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The world of The Organ

Simon Preston

Organo dell’Abbazia di Westminster

CD DECCA 430 091-2

L’organo dell’Abbazia di Westminster è uno strumento gigantesco collocato in due corpi affrontati sul Coro dell’Abbazia, poco prima del transetto. E’ stato più volte ristrutturato e attualmente si presenta sostanzialmente come realizzato nel 1937 da Harrison & Harrison per l’Incoronazione di Re Giorgio V il 12 maggio di quell’anno e come modificato e ampliato per ordine di Simon Preston tra il 1982 e il 1987; si tratta di un organo gigantesco (RiesenOrgel come dicono i Tedeschi).

Il CD, realizzato nel 1990, documenta l’organo in questo stato suonato dall’autore delle modifiche, Simon Preston, a lungo organista della Regina d’Inghilterra e pertanto titolare di questo strumento.

Il CD è una miscellanea di brani, che consentono all’ascoltatore di sentire tutta la ricchissima tavolozza sonora di questo strumento. Il CD si apre con la Toccata dalla 5^ Sinfonia in Fa minore di Charles Marie Widor; seguono poi Johann Sebastian Bach, corale “Wachet auf”; Wolfgang Amadeus Mozart, Fantasia in Fa minore k608; William Walton, Marcia Crown Imperial; Christopher Clarke, Prince of Denmark March (arr. di S.Preston); Georg Fridrich Haendel, Marcia Funebre dall’oratorio Saul; Henry Purcell, Trumpet Tune; Edward Elgar, Imperial March; Louis Vierne, Finale dalla Prima Sinfonia in Re minore; Richard Wagner, Coro dei Pellegrini dal Tannhauser; Alexandre Guilmant, Marcia su tema di Haendel, Robert Schumann Studio n.5; Siegfried Karg Elert, Marcia Trionfale.  

Come si vede, su tredici brani ben 6 sono Marce e altri tre sono assimilabili a marce. Presumo che Preston li abbia scelti per sottolineare la funzione eminentemente celebrativa che ha questo strumento nelle Funzioni Religiose che si svolgono da sempre nell’Abbazia, sede di incoronazioni, di funerali di membri della Famiglia Reale, di commemorazioni ecc. Non avrebbe sfigurato il brano “Westminster Abbey” di Marco Enrico Bossi, ma è talmente raro che forse Preston nemmeno lo conosceva.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna di suonare quest’organo è inutile sottolineare la bellezza dei suoi fondi, la caratterizzazione delle sue ance, la brillantezza delle sue misture e le altre innumerevoli caratteristiche tecniche dell’organo, che possiede comandi a pomello, pistoncino, placchette e pulsanti posti anche sui modiglioni delle tastiere. La consolle è a dir poco monumentale e la panca è grande e pesante, ma può essere regolata al millimetro in altezza e distanza dalla consolle grazie a meccanismi azionati da manovelle in ottone.

Tornando al CD, si nota la assoluta padronanza di Preston nei brani di compositori inglesi, ma anche di quelli tedeschi (Bach, Schumann e Karg Elert; Haendel era tedesco di nascita ma naturalizzato inglese) e francesi (due famosi finali di sinfonie e una marcia però su tema di Haendel) e con tecnica precisa e indefettibile, anche se un po’ di rubato -che pure non manca- in più non avrebbe fatto male.

Il CD è corredato da un libretto assai succinto in Inglese con cenni sulla storia dell’organo e sui brani eseguiti. Seguono poi pagine e pagine di pubblicità della Decca con la proposta di altri CD di organo del catalogo della Casa.

Ciò è discutibile anche perché manca la disposizione fonica dell’organo (per fortuna reperibile in Internet nel sito BIOS e altri) e il curriculum, sia pure ragguardevole, di Preston. Evidentemente sono informazioni che vengono date per scontate dato che chi acquista questo CD non lo fa come primo CD d’organo della propria collezione ma dopo aver acquistato qualche decina di CD.

Se per assurdo si dovesse iniziare la propria collezione di CD d’organo con questo, si avrebbe difficoltà ad ascoltarne tanti altri, poiché l’organo è davvero notevole e si ha l’impressione di avere a che fare con un “non plus ultra” dell’organaria del XX sec. mentre si resterebbe delusi dal libretto in cui, per risparmiare spazio, i compositori sono citati solo per cognome e solo Bach è preceduto da J.S.; tutti gli altri sono citati solo per cognome e ciò a una casa come Decca non si perdona facilmente, per quanto bello possa essere il CD (e non mi stanco di ripeterlo: il CD è davvero molto bello).

In conclusione, fatta la tara delle pecche del libretto, l’organo è così bello all’ascolto che ne consiglio l’acquisto. Il CD non deluderà gli appassionati dell’arte organaria inglese del XX sec. e i numerosi appassionati di Simon Preston.

Febbraio 2022

Graziano Fronzuto