Seleziona una pagina

L’organo della Cattedrale di Norwich

L’organo della Cattedrale di Norwich

Donald Joyce

Suona Reger al Grande Organo Hill, Norman & Beard (1970) della Cattedrale di Norwich

CD IMP Classic 30307 00852

Affrontare un repertorio “tutto Reger” è senz’altro un’operazione per veri virtuosi considerando le impervie difficoltà di cui sono costituite le opere dell’Autore.

Qui i brani sono tre: Introduzione, Variazioni su Tema Originale e Fuga; Benedictus; Fantasia e Fuga su “Wachet auf ruft uns die Stimme”.

Il primo brano, monumentale, parte da un’introduzione di sette minuti e in 12 variazioni di cui la prima espone il Tema, originale (cioè di pugno dell’Autore), ricche di note e di continui chiaroscuri (dal PPP al FFF e viceversa); le variazioni si susseguono senza soluzione di continuità per cui si deve fare attenzione al cambiamento di traccia del lettore del CD, anche perché le variazioni sono molto diverse in lunghezza (si va da 22 secondi a quasi 5 minuti e agli oltre 5 minuti della Fuga finale). Joyce si destreggia molto bene fra i lunghi fraseggi di accordi di 6 – 8  note che procedono inesorabili variazione per variazione, soprattutto nei PPP in cui sembrano essere costretti dall’Autore in una innaturale dinamica, al limite dell’udibile si ascolta il lavorio delle 5 – 6 voci che si intrecciano e proseguono fino al successivo PP per salire ancora fino al FFF.

Benedictus è una pagina di insolito pathos per l’Autore che, pur non rinunciando ai suoi consueti cromatismi, si lascia andare ad una bellissima melodia in PPP, PP, P di durata di oltre 5 minuti scritti con profondo sentimento religioso.

L’ultimo brano, altrettanto monumentale quasi quanto il primo, è una Fantasia e Fuga sul tema del corale “Wachet auf ruft uns die Stimme” (Svegliatevi ci chiama la Voce) che viene trattato in tutte le maniere possibili: in acuto, in corale ornato, in corale variato, in corale al basso (e qui il tema portato dal pedale dà un forte senso di profondità) ecc. La Fuga, anch’essa sul Tema, varia ancora il trattamento del corale (corale fugato) e dopo una lunga parentesi in PPP al limite dell’udibilità, torna a crescere fino al FFF finale. Questo pezzo fa capire come Reger sfrutti i PPP e i PP fino al massimo tanto che occorre avere ottime cuffie per ascoltare il lavorio incessante delle 5 – 6 voci anche qui come nelle Variazioni.

Joyce sceglie molto bene i registri, i crescendi ed i diminuendi, i cambi di tastiera e li gestisce con padronanza di tecnica e di interpretazione, sempre ispirata, anche se qualche rubato in più non avrebbe guastato data la monoliticità dei pezzi che a volte fa calare l’attenzione dell’ascoltatore.

Il libretto, solo in Inglese, descrive la biografia di Reger, dà notizie e note critiche sui pezzi e contiene anche il curriculum dell’organista e la disposizione fonica dell’organo.

L’organo, un vero Riesenorgel Inglese, non sfigura con i Riesenorgeln Tedeschi che forse sono un po’ più aspri nei FF e nei FFF, comunque i pezzi riescono molto bene anche su quest’organo di Norwich, collocato sull’iconostasi del Coro ed ha due facciate, una verso la navata, una verso il coro ricostruita in stile nel 1950.

Consigliato a tutti gli amanti di Reger, che possono godere di circa un’ora di sua musica molto ben eseguita e ben registrata.

