L’organo di San Francesco al Terminillo
Libero Rino Pinchi (op. 283 anno 1969)
di Graziano Fronzuto
Storia
Il monte Terminillo è divenuto località sciistica e vacanziera a partire dagli anni ’30 del XX sec., quando fu trasformato adeguatamente e significativamente come “montagna di Roma”. Risale a quell’epoca l’ampia strada di collegamento della valle di Rieti con la spianata naturale di Pian de’ Valli (1600 m s.l.m.) e la costruzione dei primi insediamenti turistici.
In quegli stessi anni, precisamente il 18 giugno 1939, Papa Pio XII proclamava Santa Caterina da Siena e San Francesco d’Assisi Patroni d’Italia. L’evento fece nascere l’idea nei PP Francescani Conventuali di dedicare un tempio a San Francesco proprio a Pian de’ Valli, ma la seconda guerra mondiale –scoppiata nel frattempo– la fece accantonare fino al 1948, anno in cui fu designato a tale scopo il giovanissimo Padre Riziero Lanfaloni.
Il religioso riuscì prodigiosamente a raccogliere le offerte in un tempo relativamente breve, tanto che in pochi mesi fu pronto il progetto dell’architetto Paolo Fidenzoni e il 18 settembre 1949 l’arcivescovo dell’Aquila (futuro cardinale) Carlo Confalonieri posava la prima pietra. La chiesa, di grandi dimensioni, a navata unica coperta da volta parabolica in cemento armato, vide la celebrazione delle prime messe già negli anni ’50. L’arcivescovo dell’Aquila Costantino Stella la consacrò il 22 agosto 1964 e lo stesso card. Confalonieri la inaugurò il successivo 13 settembre.
Negli anni successivi, sempre grazie all’infaticabile impegno di padre Lanfaloni, la chiesa veniva arricchita da numerose opere d’arte, tra cui spicca innanzitutto il grandioso presbiterio –sistemato su disegno di Pietro Vitali– con l’immenso mosaico absidale (1975) e le pregevoli decorazioni degli elementi liturgici, la via Crucis di Aldo Laurenzi, le vetrate ispirate al cantico delle creature, tutte opere realizzate tra il 1965 e il 1980.
L’esterno della chiesa –originariamente di forme assai semplici ‘a capanna’– è stato ulteriormente modificato tra il 1980 e il 1982, con una ulteriore copertura globale resasi necessaria per proteggere il tempio dai danni del ghiaccio durante i lunghi inverni.
Nel frattempo, padre Lanfaloni fu trasferito a Spoleto dove visse fino al ritorno al Padre (10 giugno 1995) e fu sostituito per alcuni anni da altri confratelli Francescani. Poco tempo dopo, la chiesa fu affidata al clero secolare della diocesi di Rieti fino al subentro della Fraternità Monastica della Trasfigurazione, famiglia dell’ordine Benedettino cui tuttora la chiesa è affidata.
Registri
I Manuale – Positivo Espressivo |
III Manuale – Recitativo Espressivo |
1 Principalino 8’ [ Reale ] 2 Bordone 8’ [ Reale ] 3 Viola Gamba 8’ [ Reale ]
4 Flauto 4’ [ P. dal N. 2] 5 Ottava 4’ [ Reale ] 6 Nazardo 2’2/3’ [ Reale ] 7 Flautino 2’ [ P. dal N. 4] 8 Decimino 1’3/5’ [ Reale ] 9 Piccolo 1’ [ P. dal N. 7] 10 Ripienino 3 file [ Reale ] 11 Cromorno 8’ [ Reale ] 12 Tremolo [ I e III Man.] |
44 Principale Dolce 8’ [ D. dal N. 1] 45 Corno di Notte 8’ [ D. dal N. 2] 46 Salicionale 8’ [ Reale ]
47 Flauto 4’ [ D. dal N. 4] 48 Ottava 4’ [ D. dal N. 5] 49 Flauto XII 2’2/3’ [ D. dal N. 6] 50 Flautino 2’ [ D. dal N. 7] 51 Decimino 1’3/5’ [ D. dal N. 8] 52 Ripienino 3 file [ D. dal N.10] 53 Oboe 8’ [ Reale ] 54 Tremolo [ I e III Man.] |
II Manuale – Grand’Organo |
Pedale |
13 Principale 16’ [ D.N.56 e 14] 14 Principale 8’ [ Reale ] 15 Flauto Traverso 8’ [ Reale ]
16 Dulciana 8’ [ D. dal N.46] 17 Viola 8’ [ D. dal N. 3] 18 Ottava 4’ [ Reale ] 19 XII 2’2/3’ [ Reale ] 20 XV 2’ [ Reale ] 21 Ripieno 6 file [ Reale ] 22 Tromba Orizz. 8’ [ Reale ] |
55 Contrabbasso 16’ [ Reale ] 56 Subbasso 16’ [ Reale ] 57 Basso 8’ [ P. dal N.55]
