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Jean Guillou da giovane

Collection Grandes Orgues Vol.7

L’orgue du XX siècle

Jean Guillou agli organi di Saint Eustache a Parigi e della MatthiasKirche di Berlino

CD “Philips” 446 645-2

Ascoltare sia pure in CD Jean Guillou -di recente scomparso (Angers, 18 aprile 1930 – Parigi, 26 gennaio 2019)- è sempre una grande emozione e fa pensare a quanto sarebbe stata più grande averlo ascoltato dal vivo: conosco molte persone che hanno avuto la fortuna di averlo ascoltato dal vivo, anche in Italia dove ci sono strumenti da lui progettati e/o inaugurati (per esempio al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli) e ne hanno un ricordo indelebile.

Questo CD contiene brani composti nel XX sec. eseguiti su due organi del XX sec.: André Jolivet, Mandala; Grazyna Bacewicz, Esquisse; Antoine Tisne, Luminescences (Cités de lumière, Cathédrales de l’Univers); Michel Philippot, Sonate eseguite nel 1971 da Jean Guillou all’organo di Saint Eustache a Parigi; Olivier Messiaen, Les Corps Glorieux brano 4) Combat de la Mort et de la Vie; Jean Guillou, Sinfonietta eseguiti da Jean Guillou nel 1966 all’organo della MatthiasKirche di Berlino.

Come si vede si tratta di registrazioni giovanili, quando Guillou era già famoso ma non era ancora il Jean Guillou che abbiamo imparato a conoscere a partire dal 1990, quando fece ricostruire a Van den Heuvel l’organo di Saint Eustache dopo che l’organaro incaricato di manutenere il vecchio strumento (Merklin – Danion – Gonzales) si rifiutò di riconsegnarlo dando luogo ad un lungo contenzioso e alla decisione di ricostruire lo strumento ex-novo.

Nel CD si ascolta l’organo di Saint Eustache precedente alla ricostruzione, quindi con i timbri Merklin – Danion – Gonzales debitamente riportati nel libretto, dove però manca la disposizione fonica dell’altro organo utilizzato.

Dalle esecuzioni si evince un Guillou formidabile, già maturo e padrone dello strumento (anche se non ancora alle estreme conseguenze come avvenne in seguito) anche con i brani più ostici e con la sua stessa Sinfonietta che -articolata in tre tempi consecutivi- chiude il CD.

I brani si susseguono pieni di pathos e di espressione, trovando in Guillou l’interprete ideale per capacità tecnica e sensibilità artistica (cose che non sempre si ritrovano nello stesso organista), anche se si tratta di un Guillou relativamente giovane che ancora non era il virtuoso assoluto che sarebbe poi diventato.

E la virtù di questo CD è proprio quella di farci ascoltare un “giovane Guillou” che pochi, soprattutto Italiani, hanno potuto ascoltare dal vivo all’epoca (anche se era titolare a Saint Eustache dal 1963 dopo che André Marchal presentò le sue dimissioni da quell’incarico per dissapori con la committenza -il clero- e la proprietà -il comune di Parigi- su dei lavori fatti fare all’organo senza il suo consenso).

Come tutti sanno, gli autori francesi danno sempre indicazioni precise dei registri e dei cambi di tastiera; qui Guillou, che è stato un grande autore oltre che un eccelso interprete ed improvvisatore, segue le indicazioni ma si prende molte libertà senza che ciò snaturi i brani, anzi li pone sotto una luce diversa quella dell’interpretazione di un grande organista il cui nome è ben degno di figurare tra gli autori da lui incisi in questo CD.

Perciò i rubati, i cambi di registri, l’innesto di ulteriori cambi di tastiera arricchiscono i brani e li rendono ancora più godibili di quanto non siano seguendo pedissequamente le indicazioni degli autori (che comunque prevedevano che l’interprete si prendesse delle libertà se ne fosse stato in grado).

Il libretto è integralmente in Francese; riporta la disposizione fonica al 1971 dell’organo di Saint Eustache e note critiche sui brani eseguiti oltre al curriculum di Guillou, già ragguardevole all’epoca delle incisioni. Non ci sono foto degli strumenti. Le foto dell’organo di Saint Eustache sono note a tutti, quella dell’organo della MatthiasKirche di Berlino l’ho riportata in cima all’articolo.

