da Graziano Fronzuto | 24 Lug, 2022 | Musica
Louis Vierne – Pièces de Fantaisie
Winfried Bὃnig
All’organo Cavaillé-Coll di Santa Maria la Real, Azkoitia
CD Ambitus amb 97 997
Nel nord della Spagna c’è la cittadina di Azkoitia meta turistica assai pittoresca, nella parrocchiale è conservato uno degli ultimi strumenti costruiti da Aristide Cavaillé-Coll, precisamente nel 1898, inaugurato da Ferdinand de la Tombelle. La sua tavolozza di registri, distribuiti su tre manuali e pedaliera, è stata scelta da Bὃnig per incidere i “Pezzi di Fantasia” di Louis Vierne.
Il CD si apre con l’Inno al Sole op.53 n.3, prosegue con Naiadi op.55 n.4, Cattedrali op.55 n.3, Fuochi Fatui op.53 n.4, Preludio op.51 n.1, Le campane di Hinckley op.55 n.6, Gargolle e Chimere op.55 n.5, Siciliana op.53 n.2, Improvviso op.54 n.2, Fantasmi op.54 n.4, Andantino op.51 n.2, Toccata in si minore op.53 n.6, Intermezzo op.51 n.4, si conclude con la celeberrima Toccata Carillon di Westminster op. 54 n.6.
Come si vede si tratta di un’ampia antologia delle opere 51, 53, 54, 55. Sarebbe stato meglio suonare l’intera op.54 (quella di Carillon di Westminster) e l’intera op.55 (quella delle Campane di Hinckley e di Gargolle e Chimere), ma anche così si ha una ampia panoramica sull’opera “minore” (rispetto alle monumentali 6 Sinfonie) di Vierne. L’organo Cavaillé-Coll di Azkoitia risponde assai bene alle musiche di Vierne sapientemente suonate da Bὃnig che, nonostante parta da un’impostazione tedesca del suo modo di suonare, si immedesima abbastanza bene nello stile francese.
L’organista misura assai bene i registri per ogni pezzo, pur rispettando le puntuali prescrizioni di Vierne, che aiutano fino a un certo punto (non dimentichiamoci che Vierne aveva a disposizione l’organo Cavaillé-Coll di Nỗtre-Dame di Parigi con oltre 110 registri distribuiti su 5 manuali e pedaliera) ma sono indispensabili per suonare bene i suoi brani.
Così si odono i bellissimi Fondi 8’ dell’organo, le sue ance, le sue misture, i passaggi da PPP a FFF e viceversa che caratterizzano alcuni brani, si percepisce anche l’atmosfera idillica e sognante dei Pezzi di Fantasia come la voleva Vierne. Particolare menzione merita il “Carillon di Westminster”, il pezzo più famoso, che mostra i Fondi 8’ con l’Oboe 8’ (“alla Franck”) e un progressivo crescendo fino al FFF del finale.
Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese, descrive brevemente ciascuno dei brani, riporta la storia dell’organo (ma non la sua disposizione fonica visionabile QUI dove le altezze dei registri sono espressi in Palmi alla Spagnola anziché in PIedi come di norma, ma basta tener presente 26 palmi = 16 piedi, 13 palmi = 8 piedi ecc) e il curriculum dell’organista, titolare del riesenorgel (organo gigante) della cattedrale di Colonia. La copertina mostra i tre manuali dell’organo e la quarta di copertina una foto dell’organista. Non c’è la foto dell’organo, che pure nella sua monumentalità è stata trascurata.
In conclusione, il CD è veramente godibile e -anche se un po’ di “rubato” in più non avrebbe guastato- e offre un’ampia panoramica sul Vierne “minore” dei Pezzi di Fantasia. Consigliato a chi ama Vierne (e sono molti) e la musica francese a cavallo tra il XIX e il XX sec.
Luglio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 22 Lug, 2022 | Musica
Fantasy on Carlisle
Edward Taylor
Suona l’organo Willis della Cattedrale di Carlisle
CD Priory PRCD 1183
La Cattedrale di Carlisle dedicata alla Holy and Undivided Trinity (Santa ed Indivisa Trinità) è nota per essere la più piccola delle grandi cattedrali inglesi. Costruita nell’XI sec. in stile protoromanico a tre navate, transetto e abside, aveva la facciata rivolta verso il Vallo di Adriano (siamo ai confini con la Scozia). Nel XIII sec. se ne decise la ricostruzione in stile gotico e si partì dall’abside piana e dal coro, ampi e spaziosissimi. Nel frattempo la cattedrale antica veniva demolita e le sue pietre riutilizzate per rinforzare il Vallo di Adriano; rimaneva solo il transetto e una campata, l’ultima, della navata. Così la cattedrale rimase incompiuta perché non venne completata secondo lo stile e la spazialità dello stile gotico ed in pratica è costituita oggi dal solo Coro Gotico in cui si segue la Messa attorniati dai cantori mentre l’oculo verso il transetto antico è occupato dal Grande Organo.
