Agnus dei.
Soltanto un folle poteva credere di offrire se stesso per l’innocenza del mondo. (altro…)
Soltanto un folle poteva credere di offrire se stesso per l’innocenza del mondo. (altro…)
Forse tutto accadde quando non si parlò più di opere (altro…)
Per saperne di più… La quarta parete.
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“Piccola Italia, non avevi corone turrite. Eri una ragazza scalza coi capelli sul viso e piangevi e speravi” – Elena Bono.
Online è possibile raccogliere una fitta rete di notizie, informazioni e commenti per tentare di capire cosa accadrà nei prossimi giorni. La pie-election-result sembra farsi a quattro fette, più o meno uguali a scalare. Lo scarto percentuale, pur risicato, avrà peso e forse si distribuirà così: PD – M5S – PDL – MONTI – (laddove tre sono coalizioni e ritenendo Ingroia e Giannino ininfluenti). Ma, come nel gioco dei quattro cantoni che si faceva da piccoli, il cambio di posto è possibile fino all’ultimo minuto, proprio perché lo scarto è scarso e gli indecisi ancora molti. M5S è comunque realtà visibile e, nonostante mi senta preoccupata e scettica, confesso che l’effetto paletta che scrosta la padella – ossia che toglie le sedie a tanti parlamentari che ci si sono incollati a forza di magheggi – non mi dispiace. Queste elezioni diranno che chi di porcellum ferisce di porcellum perisce, anche a colpi di perversione del complicato schema di attribuzione del premio di maggioranza in modo diverso tra Camera e Senato. Resta però da verificare se governo ci sarà e questo è l’interrogativo serio sul quale nulla ci dirà il risultato elettorale perché la pie che si profila è tale che avremo almeno un mese di sofferenti trattative per una coabitazione forzosa. Sempre sperando che non si vada ad una repentina ammissione d’ingovernabilità per un salto immediato a nuove urne e con stessa legge elettorale non riformata…
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(a cura di Rosanna Fronzuto)
Il Sammlung Boros non è un museo qualsiasi, ma un bunker antiaereo che, per diventare spazio espositivo, ha dovuto attraversare, nel corso del tempo, molte metamorfosi.
Da magazzino tessile a “banana bunker”, ossia punto di raccolta della frutta tropicale importata da Cuba, da edificio del Governo Federale a club hard, tra musica techno e party fetish, fino a essere riadattato a spazio per piéces teatrali e poi, finalmente, in museo d’arte contemporanea.
E’ il collezionista Christian Boros che, nel 2003, ne diviene proprietario e lo trasforma in spazio espositivo per la sua collezione d’arte contemporanea che, tra dal 2008 ad oggi, ha attirato 120.000 visitatori. Un numero elevatissimo tenuto conto che, per motivi di sicurezza, si può accedere alle ottanta stanze del bunker soltanto prenotando un tour guidato e per gruppi limitati a un massimo di 10 persone.
Per saperne di più…
http://www.sammlung-boros.de/besuch/info.html?L=1
(di Martha Renzi)
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