Dal punto di vista tecnico, il CD è molto ben registrato e non fa rimpiangere i vinili da cui sono estratti i brani. Il lavoro dei tecnici della Philips riesce a cogliere tutte le sfumature timbriche dei grandi strumenti utilizzati grazie anche alle tecniche di registrazione particolarmente innovative per l’epoca di registrazione. Nel complesso il CD è di altissimo livello e lo consiglio a tutti gli amanti della musica d’organo francese del XX sec. ed il particolare ai fan di Jean Guillou, che non sono certo pochi.

Dicembre 2022

Graziano Fronzuto

Klosterneuburg – l’organo dell’abbazia

Georg Muffat

Opere per Organo Vol 1

Martin Haselbὃck

Organo Johann Georg Freundt (1642) dell’abbazia di Klosterneuburg

CD Naxos 8.553917

Georg Muffat fu uno dei più importanti organisti e compositori tedeschi della generazione appena precedente a J.S.Bach; fu a lungo organista della cattedrale di Passavia (dove ora c’è l’organo da chiesa più grande del mondo) e le sue opere meritano senza dubbio la massima attenzione da parte dei musicofili. Questo CD è integralmente a lui dedicato e contiene la prima parte dell’Apparatus Musico-organisticus (monumentale opera dell’Autore) e cioè le Toccate dalla prima all’ottava.

In queste toccate Muffat mostra tutta la sua maestria compositiva; ciascuna di esse è composta da più sezioni sempre sorprendenti e sempre suggestive per ricchezza armonica, inventiva melodica, audaci cromatismi. Le prime tre e la quinta sono di lunghezza relativamente breve (poco più di 5 minuti ciascuna), la quarta è poco più lunga (poco oltre i 7 minuti), la sesta e la settima sono decisamente monumentali (oltre 9 minuti ciascuna), l’ottava è più breve (poco oltre i 6 minuti e mezzo). Lunghe o corte che siano, sono tutte vigorose prove d’Autore, con i loro indiscutibili pregi e i passaggi dal grave al presto e viceversa che si alternano a passi fugati di rara maestria.

Haselbὃck affronta il repertorio con il giusto vigore, mantenendo i tempi sempre giusti per ogni passaggio anche se un po’ di rubato, soprattutto nei passaggi veloci, non avrebbe nuociuto. Spiccano su tutte le interpretazioni delle Toccate più lunghe, la sesta e la settima, che danno modo all’interprete di sfruttare al meglio le caratteristiche sonore dell’organo che con i suoi 29 registri distribuiti su tre tastiere e pedaliera tutte con prima ottava corta si presta bene ai ricchi passaggi dei brani muffatiani, sebbene composti per un organo più grande. Difatti l’organo della cattedrale di Passavia all’epoca di Muffat non era il più grande del mondo ma era pur sempre uno strumento di oltre 50 registri (ce lo attesta la cassa monumentale tuttora al suo posto). Nonostante ciò anche i FF accordali che si sentono di tanto in tanto sono sufficientemente sonori e potenti, segno di una intonazione assai “spinta” data all’organo dal costruttore e ripresa magistralmente dal restauro della casa svizzera Kuhn.

Per inciso: i vaghi sentori di stile Italiano che si odono in alcuni passaggi si spiegano col fatto che Muffat era nato a Megéve in Savoia e lì aveva appreso i primi rudimenti dell’arte musicale. All’epoca la Savoia era appartenente al ducato piemontese della famiglia Savoia (futura dinastia regnante in Italia) e dunque era territorio italiano che, come si sa, fu ceduto alla Francia con Nizza nel 1859, al termine della seconda guerra d’Indipendenza.

Il libretto, in Inglese, Tedesco e Francese, contiene cenni critici sui brani incisi e la disposizione fonica dell’organo con la sua storia (solo in Inglese) ma manca la sua fotografia; c’è anche il curriculum di Haselbὃck molto succinto (del resto l’organista è piuttosto noto nell’ambiente e dunque non c’è bisogno di fare sproloqui inutili).