La cattedrale fu dotata di organi almeno dal XVI sec., poi col passare del tempo, tra trasformazioni e alienazioni si giunse al 1856 quando fu commissionato l’attuale organo a Henry “Father” Willis, che realizzò uno strumento a tre manuali e pedaliera con disposizione fonica dettata dall’allora organista Henry Ford e dal famoso William Thomas Best, nato a Carlisle. Nel 1875 fu dotato di un Principale di 32’ reale che si affaccia sul transetto antico, dominando i visitatori che entrano in cattedrale, che devono passare necessariamente sotto l’organo. Ulteriori ampliamenti vennero fatti nel 1907 da Harrison & Harrison con lo spostamento del positivo sul lato Sud della cattedrale, a sinistra di chi suona l’organo. Le trasmissioni furono revisionate nel 1976 e nel 1995 e nel 1997 vennero aggiunti 4 registri (tra cui l’Oboe 8’ allo Swell Organ, di cui notai la mancanza quando suonai l’organo nel 1995 in compagnia di mia moglie Antonella e del compianto Freddie Symonds) che portarono l’organo all’assetto attuale.
Il CD si apre con Edward C. Bairstow, Prelude in Do maggiore; prosegue con Percy Whitlock, Fidelis; Frank Bridge, Tre pezzi per organo (1939): Preludio, Minuetto, Processionale; Adrian Self, Fantasy on Carlisle (pezzo del 2002 ispirato al tema popolare “Carlisle”); Arthur Wills, Arioso, Requiem Aeternam; David Briggs, Preludio e fuga in Re maggiore (da “Omaggio a Marcel Dupré”); Edward C. Bairstow, Preludio su “Vexilla Regis”, Elegia, Toccata-Preludio su “Pange Lingua”; John Cook, Fanfara; e si chiude con Percy Whitlock, Marcia da “Phoebe” (musica dedicata al varo di un incrociatore inglese che fece la II Guerra Mondiale nel Pacifico) arrangiata per organo da Robert Grover..
Si tratta di autori del XX sec. tutti inglesi e di pezzi tutti particolarmente adatti all’organo. Edward Taylor, nonostante la giovane età (è assistente organista della cattedrale), padroneggia assai bene le dissonanze e le complesse armonie dei pezzi proposti. Egli fa sentire assai bene tutta la tavolozza sonora dell’organo, dai PPP al limite dell’udibile al FFF del tutti con tanto di Tube. Nei brani più meditativi si odono i bellissimi fondi di 8’ dell’organo, soprattutto i flautati, talvolta con l’Oboe alla maniera di César Franck; altrove si sentono le bellissime misture, che sembrano quasi un Ripieno italiano, e la Tuba che spicca nella Fanfara di John Cook.
Il ponderoso libretto, esclusivamente in Inglese, descrive esaustivamente tutti i brani incisi e talvolta cita commenti degli autori ai propri brani (per es. nella Fantasy on Carlisle di Adrian Self, il brano più significativo del CD e quello in cui più si ode la tavolozza sonora dell’organo in tutte le sue sfaccettature), segue la storia dell’organo e la sua ricca disposizione fonica (72 registri distribuiti su 4 manuali e pedaliera) e infine c’è il curriculum dell’organista. Peccato che non vi sia una foto della mostra dell’organo priva di cassa ma con le canne ricchissimamente decorate a stencil, tantomeno una foto della mostra posteriore, composta da canne del Principale 32’ reale del Pedale; vi è una foto della chiesa verso l’altare che mostra l’immensa vetrata istoriata posteriore, una delle più grandi del mondo.
La scelta di dare spazio a soli autori del XX sec. ha pagato abbondantemente poiché si odono armonie e armonie cromatiche rese assai bene dallo strumento, che pare fatto apposta per questa letteratura. Naturalmente molto si deve alla sapienza costruttiva di Henry “Father” Willis e di Harrison & Harrison oltre ovviamente alla bravura di Edward Taylor che, con queste premesse, si prepara ad una carriera di organista di primo livello. Basti ascoltare i Piani e i Forti, i Crescendo e i Diminuendo, l’uso sapiente di Fondi e Misture, le ance sempre misurate e utilizzate per lunghe melodie “a solo” senza annoiare l’ascoltatore.
Consiglio il CD -nonostante venga consegnato a 25 giorni dall’ordine su Internet- per gli appassionati di musica del XX sec. ed in particolare della musica inglese. Ne rimarranno entusiasti.