Giugno 2023

Graziano Fronzuto

L’organo della Stadtkirche di Winterthur

L’organo della Stadtkirche di Winterthur

Rheinberger complete organ works n.3

Rudolf Innig

Organo Walcker (1984) della chiesa cittadina di Winterthur

CD GoldDG LC6768

Affrontare un repertorio “tutto Rheinberger” è senz’altro insolito soprattutto se si pensa che questo CD fa parte di una collana dedicata all’integrale per organo dell’Autore. La difficoltà sta nell’amalgamare la tecnica necessaria all’altrettanto necessario pathos tardoromantico che caratterizza le pagine dell’Autore, cosa che non a tutti riesce bene anche quando si ha a disposizione un organo come questo della Stadtkirche di Winterthur (56/III) che anche se non è un vero e proprio Riesenorgel ha la disposizione fonica sufficientemente equilibrata per assicurare un buon risultato fonico.

Il CD si apre con la Sonata n.5 Op.111 in Fa # maggiore articolata in tre tempi a loro volta articolati in ulteriori tempi: Grave-Allegro Moderato, Adagio non troppo-Allegro, Allegro Maestoso-Maestoso; segue la Sonata n.6 Op.119 in Mi b maggiore articolata in quattro tempi: Preludio Andante, Intermezzo Andantino Amabile, Marcia Religiosa Moderato, Fuga con moto; seguono le 12 fughette in stile rigoroso op.123.a.

Come si vede, la carne al fuoco è molta e Innig la cucina con maestria, nonostante le difficoltà degli spartiti, toccando vette auguste (Grave della Sonata n.5, Intermezzo della Sonata n.6) e mantenendo uno standard assai elevato in tutti gli altri pezzi. Mancherebbe un po’ più di pathos tardoromantico, di cui le opere di Rheinberger sono impregnate, con qualche libertà di tempo e qualche rubato in più che non avrebbero guastato. Nonostante ciò la Sonata n.5 e la Sonata n.6 sono eseguite assai correttamente, senza forzature della partitura e senza esagerare con il ritmo, che non è mai troppo veloce né troppo lento come si sente in altre edizioni.

Discorso a parte meritano le 12 fughette in stile rigoroso, dove, per espressa volontà dell’Autore, non c’è il pathos tardoromantico delle Sonate ma un rigore compositivo autoimposto che lascia poco spazio ai cromatismi e alle vette romantiche delle altre opere. Per queste fughette, l’interpretazione di Innig è fin troppo appiattita sullo spartito, eseguito correttamente ma nulla di più e ciò è un vero peccato date le potenzialità dell’organo nel rendere assolutamente vive queste fughette senza intaccare il loro rigore compositivo ma ravvivandolo con impasti sonori particolari e con qualche libertà esecutiva in più.

Il libretto, in Inglese, Francese e Tedesco riporta una breve biografia di Rheinberger, note critiche sulle composizioni incise, il curriculum di Innig e la disposizione fonica dell’organo di cui c’è una bella fotografia in quarta di copertina. La copertina riporta una foto di Rheinberger attorniata dal titolo della collana e del disco. Tutto sommato esauriente, ben si accoppia al CD che, inusualmente, è dorato anziché argentato.

Consigliato a tutti gli amanti di Rheinberger, che possono utilizzarlo come pietra di paragone di altre incisioni (ben poche in verità) o semplicemente goderselo in pace quando si ha voglia di sentire musica tedesca tardoromantica non wagneriana.

Giugno 2023 Graziano Fronzuto

L’organo della Martinskerk di Groningen

J.S.Bach

Peter Hurford

Suona organi dell’epoca di Bach – Volume 1

Organo Schnitger (1730) della MartinsKirche di Groninger

CD EMI – Eminence CDM 5 65028 2

Come abbiamo visto QUI, Peter Hurford (Minhead 22/11/1930 – Londra 3/3/2019) è stato uno dei più grandi organisti inglesi della seconda metà del XX sec. noto per il suo rigore nell’affrontare qualsiasi repertorio e per le personali interpretazioni ricche di pathos e di sensibilità artistica.