All’ascolto il CD si presenta molto bene; i vari brani sono affrontati con il giusto pathos barocco e -anche se qualche libertà in più avrebbe giovato- si fanno ascoltare senza problemi e senza noia (cosa che altre incisioni provocano a prescindere dai brani incisi); l’abilità compositiva di Muffat viene fuori in tutta la sua grandezza e fa rimpiangere che nel mercato Italiano si trovino così poche incisioni delle sue opere (io stesso, per quanto abbia cercato, non sono riuscito a trovare nessuno dei volumi successivi a questo -il quale è il primo della serie- che la Naxos gli ha dedicato).

Lo stile di Muffat, libero e personalissimo, è brillante e animoso, con concessioni qui e lì al virtuosismo più alto e nobile, con fugati e contrappunti impeccabili. Haselbὃck rende assai bene questo stile barocco assai personale di Muffat con i registri giusti e i giusti cambi di tastiera e col pathos corretto per questo tipo di pezzi.

Il CD, fra i più interessanti della mia collezione, è consigliabile a tutti gli amanti della musica della fine del XVII sec. specie a quelli che non conoscono Muffat.

Dicembre 2022

Graziano Fronzuto

Recensione del CD di opere per Organo di Graziano Fronzuto della prof.ssa Monica Moretti

Ciao Graziano,

il tuo stile compositivo, veramente originale, viene valorizzato proprio dall’organo, questo strumento che hai sempre tanto amato ed al quale hai dedicato tante delle tue energie. È proprio l’approfondita conoscenza della tecnica e delle capacità espressive del tuo strumento che rende queste composizioni molto convincenti all’ascolto, sicuramente per un pubblico ben preparato.

Ti saluto

Monica

Chesterfield – l’organo della Parrocchiale

English Organ Music

Gareth Green

Suona l’organo Thomas Christopher Lewis (1905) della Parrocchiale di Chesterfield

CD Naxos 8.550582

La Parrocchiale di Chesterfield ha avuto organi sin dal XVIII sec. fino alla costruzione di un organo da parte di Henry Willis III nel 1958 collocato nel lato sinistro del transetto conservando nel Choir Organ le superstiti canne di Snetzler dell’organo precedente. Un incendio lo distrusse nel 1960 e così nel 1963 fu acquistato l’organo Lewis del 1905 della Town Hall di Glasgow, collocato nel lato sinistro del presbiterio all’angolo col transetto.

Con i suoi 63 registri distribuiti su 4 manuali e pedaliera, si tratta di un organo di grandi dimensioni forse fra i più grandi organi inglesi conservati in una chiesa non Cattedrale. Lo strumento si presta benissimo all’esecuzione di opere inglesi del XIX e XX sec. che difatti sono incise in questo CD.

Il CD si apre con il Tuba Tune di Craig S. Lang; prosegue con il Salmo 34 verso 6, il Salmo 37 verso 11, il Salmo 23 verso 4 di Herbert Howells; la Sonata in sol maggiore di Edward Elgar op.28; Hymn prelude on Rhosymedre di Ralph Vaughan Williams; il preludio su Darwells 148° il preludio su Canzone 13 di Percy Whitlock; e si chiude con il Tuba Tune di Norman Cocker.

Come si vede, i 6 autori costituiscono il fior fiore della musica per organo inglese tra il XIX e il XX sec.; certamente Elgar è il più rappresentativo e la sua bella Sonata per organo spicca su tutti gli altri pezzi, che comunque – grazie anche alle interpretazioni di Green – non sfigurano.

La bella Tuba dell’organo spicca nel primo e nell’ultimo pezzo, ma anche negli altri in cui è utilizzata per il “Tutti”. Registro solista per eccellenza, ad altissima pressione, sovrasta le Misture degli altri manuali con cui è accompagnata.

Le interpretazioni di Green sono correttissime e rimarchevoli; ottimi i crescendo e i decrescendo soprattutto nella Sonata di Elgar, specie nell’ultimo movimento (che, com’è noto, è nell’inattesa tonalità minore della Sonata, che è in Sol maggiore, mentre quest’ultimo movimento è in Sol minore). Forse un po’ di rubato in più non avrebbe guastato.

Il libretto è in Inglese e riporta cenni biografici degli Autori con riferimento ai pezzi registrati e il curriculum di Green. Non c’è la disposizione fonica dell’organo né la sua storia né una sua fotografia, che comunque possono essere reperiti in Internet https://richmcveigh.tripod.com/The%20Organ%20at%20Chesterfield%20Parish%20Church.htm

Fatta la tara del libretto, il CD è di alto livello perfettamente registrato e molto ben eseguito, lo consiglio a tutti gli appassionati della musica d’organo – e non solo – del periodo tra il XIX e il XX secolo.