Luglio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 21 Lug, 2022 | Musica
Organo del Sol Mayor – Marbella
Pilar Cabrera
Organo Gabriel Blancafort (1975)
CD Motette 11471
La Spagna è assai rinomata per i suoi organi storici, molto meno per i suoi organi moderni: eppure è un vero peccato poiché vi sono strumenti interessantissimi costruiti dagli anni ’70 del XX sec. in poi, costruiti da organari di tutto rispetto. E’ il caso di questo organo “del Sol Mayor” costruito per la parrocchia di Nostra Signora dell’Incarnazione di Marbella da Gabriel Blancafort nel 1975, al momento della sua costruzione il più grande organo meccanico moderno di Spagna, con 50 registri distribuiti su 4 manuali e pedale.
All’epoca della registrazione del CD, l’organistA della chiesa era Pilar Cabrera, virtuosa d’organo molto nota in Spagna e non solo. Il programma è una curiosa miscellanea di brani tra i più disparati: Johann Sebastian Bach, Toccata e Fuga in Re minore BWV 565; John Stanley, Voluntary; José Ximénez, Batalla; Wolfgang Amadeus Mozart, Adagio-Allegro-Adagio in fa minore K 594 (per due organisti: qui Cabrera è affiancata da Javier Villero), Entrata e Fuga in Do maggiore K 399i, Andante Cantabile K 15 II; Jehan Langlais, Chant Héroique; Franz Liszt, Preludio e Fuga sul nome di BACH.
Nonostante l’eterogeneità del programma, Pilar Cabrera si destreggia bene tra i diversi stili e le diverse epoche degli autori che ci ha proposto. Piuttosto scolastica la Toccata e Fuga in Re minore, anche se non mancano nella fuga sorprendenti impasti sonori e improvvisi cambi di registri e tastiere che la rendono pregevole; il Voluntary di Stanley scorre bene anche se si sente che non è l’organo adatto per suonarlo; la Batalla di José Ximénez è un classico della letteratura spagnola e consente di ascoltare la ricca batteria di ance dell’organo, forse un po’ affrettato il ritmo, ma nel complesso godibile; i brani di Mozart sembrano essere quelli più adatti all’organo, nonostante la loro rarità; Langlais e Liszt si ascoltano abbastanza bene ma risentono della relativa penuria di Fondi 8’ dell’organo nonché della mancanza di libertà interpretative da parte dell’interprete (insomma un po’ di “rubato” in più non avrebbe fatto male).
Il libretto, in Tedesco, Spagnolo e Inglese riporta brevi note su ciascun brano e la storia dell’organo nonché il curriculum dell’organista e la disposizione fonica dell’organo.
Il CD non delude anzi accende curiosità nell’ascoltatore che sembra dirsi “vediamo questo pezzo come viene” per ciascuno dei brani e lo consiglio a tutti gli appassionati di organaria della seconda metà del XX sec. specie spagnola (dove Blancafort e Grenzig sono i maggiori esponenti).
Luglio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 1 Lug, 2022 | Musica
Stefan Johannes Bleicher
Organo Joseph Gabler (1732) dell’Abbazia di Ochsenhausen
CD Arte Nova classics 74321 76811 2
Nella Germania del Sud vi sono numerose abbazie che fiorirono in periodo barocco e oltre ad una decorazione a stucchi e marmi si dotarono di organi barocchi di indubbia bellezza costruiti da autentici maestri dell’Arte Organaria. E’ il caso di Ochsenhausen, dove troviamo un grande organo costruito da Joseph Gabler adatto alla musica barocca, soprattutto della Germania del Sud.
Il CD si apre con un brano di anonimo tratto dall’Ochsenhausen OrgelBuch, Suite in Sol; prosegue con Johann Pachelbel, Aria Quarta in sol minore, Ciaccona in Re minore; Johann Speth, “La Spagnoletta”; Johann Caspar Ferdinand Fischer, Euterpe; Franz Xaver Murshhauser, Variazioni sulla cantilena Lasst uns das Kindelein wiegen (qui si può fare un paragone con l’interpretazione di Hedwig Bilgram https://liberexitcultura.it/landsberg-organo-storico-nella-chiesa-di-santa-croce/), Variazioni sulla Cantilena “Gegruest seyest du o Jesulein”; Georg Muffat, Passacaglia.
Si tratta di una miscellanea di autori della Germania del Sud che dimostrano di non avere nulla da invidiare ai colleghi del Centro e del Nord della Germania stessa, purché li si suonino sull’organo adatto.
Qui il Gabler di Ochsenhausen è il cacio sui maccheroni, coi suoi timbri bellissimi e ben caratterizzati; dalla dolcezza dei Flauti alla grandiosità delle Misture, dalla forza dei Principali alla potenza delle Ance. I pezzi incisi scorrono bene l’uno dietro l’altro, segno della maestria con cui sono stati scelti, e l’interpretazione di Bleicher non fa altro che esaltare gli spartiti con i giusti registri, i giusti ritmi, i giusti accelerati/rallentati, i giusti piccoli rubati che ne valorizzano il carattere.