58 Bordone 8’ [ P. dal N.56] 59 Violoncello 8’ [ D. dal N. 3] 60 Dolce 8’ [ D. dal N.46] 61 Flauto 4’ [ P. dal N.58] 62 Fagotto 8’ [ D. dal N.53] 63 Corno 8’ [ D. dal N.11] 64 Tromba 8’ [ D. dal N.22] 65 Tromba 4’ [ D. dal N.22] |
Unioni e Accoppiamenti |
Annulli |
23 Unione I – Ped. 24 Unione II – Ped. 25 Unione III – Ped
26 Acuta I – Ped. 27 Acuta II – Ped. 28 Acuta III – Ped 29 Grave III – I 30 Unione III – I 31 Acuta III – I 32 Grave I 33 Acuta I 34 Grave I – II 35 Unione I – II 36 Acuta I – II 37 Grave II 38 Acuta II 39 Grave III – II 40 Unione III – II 41 Acuta III – II 42 Grave III 43 Acuta III |
A Ancia I A Ancia II A Ancia III
A Ancia Ped. A 16’ Man. A Gravi A Acute |
Accessori
6 Combinazioni Fisse Generali a Pistoncino
4 Combinazioni Libere Generali a Pistoncino richiamabili con Pedaletti
4 Combinazioni Libere Particolari a Pistoncino per ogni Tastiera e Pedaliera
Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni8’
Staffa Crescendo Generale
Staffa Espressione al I e III Manuale
Pedaletti Ripieno I, II, III; Ancia, Tutti
Estensione
Tastiere di 61 note (Do – Do); Pedaliera di 32 note (Do – Sol).
Collocazione
Corpo unico in nicchia alla sinistra dell’Altare Maggiore.
Cassa
Essendo sistemato integralmente nell’ultima cappella laterale sinistra, non ha una cassa vera e propria, ma delle cornici in legno entro cui sono disposte le canne di mostra.
Mostra
Mostra8’in 5 campate con disegno piuttosto mosso di cuspidi ed ali. Alla base della mostra vi sono le Trombe Orizzontali in rame disposte con disegno concavo-radiale di grande effetto scenografico.
Trasmissione
Elettrica Pinchi fine anni ‘60; Consolle Pinchi indipendente, mobile su basamento a ruote, in genere posta al di sotto del Corpo d’Organo (per alcuni anni attorno al 1999 venne resa fissa e posta lungo il fianco destro della navata prima del presbiterio).
Note
La costruzione dell’Organo risale al 1969, su progetto di Ottorino Baldassarri derivato da un’idea largamente diffusa (Somiere a doppio Scompartimento in Cassa Espressiva per il Positivo ed il Recitativo) praticata da lungo tempo (primi esempi di Pacifico Inzoli, poi Tamburini, Mascioni ecc.) in numerosissimi strumenti italiani.
Proprio il carattere maggiormente distintivo dell’Organo, e cioè la coincidenza dei Registri del I Manuale con quelli del III Manuale, ne costituisce il limite principale; a fronte degli indubbi vantaggi in termini economici e di spazio, ha gli svantaggi della limitazione della libertà d’uso dei registri sui manuali che lo controllano e della potenza sonora complessiva. Si tratta in pratica di un organo a due manuali, utilizzabile su tre entro i suddetti limiti. Si fa inoltre sentire l’assenza di almeno un’ancia reale di 16’ alla Pedaliera (specie ricordando che le prime 12 canne del Contrabbasso sono in comune con le prime 12 del Principale 16’ del II Manuale).
In conclusione, si tratta di un organo apprezzabile, tanto da essere spesso utilizzato per concerti tenuti nei periodi di maggior afflusso turistico.
In particolare, per me ha un grande valore affettivo dato che è stato il mio primo organo e dato che attorno alla sua consolle ho potuto conoscere tanti buoni amici della musica e miei.
Ringraziamenti
Ringrazio per le preziose notizie l’organaro Guido Pinchi, che ha curato l’intonazione e l’installazione dello strumento, l’organologo Sergio Colasanti, i maestri Roberto Russi, Ruggero Russi, Stefano Conti, Filippo Tigli e Luca Di Donato; esprimo infine particolare riconoscenza, a perpetua memoria, all’indimenticabile Padre Riziero Lanfaloni.
Links della Parrocchia di San Francesco al Terminillo
http://www.parrocchiaterminillo.org/FraternitaMonastica.html
http://www.parrocchiaterminillo.org/storiaearte.html
Biografia di Padre Lanfaloni