da Graziano Fronzuto | 11 Feb, 2022 | Musica
Carl Philipp Emanuel Bach
The Organ Works
Jacques Van Oortmerssen
Organo Batz (1826) Onze Lieve Vrouwe Kerk – Harderwijk, Paesi Bassi
BIS CD 569
Il CD che descrivo oggi testimonia la grandezza di Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788) nella musica d’organo, cosa che in genere è abbastanza ignorata, dato che si preferisce la sua bravura come compositore di musica strumentale, orchestrale e, per quanto riguarda il nostro ambito, al più del clavicembalo.
Eppure fu un grande compositore anche per organo, come appunto questo CD dimostra. Il primo brano è il Preludio in Re Maggiore Wq 70 n.7 (1756), seguito da 4 Sonate tripartite (in tre movimenti) per “il organo solo” (sic) rispettivamente Fa maggiore Wq 70 n.3 (1755), La minore Wq 70 n,4 (1755), Re maggiore Wq 70 n. 5 (1755), Sol minore Wq 70 n.6 (1755), e termina con la Fantasia e Fuga in Do minore Wq 119 n.7 (1756).
Come si vede, i brani per organo sono stati composti da Carl Philipp Emanuel Bach in soli due anni: nulla prima e nulla dopo per lo strumento preferito dal grande padre Johann Sebastia. Tuttavia proprio questa concentrazione in due soli anni fa di queste opere per organo un “corpus” estremamente compatto sia dal punto di vista stilistico sia dal punto di vista strettamente cronologico.
Nelle Sonate si cercherebbe invano qualche eco dello stile paterno; al contrario si trovano più differenze che somiglianze. Lo stile è decisamente protoromantico e già si sentono i prodromi della forma-sonata, che troverà la più ampia caratterizzazione con le Sonate di W.A.Mozart, F.J.Haydn. M.Clementi e L.van Beethoven.
Più vicini allo stile del padre, se proprio vogliamo cercare queste somiglianze, il Preludio e la Fantasia e Fuga che aprono e chiudono il CD, sebbene prevalga anche qui l’afflato protoromantico tipico del compositore, con passaggi fortemente drammatici alternati ad altri più decisamente tranquilli per non dire languidamente romantici.
L’interprete pur valentissimo non concede troppo spazio al “rubato” e alle nouances che i brani richiederebbero per essere filologicamente eseguiti, nondimeno lo stile viene rispettato anche con una oculata scelta dei registri (nel libretto vengono forniti anche i registri utilizzati per ogni brano) e con un rigore esecutivo pari in tutti i brani.
Il giudizio è complessivamente positivo, anche se la musica andava presa un po’ più “a briglia sciolta” pensando più a Beethoven che non a Bach padre (la cui ombra sembra incombere sull’interprete molto più del dovuto), ascoltando attentamente i brani e fatta la tara delle influenze paterne introdotte dall’interprete, si ha una buona idea sul rapporto tra Carl Philipp Emanuel e l’organo e sulla sua concezione della musica organistica anche se limitata a soli due anni della sua vita artistica.
Il libretto, sufficientemente esauriente, è in Inglese, Francese e Tedesco; c’è la disposizione fonica dell’organo ma non una sua fotografia e si conclude con una fotografia dell’interprete in atteggiamento pensoso con una matita in mano.
Data la rarità della musica incisa, il CD è consigliabile a tutti gli appassionati della musica di Carl Philipp Emanuel Bach e più largamente agli appassionati del periodo preromantico.
Febbraio 2022
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 1 Feb, 2022 | Musica
Giovanni Battista Pescetti (1704-1766)
Complete Keyboard Music
Paolo Bottini
Organo costruito da Pietro Nacchini (1750) della Basilica di San Giorgio Maggiore a Venezia
Clavicembalo costruito da Daniele Giani
Organo costruito da Pietro Nacchini (1743) della Chiesa di San Cassiano Martire a Venezia
CD doppio Brilliant Classic
Un nuovo prezioso cofanetto si viene ad aggiungere alla mia collezione. Questo è particolarmente interessante, visto che contiene distribuita su due CD l’opera omnia per tastiera di Giovanni Battista Pescetti (Venezia, 1704-1766) magistralmente eseguita da Paolo Bottini.
Il primo CD contiene 9 delle dieci sonate per Gravicembalo stampate a Londra nel 1739 eseguite all’organo Nacchini (1750) di San Giorgio Maggiore a Venezia; il secondo CD contiene la decima sonata della raccolta eseguita sul clavicembalo dell’auditorium della Casa Organaria Giani di Corte de’ Frari poi contiene la raccolta delle 6 sonate per clavicembalo e le quattro sonate rinvenute e pubblicate nel XX sec da Sandro dalla Libera eseguite all’organo Nacchini (1743) di San Cassiano sempre a Venezia.
