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Gottfried Holzer

Organo Walcker Mayer (1982)

CD ORF CD 335

In Austria vi sono numerose abbazie fondate nel Medioevo e che fiorirono nuovamente nel periodo Barocco quando oltre ad una decorazione a stucchi e marmi si dotarono di organi barocchi di indubbia bellezza costruiti da autentici maestri dell’Arte Organaria. E’ il caso di Gὃttweig, detta “la Montecassino Austriaca” fondata nel 1083 e che, dopo lunghe vicende, è giunta fino ad oggi nella veste Barocca tuttora visibile. Sulla Cantoria sopra l’ingresso principale troviamo il grande organo inizialmente costruito nel 1762 da Ignaz Gatto e rifatto nel 1922 da Rieger a trasmissione pneumatico-tubolare rimpiazzato nel 1982 per il millenario della fondazione dell’Abbazia da Walcker Mayer (III/45) utilizzando la preesistente cassa. Questa è articolata in tre corpi: due simmetrici in stile seicentesco collocati ai lati e disposti a 45° rispetto alla balaustra e un corpo rettangolare in stile ottocentesco collocato sul fondo della cantoria.

Il CD si apre con sette brani di Johann Sebastian Bach: il Preludio e tripla Fuga in Mi b maggiore BWV 552, il Concerto del duca Johann Ernst di Sassonia-Weimar trascritto da Bach per organo BWV 592, il trio sopra “Allein Gott in Der Hoh’ sei Ehr’” BWV 664; “Komm, Gott Schὃpfer, Heiliger Geist” BEV 667; “Wer nur den lieben Gott lἅsst walten” BWV 647; “Wachet auf, ruft uns die Stimme” Bwv 645; “Wenn wir in hὃchsten Nὃten sein” BWV 668; e si chiude sorprendentemente con il Preludio e Fuga sul nome di BACH di Franz Liszt (che nella lista dei brani del CD non riporta il numero 8 come sarebbe stato logico ma di nuovo il numero 1).

Holzer dimostra una piena padronanza dell’organo, soprattutto nei brani di Bach ma anche nel brano di Liszt se la cava bene, dimostrando la versatilità dell’organo che con la sua “astuta” disposizione fonica rende possibile l’esecuzione di un repertorio piuttosto ampio, almeno per i virtuosi come il nostro.

E difatti il CD si apre con uno dei più virtuosistici pezzi di Bach, il Preludio e tripla Fuga BWV 552 che con le sue imitazioni virtuosistiche, gli svelti passaggi di pedale del Preludio oltre ai famosi frammenti “in Eco” P e F prescritti da Bach stesso per il Preludio e l’intreccio di voci e dei tre temi della Fuga rendono il brano di impervia difficoltà, affrontata da Holzer con piglio deciso e piena padronanza.

Altrettanto piacevole l’interpretazione del Concerto BWV 592, anche se si sarebbe aspettato un uso dei registri più personale e fantasioso.

Meno brillante l’interpretazione dei Corali, corretta ma pressocché scontata nell’uso dei registri e nell’esecuzione in generale; è tutto corretto e scorrevole ma non c’è una scelta sorprendente dei registri o un estro particolare nel suonare ed è un vero peccato perché Holzer ha la stoffa per fare di più e fare di meglio.

Come si diceva prima, il Preludio e Fuga sul nome di BACH di Franz Liszt chiude il CD e mostra la versatilità dell’organo sotto le mani di un virtuoso come il nostro. Solo che si sente che l’organo è piuttosto “piccolo” per il brano. Nonostante i suoi rispettabilissimi 45 registri si avverte la mancanza di un 32’ al Pedale e di un 16’ aperto ai Manuali e di una Scharff (Ripieno Acuto) realmente acuto. Ciò costituisce un limite alla pur accurata interpretazione di Holzer che più di tanto non può cavare dall’organo.

Il libretto è tutto in Tedesco e contiene la storia degli organi dell’Abbazia, una nota sintetica su tutti i pezzi incisi, la disposizione fonica dell’organo e il curriculum dell’organista.

Consigliato agli amanti di Bach eseguito in modo “classico” senza forzature della partitura e senza sorprese, nonché agli amanti di Liszt che qui troveranno un Preludio e Fuga sul nome di BACH eseguito in modo diverso da come solitamente si sente.

Aprile 2023

Graziano Fronzuto