storiche sin dalla costruzione avvenuta nel 1590. Per noi la più importante è avvenuta nel 1896 quando fu ricostruito da Franz Borgias Maerz su disposizione fonica dettata da Josef Gabriel von Rheinberger e un cospicuo finanziamento lasciato per testamento dalla moglie Franziska von Kucknass, deceduta nel 1892, che permise anche un adattamento della cassa alle proporzioni del nuovo organo.
Il 22 novembre 1944 la chiesa fu colpita dalle bombe alleate e l’organo andò distrutto. La cantoria fu ricostruita nel 1953 con un piccolo positivo a due manuali e pedale; un primo organo monumentale fu ricostruito nel 1966 dall’organaro locale Schuster con tre manuali e pedale; nel 1983 fu ricostruito da Dillingen Organi compagnia di costruzioni di Hubert Sandtner. L’organo assunse la fisionomia attuale di RiesenOrgel 75/IV coi lavori eseguiti da Rieger e conclusi nel 2011 come si legge QUI. L’organo risulta collocato in una cassa assai simile all’organo di Rheinberger in più ha un corpo laterale nel nicchione guardando la cantoria a destra che contiene le canne del IV Manuale – SchwellWerk alla Tedesca. Nel frattempo, la chiesa si era dotata di un organo corale di ampie dimensioni 40/III sempre costruito da Rieger nel 2005 articolato in due corpi ai lati dell’altare maggiore.
Nel CD è inciso il suono del solo organo maggiore con brani di Reger e Rheinberger, un accostamento da “diavolo e acqua santa” scelto dall’interprete per far ascoltare la versatilità dello strumento. Vi sono incisi i 9 pezzi per organo Op. 129 di Max Reger alternati con la Sonata n.8 in mi minore Op.132 di Josef Gabriel von Rheinberger e la Sonata n.7 in Fa minore Op.127 sempre di Rheinberger.
I 9 brani di Reger non sono eseguiti tutti di seguito: I-Toccata II-Fuga aprono il CD, segue la Sonata n.8 di Rheinberger articolata in Preludio-Intermezzo-Scherzoso-Passacaglia, ritorna Reger con III-Canone IV-Melodia V-Capriccio VI-Basso ostinato VII-Intermezzo, segue la Sonata n.7 di Rheinberger articolata in Preludio-Andante-Finale (con Fuga), chiudono il CD i brani VIII-Preludio IX-Fuga di Reger.
I brani di Rheinberger vengono eseguiti col giusto tempo e la giusta verve, ma Kofler li massacra poiché non ci mette mai un afflato romantico, non si piglia nessuna libertà nemmeno quando i pezzi sembrano invocarla. La monumentale Passacaglia che chiude la Sonata n.8 viene suonata senza sentimento, viene per così dire dattilografata; Kofler non commette errori di lettura ma si trincera dietro un andamento ostinatamente metronomico che danneggia il pezzo. Lo stesso fa con la Sonata n.7 che viene anch’essa dattilografata senza nessuno sprazzo di libertà o di pathos romantico. Sì, i tempi del Finale [3/2 3/1 3/4] vengono rispettati, ma a prezzo di ridurre il brano ad un pagnottone di note senza infamia e senza lode.
I brani di Reger si caratterizzano per brevità e per un persistente PPP e PP che solo in pochi brani sfociano in crescendo fino al FF e al FFF. Con i PPP al limite dell’udibile non si riesce a comprendere se l’esecuzione è corretta o meno, ma tenendo presente come vengono eseguiti i brani di Rheinberger, si può ritenere che anche Reger venga dattilografato con la stessa protervia con cui viene dattilografato Rheinberger. Per di più avendo relegato i brani VIII e IX Preludio e Fuga alla conclusione del disco si nota che il Preludio è in PP con una sezione in FF al centro, la Fuga è tutta in PP e PPP e passa senza quasi udirla chiudendo il CD senza onore e senza gloria lasciando l’amaro in bocca a chi si aspettava un grandioso CD di brani di Reger e Rheinberger egregiamente eseguiti, il che non è.
Il libretto, in tedesco e in inglese, curato da Kilian Sprau, contiene note critiche sui pezzi eseguiti (spesso contraddicendo il modo in cui i pezzi vengono eseguiti) quasi che l’interprete abbia capito come eseguire i pezzi con il giusto pathos romantico ma poi non l’abbia messo in pratica (cosa peggiore del non aver capito come eseguire i pezzi); il curriculum dell’organista, la ricca disposizione fonica dell’organo e foto varie in b/n dell’interno della chiesa, dell’organista e della consolle dell’organo. In copertina c’è la panoramica a colori dello strumento, indubbiamente assai bello con le sue membrature bianche decorate da intagli floreali dorati.
Per finire, consiglio questo CD ai soli appassionati dei RiesenOrgeln tedeschi ed in particolare di Rieger, poiché il contenuto, spiace dirlo ma è così, non è interessante come i titoli del CD promettevano.
Ottobre 2024
Graziano Fronzuto
P.S. la fotografia di Walter Gluck è stata reperita in internet e non recava inibizioni allo scarico e all’uso