Novembre 2022

Graziano Fronzuto

Weingarten – l’organo Gabler

Johann Ludwig Krebs

Opere per Organo Vol 1

Gerhard Gnann

Organo Josef Gabler dell’abbazia di Weingarten

CD Naxos 8.553924

Johann Ludwig Krebs fu uno dei più importanti organisti e compositori tedeschi della generazione successiva a J.S.Bach (di cui fu fra gli allievi prediletti) e le sue opere meritano senza dubbio la massima attenzione da parte dei musicofili. Questo CD è integralmente a lui dedicato e contiene i seguenti brani: Toccata e Fuga in Mi maggiore; Ach Gott, erhὃr mein Seufzen (O Dio, ascolta i miei sospiri); Sei Lob un Ehr dem hὃchsten Gut (sia lode e onore al Sommo Bene); Toccata e Fuga in La minore; Allein in Gott in der Hὃh’ sei Ehr’ (solo in Dio nel cielo sia la gloria); Wer nur den lieben Gott lἅβt walten (chi lascia che il solo caro Dio regni); Fantasia sopra Freu dich sehr, o meine Seele (rallegrati grandemente o anima mia); Trio in Mi bemolle maggiore; Ach Herr mich armer Sὒnder (o Signore, me povero peccatore); Preludio e Fuga in Do maggiore.

Pur essendo il primo di una serie di CD dedicata all’autore, presenta una scelta dei brani fra i più vari fra le sue composizioni. La più monumentale è senza dubbio la Toccata e Fuga in Mi maggiore, lunga oltre 9 minuti, affrontata da Gnann con estremo rigore (e qui non ci sarebbe stato male un po’ di rubato e qualche libertà in più durante l’esecuzione) ed anche vigore, che non guasta mai. Non sfigurano le altre composizioni, anche se di lunghezza di poco o assai inferiore, rese con maestria non comune da Gnann sfruttando molto bene le splendide coloriture dei registri dell’organo di Weingarten.

Il libretto, in Inglese, Tedesco e Francese, contiene cenni critici sui brani incisi e la disposizione fonica molto ricca dell’organo e in copertina c’è la fotografia di un dettaglio della cassa dell’organo in tutta la sua monumentale grandezza.

All’ascolto il CD si presenta molto bene; i vari brani sono affrontati con il giusto pathos protoromantico e -anche se qualche libertà in più avrebbe giovato- si fanno ascoltare senza problemi e senza noia (cosa che altre incisioni provocano a prescindere dai brani incisi); l’abilità compositiva di Krebs viene fuori in tutta la sua grandezza e fa rimpiangere che nel mercato Italiano si trovino così poche incisioni delle sue opere (io stesso, per quanto abbia cercato, non sono riuscito a trovare nessuno dei volumi successivi a questo -il quale è il primo della serie- che la Naxos gli ha dedicato).

Lo stile di Krebs, influenzato ovviamente da quello del suo maestro Johann Sebastian Bach, è brillante e animoso, con concessioni qui e lì al virtuosismo più alto e nobile, con fugati e contrappunti impeccabili nonostante siano ormai prossimi allo stile romantico imminente. Gnann rende assai bene questo misto di passato (l’influenza di Bach) e di futuro (le concessioni romantiche) con i registri giusti e i giusti cambi di tastiera e col pathos corretto per questo tipo di pezzi.

Il CD, fra i più interessanti della mia collezione, è consigliabile a tutti gli amanti della musica della fine del XVIII sec. specie a quelli che non conoscono Krebs.

Novembre 2022

Graziano Fronzuto

Santiago de Compostela – l’organo della cattedrale

El organo de la Catedral de Santiago

Organista Manuel Gesto Garcia

CD “Panteiro” 9010-CD

La cattedrale di Santiago di Compostela è uno dei luoghi più sacri e visitati del mondo; sin dall’alto medioevo si tenevano pellegrinaggi da ogni parte d’Europa verso questa chiesa, consuetudine che ancora si tiene viva dati i numerosi pellegrini che con ogni mezzo, anche a piedi, percorrono i sentieri di Santiago e -luogo sacro dopo luogo sacro dove ricevono un attestato- giungono a Santiago per entrare nella Cattedrale e ricevere l’agognata conchiglia del pellegrino.

