Seleziona una pagina

Jerusalem on High

Jerusalem on High

Victorian Voluntaries and Concert Pieces for Organ

Based on Hymns, Chorales and Psalm-tunes

Graham Barber

Organo dell’abbazia di Tewkesbury

CD Hyperion CDA67356

Un organo di particolare importanza storica, preso a paradigma dell’arte organaria inglese nell’epoca Vittoriana, questo dell’abbazia di Tewkesbury è stato scelto da Graham Barber per suonare brani d’epoca Vittoriana ispirati a temi religiosi.

Si tratta di una miscellanea molto varia ed interessante: Felix Mendelssohn, Ouverture dell’oratorio Paulus (adattamento di William Thomas Best); Deward Silas, Fantasia sull’Inno a Sant’Anna Op 93; George Alexander Macfarren, Variations on the Psalm Tune “Windsor”; Oliver King, Prelude for Lent; William Spark, The ancient Vesper Hymn (Tema, Variazioni e Fuga); Charles Steggall, Postlude “Jerusalem on High”; Charles William Pearce, “Creator of the Starry Height” Op.25 n.1 e Corde Natus ex parentis poema sinfonico Op.27.

Come si vede, a parte Mendelssohn (che fu amico e maestro d’organo personale della regina Vittoria e del principe consorte Alberto), gli autori sono tutti inglesi del periodo Vittoriano, poco noti fuori dalla propria patria ma i cui brani liturgici sono tuttora eseguiti nelle liturgie inglesi soprattutto Anglicane ma non solo.

L’organo fu costruito nel 1631 da Robert Dallam per il Magdalene College a Oxford e fu trasportato nel palazzo di Hampton Court (dove sarebbe stato suonato da John Milton) nel 1690 dal nipote di Dallam, Renatus Harris. Nel 1737 fu acquistato dall’abbazia di Tewkesbury dove la facciata con canne riccamente decorate di Dallam si affacciava ad ovest mentre ad est fu costruita una nuova facciata da Thomas Swarbrik.

Significativi lavori furono eseguiti da John Holland nel 1796 e da Henry “Father” Willis nel 1848 che lo rese un perfetto organo di epoca Vittoriana. L’organo fu poi spostato più volte all’interno dell’abbazia fino alla collocazione attuale in due corpi ai lati del coro, con la ricostruzione della cassa di Dallam al completo e di quella di Swarbrik con il suo secondo Principale (udibile distintamente nel Preludium for Lent). I lavori furono conclusi nel 1997 da Kenneth Jones, con l’aggiunta di un corpo solo in abside. Lo strumento si presenta con 4 manuali e pedale con 68 registri.

I brani prescelti si basano tutti su temi religiosi per lo più Anglicani, e dimostrano la loro versatilità, in mano ad autori di grandi capacità, ad essere manipolati, variati, spostati dal basso all’acuto e viceversa ecc.

Un po’ quello che hanno fatto nei secoli precedenti i compositori tedeschi sulle melodie di Lutero e dei suoi coevi autori di Corali.

L’esecuzione di Graham Barber è sempre accurata ed attenta alle sfumature e alle nouances delle musiche; forse un po’ più di rubato quà e là non avrebbe guastato, anzi avrebbe reso più gustosi i brani più brillanti e quelli più meditativi. Tuttavia l’organo è sfruttato molto bene e appare in tutte le sue sfumature di timbrica e di contrasti piano e forte.

L’enigmatico titolo del CD si spiega con il titolo della traccia centrale, un bellissimo postludio ricco di sfumature e di pathos.

Come si vede c’è un po’ di tutto e l’organo risponde bene alle esigenze timbriche di ciascun brano grazie alle interpretazioni di Barber.

Il libretto -in solo Inglese- contiene note sui brani incisi, il curriculum dell’organista e la storia dell’organo, non sempre lineare per uno strumento storico di indubbio valore.

In conclusione, uno sguardo sulla musica dell’epoca Vittoriana non è errato anzi riserva ricche sorprese che impressioneranno tutti gli appassionati d’organo e soprattutto gli appassionati della musica del XIX Sec.

Giugno 2022

Graziano Fronzuto

Musica d’Organo a Roma tra Rinascimento e Barocco

Musica d’Organo a Roma tra Rinascimento e Barocco

Lo storico organo “Luca Biagi” di S. Giovanni in Laterano

Alessandro Albenga

CD Audio Records The Classic nr.12

L’organo storico costruito da Luca Biagi nel 1598 sta nel lato destro del transetto della Basilica Lateranense; ha attraversato varie vicende storiche tra cui l’aggiunta della seconda tastiera da parte di Alari, un tentativo di restauro di Francesco Morettini negli anni ’30 del XX sec. che lo ridusse praticamente al silenzio fino al restauro completo compiuto da Barthélémy Formentelli nel 1985 e dopo la bomba del 1993.