In questo CD lo ascoltiamo nel repertorio esclusivamente Bachiano, cui l’interprete ha dedicato molti CD (ma io ne ho trovati solo uno: questo, il primo), su un organo costruito da Arp Schnitger e completato da suo figlio Frans-Kaspar nel 1730.

Si comincia, come ci si aspetta, con la Toccata e Fuga in Re minore BWV 565, si prosegue con Herzlig tut mich verlangen BWV 727, Fuga in Sol Maggiore (Giga) BWV 577, Erbarm dich mein, o Herre Gott BWV 721, Fuga su Tema di Corelli BWV 579, Preludio e Fuga in Sol maggiore BWV 541, Pastorale in fa maggiore BWV 590, Wir glauben all an einen Gott BWV 680, O Mensch, bewein’ dein’ Suende gross Bwv 622 e si conclude con la monumentale Passacaglia e Fuga in Do minore BWV 582.

In tutti i pezzi si riscontra il rigore esecutivo di Hurford: nella scelta dei registri, nei cambi di timbro e di tastiera, nei piccoli ma essenziali rubati che emergono qua e là e che vivacizzano il pezzo. La Toccata e Fuga in Re minore è eseguita senza forzature della partitura, con i timbri e i tempi giusti, con i cambi di tastiera lì dove sono necessari. Stesse qualità che contraddistinguono il Preludio e Fuga in Sol maggiore e la Passacaglia e Fuga in Do minore. Gli altri pezzi, più brevi ma non per questo meno impegnativi, vengono affrontati con i registri dolci dell’organo, con i flautati bellissimi che ha, con il cornetto nel 3° movimento della Pastorale.

Hurford padroneggia l’organo Schnitger con fare da Maestro qual era, sorprendendo l’ascoltatore con il delicatissimo equilibrio tra rigore, estro, cambi di registro e di tastiera che rendono il CD assai piacevole all’ascolto.

Il libretto, tutto in Inglese, è composto da un unico foglio ripiegato in tre. C’è una nota critica sui pezzi eseguiti, la storia dell’organo e la sua attuale disposizione fonica. La copertina riporta un dipinto fiammingo del XVIII sec. raffigurante Groningen a quei tempi e c’è un piccolo tondo con la faccia di Hurford. Non c’è la foto dell’organo, che pure meritava con la sua monumentale cassa. Manca il curriculum di Hurford (che del resto è davvero imponente).

In conclusione, il CD è molto godibile e offre un’ampia panoramica sulle capacità timbriche dell’organo Schnitger che come gli altri organi della famiglia non delude perché è un vero capolavoro di arte organaria, di tecnica e di intonazione.

Maggio 2023

Graziano Fronzuto

MOZART organ music

MOZART Organ Music

Janos Sebestién

CD NAXOS 8.550514

Wolfgang Amadeus Mozart fu anche organista, per il Duomo di Salisburgo, e scrisse alcune composizioni dedicate espressamente all’organo, oltre alla Fantasia K608 in Fa Minore scritta per un organo meccanico (in pratica un carillon con rullo fonotattico abbastanza grande da consentire l’esecuzione del lungo brano); qui Janos Sebestyén -organista e cembalista molto noto negli anni ’80 del XX sec.- sceglie di attingere al repertorio pianistico (anche se l’indicazione Klavier in tedesco voglia dire “strumento a tastiera”) per riempire un intero CD.

Il CD si apre con la Fantasia in Do minore k396; seguono Andante e Fuga in La k402; Andante cantabile in Re maggiore k15; Molto allegro in Sol maggiore K72a (allegro Veronese); Giga in Sol maggiore k574; Adagio in Si minore k540; Ouverture in Do maggiore k399; Fantasia in Re minore k540; Preludio in Do maggiore k284a (anche noto come Capriccio k395); Andante in Fa maggiore k616; Sonata da Chiesa in Do maggiore k336; Dodici Variazioni su “Ah vous dirai-je, Maman” k265.