Durante le messe, sempre affollatissime, viene fatto oscillare dal soffitto il “Botafumero”, un enorme incensiere che serviva un tempo a coprire il tanfo dei pellegrini (che giungevano a piedi e non erano certamente in condizioni igieniche perfette, anzi!) oggi serve a dare un’atmosfera religiosa particolare a tutta la chiesa.

In questa cattedrale, nel XVII sec. venne realizzato un coro ligneo con sovrastanti due organi a tre manuali ciascuno poco avanti il transetto, coro che venne rimosso nei restauri della cattedrale intrapresi a partire dagli anni ’40 del XX sec.; i restauri riguardarono anche gli organi che furono rimossi e sostituiti da un grande strumento Mascioni in due corpi azionati da tre manuali e pedaliera da una consolle collocata in presbiterio.

Il contenuto del CD è abbastanza sorprendente: si apre con il Corale Christ lag in Todesbanden di J.S.Bach; prosegue con las Cuevas de Altamira Prima Parte di Manuel Gesto Garcia; Chirimias, brano medievale eseguito con appositi strumenti d’epoca; Himno al Apostol Santiago di Manuel Soler cantato dal coro Cantigas e Agarimos diretto da Santiago Lopez; Intiento di Joaquim Sanchez; Fantasia e Fuga in La minore di J.S.Bach.

La miscellanea è molto varia ma non consente di valutare adeguatamente l’organo; forse solo l’Intiento di Sanchez riesce a convincere che ci troviamo di fronte ad un organo Spagnolo e non ad un Mascioni del 1947 che canta Italiano. Né aiutano le personalissime interpretazioni di Gesto Garcia, anziano organista di Santiago, per esempio quella della Fantasia e Fuga in La minore di Bach, talmente ripersonalizzata da divenire un pezzo del tutto nuovo.

Interessanti più di quanto si possa immaginare l’inserzione di due brani non per organo: Chirimias e l’Inno a San Giacomo che rendono giustizia a due millenni di storia della musica stratificatasi in questa Cattedrale per devozione a San Giacomo Apostolo (Santiago in Spagnolo).

Las Cuevas de Altamira Prima Parte è appunto la prima parte di una composizione della durata di circa un’ora che fu commissionata a Gesto Garcia da un facoltoso americano ammiratore della musica d’organo e della paleoarcheologia. Il brano si snoda fra consonanze e dissonanze e rende bene l’atmosfera delle storiche grotte di Altamira dove si sono rinvenute pitture umane dell’età della pietra.

Chirimias è un brano scritto per chirimias (una sorta di strumento affine alle nostre ciaramelle), Fagotto, Tromba e Cerejo (altro strumento a fiato affine al corno), e dà vita ad un antichissimo brano suonato in questa Cattedrale dalla notte dei tempi (almeno dal XII Sec.) che sorprende per le sue armonie medievali e per i timbri degli strumenti utilizzati.

La Fantasia e Fuga in La minore è completamente snaturata tanto da divenire un altro brano di paternità Gesto Garcia. Non si comprende lo scopo di questo esperimento e averlo messo nella scaletta dei brani incisi nel CD.

Il libretto, integralmente in Spagnolo, riporta il curriculum dell’organista, qualche cenno sui brani incisi, la storia della Cattedrale e degli Organi a partire dai due strumenti seicenteschi fino ad arrivare al Mascioni attuale di cui è riportata la disposizione fonica e in cui è rispettata la presenza delle Trompetas Reales al Positivo e al Grand’Organo che, poste in orizzontale, caratterizzano i due corpi d’organo come da tradizione Spagnola.

Il CD si vende nella sacrestia della Cattedrale e mi è stato portato dal Dott. Giovanni Della Seta che ha visitato la Cattedrale (più da turista che da pellegrino, ma ormai la differenza sta solo col mezzo con cui si arriva alla Cattedrale, se a piedi o no). Lo consiglio per i brani centrali ignorando Bach per non avere una delusione dall’ascolto poiché gli altri brani meritano la massima attenzione.

Novembre 2022

Graziano Fronzuto