La destinazione cembalistica delle sonate è autografa così come l’indicazione “gravicembalo” sta ad indicare un cembalo la cui tastiera è estesa oltre le normali quattro ottave Do1-Do5 spingendosi fino al Fa-1 e al Fa5. All’epoca del Pescetti quasi tutti gli organi avevano estensione di quattro ottave Do1-Do5 con prima ottava “corta” che quindi rendono impossibile l’esecuzione delle Sonate dell’Autore volendo interpretare la dizione clavicembalo nella più ampia eccezione di tastiera (come fanno i Tedeschi col termine klavier). Tuttavia esistono rari organi, tuttora restaurati e ben conservati, con estensione paragonabile a quella del Gravicembalo. E’ questo il caso dei due organi Nacchini scelti dall’interprete, che hanno tastiere estese dal Fa-1 al Fa5 rendendo possibile l’esecuzione del repertorio gravicembalistico.
L’effetto è stupefacente soprattutto nelle sonate in tonalità minore e nei passaggi imitativi, resi con grande gusto e con un’efficace scelta dei registri che non fa rimpiangere la destinazione autografa del clavicembalo, anzi spesso fa pensare alle maggiori capacità timbriche dell’organo rispetto allo strumento di destinazione.
Le sonate sono tutte tripartite (in tre movimenti) ad eccezione delle quattro della raccolta di Sandro dalla Libera, in un movimento solo ciascuna. Ciò precorre indubbiamente la Sonata del periodo Classico e i massimi esponenti di questo tipo di composizione (Clementi, Mozart, Haydn, Beethoven ecc.) e rende ancor più interessante l’ascolto. Peccato che solo una Sonata sia stata eseguita sul clavicembalo, forse sarebbe stato meglio destinare a tale strumento altre 3-4 Sonate nel cofanetto.
Il cofanetto si completa con un esauriente libretto con testo solo in Inglese completo delle foto e della descrizione degli organi (in Italiano). La qualità dell’incisione si giova della perizia tecnica di Federico Savio, mago delle registrazioni anche in ambienti acusticamente difficili come la palladiana Basilica di San Giorgio con le sue ampie cupole la cui acustica è particolarmente ardua.
In conclusione si tratta di un cofanetto particolarmente riuscito che soddisferà l’udito degli appassionati come sempre avviene con le esecuzioni di Paolo Bottini, qui in particolare stato di grazia quasi che il repertorio gli sia più congeniale di tutto il vastissimo repertorio che può vantare. Una freccia che ha centrato particolarmente il bersaglio si aggiunge alle già numerose frecce del suo ammirabile arco.
Maggio 2017
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 17 Dic, 2021 | Musica
El órgano de la Capilla Real
Los Tesoros de Palacio
Palacio Real de Madrid
Organista José Luis Gonzales Uriol
Organistas de las Capillas Reales Secc. XVI-XVIII
CD RTVE Palacio Real – Madrid
Il CD di cui parliamo è una autentica rarità dato che è stato realizzato espressamente per gli ospiti del Palazzo Reale di Madrid nel 1995 ed è fuori commercio. Ne sono entrato in possesso grazie a mia sorella Rosanna che ha fatto parte di una delegazione ministeriale per un incontro UE a Madrid cui è stato gentilmente donato e che a sua volta me l’ha ancor più gentilmente regalato e colgo l’occasione per ringraziarla pubblicamente.
Si tratta di una edizione di pregio, degna del Palazzo Reale di Madrid, particolarmente ricco di opere d’arte e che ha saputo conservare come una reliquia il pregevolissimo organo della Cappella Reale (contrariamente a quanto successo a Caserta, nella cui Cappella Reale erano presento ben due organi di Domenico Antonio Rossi, danneggiati durante la guerra e mai più ripristinati, purtroppo).
L’organo è stato costruito da tra il 1756 ed il 1759 da Leonardo Fernández Dávila ma non fu installato in quanto i lavori di decorazione della Cappella non erano stati ancora ultimati. Fu infine ingrandito ed installato dall’organaro di Maiorca (ma di origini svizzere) Jordi Bosch tra il 1771 e il 1772 su commissione del re Carlo III (che era stato precedentemente re di Napoli e fondatore della Reggia di Caserta). Di recente, precisamente nel 1994, è stato sottoposto a restauro conservativo da Gerhard Grenzig ed inaugurato da Montserrat Torrent il 15 novembre di quello stesso anno. L’organo è composto da tre tastiere (dal basso verso l’alto: Cadireta Interior. Ecos, Mayor) e pedaliera ed ha una ricchissima dotazione di ance, sia interne sia en chamade che ne caratterizzano la sonorità.
I brani incisi sono:
Antonio da Cabezon – Pavana con su glosa, Diferencias sobre “el canto llano del caballero”, Diferencias sobre “La Gallarda milanesa”, Tiento del Premier tono
Francisco de Soto – Verso de VI° Tono
Bernardo Clavijo del Castillo – Tiento de segundo tono por Gesolreud
Juan del Vado – Obra -de lleno- de 1° Tono
Sebastian Duron – Primer Tiento de IV° Tono, Gaytilla de Mano izquierda
Diego Xaraba y Bruna – Obra en lleno de 3° Tono
Joaquin de Oxinaga – Fuga de primer modo
Félix Maximo López – Verso de II° Tono, Verso de V° Tono
José de Nebra – Sonata en Fa Mayor, Batalla de Clarines
Juan Sesé – Intento Modo VII°
José Lidón – Sonata IV, Intento a 4 Ave Maris Stella
I musicisti sono stati tutti organisti della Cappella Reale; sono presentati in ordine cronologico e gli ultimi a partire da Oxinaga hanno suonato su questo strumento, mentre i predecessori hanno avuto a disposizione altri organi rimpiazzati da questo. Il nome più noto è ovviamente Antonio da Cabezon cui è stato dedicato molto spazio con ben quattro brani incisi.
