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I sommersi e i salvati.

Riflessioni di Rosanna Fronzuto.
La testimonianza è ricordo diretto consegnato al resto del mondo affinché sia memoria attiva della realtà avvenuta per la costruzione di un futuro migliore. Ma in questi giorni voci anche autorevoli su quotidiani come La Stampa e Italia Oggi, hanno esternato dubbi sull’effettività del mandato educativo delle commemorazioni. Affermazioni amare che, purtroppo, trovano anche riscontro nel corso dei secoli: se davvero la memoria degli errori e soprattutto degli orrori servisse all’uomo a non compiere più crimini e genocidi, sarebbero a questo punto estinte e mai più ripetute tutte le guerre.

Noi di Liber Exit vogliamo crederci ancora, vogliamo credere nella forza della memoria da tramandare alle generazioni future come mandato di pace, di fratellanza, di uguaglianza, di solidarietà, e per questo abbiamo deciso di unirci anche quest’anno alla Giornata della Memoria con un tributo a quello che è considerato un libro fondamentale nella testimonianza di quanto accadeva dal febbraio 1944 al 27 gennaio 1945 nel Lager di Buna-Monowitz e cioè in uno dei quarantaquattro campi satelliti di Auschwitz, in Alta Slesia, nel territorio polacco: Se questo è un uomo di Primo Levi.

La prima edizione del libro fu resa possibile da una piccola casa editrice torinese, dopo che alcuni grandi editori, fra cui Einaudi, avevano rifiutato il manoscritto. Fu Franco Antonicelli, direttore della De Silva, a far stampare e pubblicare nel 1947, in 2.500 copie, il manoscritto di Primo Levi, sostituendo il titolo dato dall’autore I sommersi e i salvati, con il titolo Se questo è un uomo. L’opera ebbe alcune recensioni autorevoli tra cui quella di Italo Calvino, ma trascorsero anni prima che Levi venisse considerato uno scrittore dalla statura del testimone e soltanto nel 1958 fu ristampato da Einaudi stesso, nella collana «Saggi».

Questo è’ pertanto un invito a leggere, a conoscere, a sapere attraverso le parole di chi ha vissuto quei giorni di orrore indelebile e ha voluto riattraversarlo per scriverlo proprio affinché potesse essere resa nota al mondo l’atrocità della deportazione e dell’olocausto.

Con un ringraziamento alla De Silva e a Franco Antonicelli per aver voluto pubblicare nel 1947, e cioè a soli due anni dai fatti, l’opera di Levi rifiutata dai grandi editori. Ringraziamento che Liber Exit ritiene doveroso perché senza l’impegno della piccola casa editrice torinese forse queste pagine non sarebbero mai arrivate a noi.

 

(sull’argomento anche: Stolpersteine. Pietre d’inciampo nella memoria.)

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di Rosanna Fronzuto

Tacciano i venti tutti. Giacomo Leopardi.

Appena undicenne Giacomo Leopardi compose una lirica sulla natività che a volte viene indicata come ‘canzonetta’ altre come ‘Leopardi puerile’. Apprendere la sua giovane età sorprende per la sensazione di scoprire, nello scritto, una particolare impronta iniziale del passo poetico successivo, quello della sua gioventù tesa a misurare la limitatezza della condizione umana immaginando l’oltre:  ‘L’infinito’.

Con questi versi e in questa prospettiva, Liber Exit augura a tutti un felice Natale.

In foto: La Natività di Maria, mosaico di Pietro Cavallini (1291) presso la Chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Tacciano i venti tutti,
del mar si arrestino le acque,
Gesù, Gesù già nacque,
già nacque il Redentor.
Il Sommo Nume Eterno
scese dall’alto cielo,
il misterioso velo
già ruppe il Salvator.
Nascesti alfin nascesti,
pacifico Signore,
al mondo apportatore
d’alma felicità.
L’empia, funesta colpa,
giacque da te fiaccata,
gioisci, o avventurata,
felice umanità.
Sorgi, e solleva il capo
dal sonno tuo profondo;
il Redentor del mondo
omai ti liberò.
No, più non senti il giogo
di servitù pesante,
son le catene infrante
da lui che ti salvò.
Gloria sia dunque al sommo,
Onnipossente Iddio,
guerra per sempre al rio
d’Averno abitator.
Dia lode e Cielo, e Terra,
al Redentor divino,
al sommo Re Bambino
di pace alto Signor .
Giacomo Leopardi, 1798-1837

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La quarta parete. Alexandra Tempesta.

“Poi, quando la luce va a farsi l’aperitivo dall’altra parte del mondo, io resto sola.”

L’Erudita Editrice presenta ‘La quarta parete’ raccolta di racconti di Alexandra Tempesta. Martedì 15 gennaio 2013 presso lo spazio Follyk in Vicolo della Fontana 1, ore 18.
Alexandra Tempesta, già autrice di raccolte di poesie edite, si addentra nella dimensione del racconto breve per rappresentare in prosa la tensione che spinge l’anima ad infrangere la finzione, il sipario interposto tra l’io e gli altri… La quarta parete.

Per saperne di più… La quarta parete.

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