Insomma sembra proprio che organo/organista/repertorio si siano scelti opportunamente per dare vita ad un risultato piacevolissimo all’ascolto.
Peraltro molti brani sono composti da variazioni su tema (anche la Ciaccona e la Passacaglia lo sono) e ciò consente a Bleicher di far ascoltare tutta la ricca tavolozza sonora dell’organo Gabler, con risultati a dir poco sorprendenti sia per timbrica sia per ritmica. Prendiamo per esempio la famosa Ciaccona in Re minore di Pachelbel, impostata su un basso ostinato Re – Mi – Fa – Sol – La che impiega la sola prima ottava della pedaliera: le variazioni si susseguono con naturalezza passando da una combinazione di registri all’altra a seconda del carattere ritmico delle stesse e ciò ne fa un vero e proprio raggiungimento da parte di Bleicher che sceglie con giudizio i registri da una variazione all’altra, tenendo conto anche del cambio dei manuali e delle nouances sonore.
Il libretto, in Tedesco e in Inglese, dà una succinta descrizione dei pezzi, la disposizione fonica dell’organo (con 50 registri distribuiti su 4 manuali e pedaliera), la storia dell’organo e il curriculum dell’organista. In copertina c’è la foto dell’organo, veramente monumentale, e in quarta di copertina una veduta aerea dell’abbazia dove si evince chiaramente che la chiesa era gotica e che è stata integralmente decorata in epoca barocca.
In conclusione, si tratta di un CD di indubbio interesse non solo per gli appassionati di musica tedesca del Sud della Germania ma anche come esempio di organo di organo tedesco di grandi dimensioni costruito da un grande organaro e perfettamente equilibrato nei suoi timbri e nelle sue capacità sonore.
Luglio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 1 Lug, 2022 | Musica
Landsberg – organo storico nella chiesa di Santa Croce
Hedwig Bilgram
Organo Simnacher (1731)
CD Denon 38C37 – 7200
I piccoli centri tedeschi conservano spesso intatti organi storici del XVII e XVIII sec.: è il caso di Landsberg nella cui chiesa di Santa Croce (Heilig Kreuz) si trova un organo barocco di perfette proporzioni, adatto ad un immenso repertorio coevo.
Il programma inciso è il seguente: Johann Ernst Eberlin, Toccata Prima; Johann Speth, Partite diverse sopra l’aria detta la Pasquina, Toccata Quarta; Eberlin, Toccata Tertia; Carlmann Kolb, Praeludium Primum; Franz Xaver Murschhauser, Variationes super Cantilenam “Last Unss dass Kindelein wiegen (qui si può fare un paragone con l’interpretazione di Stefen Johannes Bleicher https://liberexitcultura.it/musica-barocca-per-organo-della-germania-del-sud/), Intonatio Octavi Toni, Preambulum Octavi Toni, Fuga prima Octavi Toni, Fuga seconda Octavi Toni, Arpeggiata Octavi Toni; Kolb, Praeludium Tertium.
Come si vede, si tratta di una miscellanea di autori poco noti che pure hanno prodotto brani di indubbio fascino e di inappuntabile tecnica.
Hedwig Bilgram, allieva del sommo Karl Richter, si destreggia assai bene con tutti i brani in programma dando il giusto ritmo e il giusto pathos a ciascuno di essi. L’alta scuola di Richter si vede soprattutto nei brani di Murschhauser, eseguiti inappuntabilmente con i giusti registri, i giusti ritmi, i giusti rallentando/accelerando, i giusti contrappunti e quant’altro. Non vi sono mai cadute di gusto né esecuzioni inferiori ad altre, tutto è eseguito nella maniera migliore.
Il libretto è in Giapponese (!sic!) Inglese e Tedesco ed è sufficientemente corredato di note sui pezzi, sull’organo e sull’organistA. Peccato per la copertina in cui prevalgono toni scuri e lo stesso organo è ritratto controluce in modo da non distinguere le sue canne. Anche la foto della Bilgram alla consolle è presa di lato e i capelli coprono il viso.
Fatta la tara del libretto, il CD è piacevolissimo, i brani scorrono facilmente e felicemente all’ascolto tanto da far esclamare che meglio non si poteva proprio fare.
In conclusione, si tratta di un CD di indubbio interesse non solo per gli appassionati di musica tedesca degli autori minori del XVIII sec. ma anche come esempio di organo di organo tedesco di medio/piccole dimensioni perfettamente equilibrato nei suoi timbri e nelle sue capacità sonore.
Luglio 2022
Graziano Fronzuto