L’organo della Stadtkirche di Winterthur
Rheinberger complete organ works n.3
Rudolf Innig
Organo Walcker (1984) della chiesa cittadina di Winterthur
CD GoldDG LC6768
Affrontare un repertorio “tutto Rheinberger” è senz’altro insolito soprattutto se si pensa che questo CD fa parte di una collana dedicata all’integrale per organo dell’Autore. La difficoltà sta nell’amalgamare la tecnica necessaria all’altrettanto necessario pathos tardoromantico che caratterizza le pagine dell’Autore, cosa che non a tutti riesce bene anche quando si ha a disposizione un organo come questo della Stadtkirche di Winterthur (56/III) che anche se non è un vero e proprio Riesenorgel ha la disposizione fonica sufficientemente equilibrata per assicurare un buon risultato fonico.
Il CD si apre con la Sonata n.5 Op.111 in Fa # maggiore articolata in tre tempi a loro volta articolati in ulteriori tempi: Grave-Allegro Moderato, Adagio non troppo-Allegro, Allegro Maestoso-Maestoso; segue la Sonata n.6 Op.119 in Mi b maggiore articolata in quattro tempi: Preludio Andante, Intermezzo Andantino Amabile, Marcia Religiosa Moderato, Fuga con moto; seguono le 12 fughette in stile rigoroso op.123.a.
Come si vede, la carne al fuoco è molta e Innig la cucina con maestria, nonostante le difficoltà degli spartiti, toccando vette auguste (Grave della Sonata n.5, Intermezzo della Sonata n.6) e mantenendo uno standard assai elevato in tutti gli altri pezzi. Mancherebbe un po’ più di pathos tardoromantico, di cui le opere di Rheinberger sono impregnate, con qualche libertà di tempo e qualche rubato in più che non avrebbero guastato. Nonostante ciò la Sonata n.5 e la Sonata n.6 sono eseguite assai correttamente, senza forzature della partitura e senza esagerare con il ritmo, che non è mai troppo veloce né troppo lento come si sente in altre edizioni.
Discorso a parte meritano le 12 fughette in stile rigoroso, dove, per espressa volontà dell’Autore, non c’è il pathos tardoromantico delle Sonate ma un rigore compositivo autoimposto che lascia poco spazio ai cromatismi e alle vette romantiche delle altre opere. Per queste fughette, l’interpretazione di Innig è fin troppo appiattita sullo spartito, eseguito correttamente ma nulla di più e ciò è un vero peccato date le potenzialità dell’organo nel rendere assolutamente vive queste fughette senza intaccare il loro rigore compositivo ma ravvivandolo con impasti sonori particolari e con qualche libertà esecutiva in più.
Il libretto, in Inglese, Francese e Tedesco riporta una breve biografia di Rheinberger, note critiche sulle composizioni incise, il curriculum di Innig e la disposizione fonica dell’organo di cui c’è una bella fotografia in quarta di copertina. La copertina riporta una foto di Rheinberger attorniata dal titolo della collana e del disco. Tutto sommato esauriente, ben si accoppia al CD che, inusualmente, è dorato anziché argentato.
Consigliato a tutti gli amanti di Rheinberger, che possono utilizzarlo come pietra di paragone di altre incisioni (ben poche in verità) o semplicemente goderselo in pace quando si ha voglia di sentire musica tedesca tardoromantica non wagneriana.
Giugno 2023 Graziano Fronzuto