Il CD è il primo di quelli registrati su quest’organo, per iniziativa dell’allora titolare Alessandro Albenga che ha scelto un repertorio integralmente romano: Ercole Pasquini, 6 Partite sopra “Ruggiero”; Girolamo Frescobaldi, Toccata Quarta, Recercar; Paolo Quagliati, da Recercate et Canzone: n.8 n.4 n.2 n.1, Toccata dell’Ottavo Tuono; Anonimo del XVII sec. (Francesco Antonio Tenaglia?) Canzone, Toccata, Ricercare, Canzona; Giovanni Battista Ferrini, Trombetta, Toccata.

I brani consentono ad Albenga di utilizzare l’intera tavolozza sonora dello strumento: dalla dolcezza dei Flauti, dal frizzante positivo aggiunto da Alari, fino al poderoso Ripieno con base 24’ dell’organo Biagi.

Il libretto, in Italiano e in Inglese, dà una sommaria descrizione dei brani ed una descrizione approfondita dell’organo; c’è il curriculum dell’organista ed una lunga digressione sulle modalità tecniche di registrazione dei brani dai microfoni usati fino alle frequenze di campionamento della registrazione digitale.

Il mio contributo personale al CD è stato il disegno dell’organo sia in copertina che a pagina 8 del libretto e la fotografia di Albenga alla consolle.

L’organo è utilizzato al meglio e meraviglia la straordinaria complessità di un organo di 24’ costruito per il Giubileo del 1600, raggiungendo vette non più eguagliate nell’organaria Romana dei secoli successivi.

Anche il restauro è notevole, avendo recuperato l’intonazione originale e riamalgamato la parte Alari con quella Biagi consentendo notevoli effetti di dialogo e di “eco”. Di contro c’è l’altezza dal suolo dell’organo, oltre 17 metri, che fa sì che sembri che l’organo suoni più per il Cielo che per la Terra. Nella registrazione, si sono collocati i microfoni all’estremità di una scala di servizio su ruote che raggiunge i 20 metri da terra.

In conclusione, si tratta di un CD di indubbio interesse non solo per gli appassionati di musica romana del XVI e XVII Sec. ma anche come esempio di organo di organo italiano di immense dimensioni perfettamente equilibrato nei suoi timbri e nelle sue capacità sonore.

Giugno 2022

Graziano Fronzuto

The Papenius Organ at MarienKirche Belzig

The Papenius Organ at the MerienKirche, Belzig

Works of Bruhns Hanff

Christoph Albrecht

CD Denon Co 74399

Il CD dell’organo Papenius della MarienKirche di Belzig non è una miscellanea come si potrebbe intuire dal titolo ma è integralmente dedicato a due soli autori: Nikolaus Bruhns e Johann Nicolaus Hanff, alternati fra loro. [B] Preludio e Fuga in Mi minore, Nun Komm der Heiden Heiland; [H] Helft mir gott’s Gute Preisen, War Gott niche mit uns diese Zeit; [B] Preludio e Fuga in Mi minore; [H] Ein feste Burg ist unser Gott, Erbarm Dich mein o Herre Gott; [B] Preludio e Fuga in Sol minore; [H] Ach Gott vom himmel sich darein, Aug meinen Lieben Gott; [B] Preludio e Fuga in Sol maggiore.

L’organo è una delle ultime opere di Papenius ed ha avuto varie vicissitudini finché nel 1979 Schuke ultimò un completo restauro che lo riportò all’originale. Lo strumento è ben equilibrato ma è tutto sommato piccolo e ciò si fa sentire soprattutto nel grandioso Preludio e Fuga in Mi minore (traccia 1) in cui la mancanza di un 32’ reale al pedale e un congruo numero di registri si fanno sentire.

Il libretto è in Tedesco, Francese e Inglese e riporta scarne notizie sui brani, la storia dell’organo e il curriculum dell’organista; c’è la disposizione fonica dell’organo e i registri utilizzati nei singoli brani (cosa che è perfettamente inutile per gli organisti di una certa esperienza ed è di difficile interpretazione per tutti gli altri).

La scelta di questi due soli organisti è voluta, quasi a fare un confronto fra le rispettive architetture musicali sullo stesso organo dal medesimo interprete. Il quale rende bene giustizia ai brani eseguiti con i giusti tempi, i giusti registri, i giusti cambi di tastiera. Del resto, essendo nato nel 1930, Albrecht era poco più che sessantenne al momento dell’incisione del CD e quindi perfettamente maturo per il repertorio prescelto.

La musica incisa è molto molto bella e -fatta la tara delle dimensioni un po’ piccole dello strumento- rende questo CD davvero prezioso; l’interpretazione è sempre giusta; forse un po’ di afflato romantico nei Preludi e Fuga di Bruhns avrebbe reso più sublimi e ricchi di pathos questi pezzi, che sembrano scritti in anticipo di un secolo almeno rispetto alla data effettiva di composizione. Se si pensa che Bruhns morì nel 1691 a soli 31 anni ci rendiamo conto di quale genio dell’organo abbiamo prematuramente perduto.

In conclusione, si tratta di un CD di indubbio interesse non solo per gli appassionati di musica tedesca del XVII Sec. ma anche come esempio di organo di piccole dimensioni perfettamente equilibrato nei suoi timbri e nelle sue capacità sonore.

Maggio 2022

Graziano Fronzuto