Come si vede di carne al fuoco ce ne sta molta e Sebestyén la affronta con il giusto spirito allegro per i pezzi in tonalità maggiore e malinconico per quelli in minore. L’organo prescelto, di cui il libretto fa menzione ma senza la fotografia ma con la sola disposizione fonica è quello della House of Arts di Szekszard (Ungheria) costruito da Jemlich Orgelbau di Dresda (Op.1077 anno 1989) che con i suoi trenta registri distribuiti su due manuali e pedaliera risponde bene ai pezzi e all’interprete.

Fra tutti i pezzi spiccano senz’altro la Fantasia in Re minore e le Dodici Variazioni, affrontati con il giusto spirito e con impasti sonori che non fanno rimpiangere il pianoforte Per i pezzi di minor durata, Sebestyén sembra cedere a un po’ di leziosità che forse non era necessaria. Forse da un interprete come lui ci si aspettava qualcosa di più, ma comunque il CD è godibile e i brani incisi sono piacevoli nelle loro esecuzioni e nelle loro interpretazioni all’organo.

Il CD tutto sommato non delude e dimostra come per gli autori settecenteschi la destinazione dei propri pezzi per Klavier non escludesse anzi includesse a pieno titolo anche l’organo.

Marzo 2022

Graziano Fronzuto

L’organo del Duomo di Passavia

Die grὃβte Kirchenorgel der Welt

Im Hohen Dom zu PASSAU

DomOrganist Walther R.Schuster

Spielt Muffat, Reger, Improvisation

CD Motette 10601

In Germania esistono numerosi RiesenOrgeln (organi giganti) costruiti nel XX sec., tra questi spicca quello del Duomo di Passavia, che è il più grande di tutti ed è il più grande organo collocato in una chiesa aperta al culto nel mondo. Articolato in più corpi, è stato costruito nel 1933 e conta oltre 17000 canne azionate da più consolles per ciascuno dei corpi e da una consolle principale a 5 manuali collocata in cantoria sopra l’ingresso principale. Più volte revisionato è oggi tenuto in manutenzione da una ditta di Passavia.

Per far ascoltare questo strumento, l’organista titolare Walther R. Schuster ha scelto innanzitutto Georg Muffat che fu organista di questa cattedrale (ovviamente c’era un altro strumento, che già all’epoca era molto grande) e precisamente la Toccata Octava dall’Apparatus Musicus Organisticus che fa il suo bell’effetto col corpo principale dello strumento.

Segue una lunga improvvisazione libera articolata in Toccata, Trio e Fuga con la quale Schuster dà ampia prova delle sue capacità improvvisative e fa ascoltare le infinite possibilità timbriche dell’organo dai PPP del CronWerk (organo corona, collocato nel sottotetto al centro della navata e che diffonde il suo suono da una finestratura a rosone) al Volles Werk (Tutti) i cui si ode l’intera potenza dell’organo.

Segue poi la Seconda Sonata in Re minore op. 60 di Max Reger, articolata in Improvvisazione, Invocazione, Introduzione e Fuga, ricca di cromatismi e di nouances che solo un RiesenOrgel piò riprodurre come li voleva l’Autore. Qui Schuster dà ampia dimostrazione del suo virtuosismo e della padronanza dello strumento, con i continui crescendo e diminuendo, accelerando e decelerando che arricchiscono il pezzo secondo la volontà dell’Autore.

Il libretto è integralmente in Tedesco; parla di Passavia, città dei tre fiumi, del suo Duomo e dell’organo il cui corpo principale è contenuto nella magnifica cassa settecentesca. Viene poi riportata in caratteri minuscoli ma integralmente la disposizione fonica dello strumento e il curriculum dell’organista.

Ritengo assolutamente indispensabile per qualsiasi collezionista avere un CD registrato a Passavia. L’organo da chiesa più grande del mondo merita ampio spazio e questo CD se ne prende a sufficienza.

Marzo 2022

Graziano Fronzuto