Gli altri compositori sono nondimeno interessanti e la scelta dei brani ce ne dimostra il valore, grazie anche all’impeccabile esecuzione di Gonzalez Uriol che dà prova di grande abilità e di profonda sensibilità musicale. Sono rari i dischi in cui si fondono così bene i brani incisi, l’interpretazione dei brani e l’organo. Qui siamo al non plus ultra della fusione tra musica, interprete e organo.
Il voluminoso libretto, che entra a stento nelle guide della shell, è unicamente in Spagnolo ed è particolarmente ricco di notizie sulla storia degli organi della Cappella Reale di Madrid, sui brani incisi e sugli autori. Peccato che non vi sia la disposizione fonica dell’organo, che mi è stata inviata cortesemente dall’organaro restauratore e che riporto per completezza:
ORGANO MAYOR (tercer teclado)
Registros de mano izquierda
Lleno
-Flautado 16’
-Flautado 8’
-Octava 4’
-Violon de Madera 16’
-Violon de Madera 8’
-Docena y Quincena (2’2/3’ + 2’)
-Lleno de 5 hileras
-Nazardos de 4 hileras
-Corneta Tolosana de 3 hileras
Lengüeteria interior
-Trompeta Real 8’
-Fagot de Madera 8’
-Orlo 16’
Lengüeteria exterior
-Clarin de Bajos 8’
-Chirimia 4’
-Violeta 2’
-Orlo 8’
-Viejas de Madera 16’
Registros de mano derecha
Lleno
-Flautado 16’
-Flautado 8’
-Octava 4’
-Violon de Madera 16’
-Violon de Madera 8’
-Tapadillo 4’
-Flauta dulce de Madera 2 hileras (4’)
-Docena y Quincena (2’2/3’ + 2’)
-Lleno de 5 hileras
-Nazardos de 4 hileras
-Corneta Tolosana de 3 hileras
Lengüeteria interior
-Trompeta de Madera 32’
-Trompeta Real 8’
-Fagot de Madera 8’
-Orlo 16’
Lengüeteria exterior
-Trompeta Magna 16’
-Clarin Primero 8’
-Clarin Segundo 8’
-Chirimia 4’
-Orlo 8’
-Viejas de Madera 16’
PEDAL
-Contras 16’
-Contras 8’
-Tambor y Timbal
-Temblor Suave
-Temblor Fuerte
ECOS (segundo teclado)
Registros de mano izquierda
Lleno
-Flautado 8’
-Violon de Madera 8’
-Tapadillo 4’
-Lleno de 3 hileras
-Nazardo de 3 hileras
Lengüeteria
-Trompeta Real 8’
-Bajoncillo 8’
-Imitacion Voz Umana en Ecos 8’
Registros de mano derecha
Lleno
-Flautado 8’
-Violon de Madera 8’
-Tapadillo 4’
-Flauta Traversa de Madera 8’
-Lleno de 3 hileras
-Cimbala de 4 hileras
-Corneta de 6 hileras
Lengüeteria
-Trompeta Magna 16’
-Trompeta Real 8’
-Clarin 8’
-Chirimia Alta 4’
-Imitacion Voz Umana en Ecos 8’
CADIRETA INTERIOR (primer teclado)
Registros de mano izquierda
Lleno
-Flautado Violon 8’
-Tapadillo 4’
-Quincena 2’
-lleno de 3 hileras
Lengüeteria
-Trompeta Real 8’
-Voz Humana a la Franzesa 8’
Registros de mano derecha
Lleno
-Flautado Violon 8’
-Tapadillo 4’
-Quincena 2’
-lleno de 3 hileras
-Octava de Corneta
-Corneta de 4 hileras
Lengüeteria
-Trompeta Real 8’
-Imitacion de Voz Humana en tono de Trompeta Magna 16’
-Voz Humana a la Franzesa 8’
Come si vede, si tratta di un tipico organo classico Spagnolo, con i Llenos (ripieni) e le Lengüeterias (batterie di ance) presenti su ciascuna tastiera e di cui i brani incisi danno nobile prova. Il CD è pregevolissimo ed è un vero peccato che non sia mai stato disponibile sul mercato. In conclusione, avere questo CD nella propria collezione è un vero privilegio di cui ancora una volta ringrazio mia sorella Rosanna.
Dicembre 2021
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 12 Dic, 2021 | Musica
Organista Luigi Benedetti
Coro femminile Gregoriano “in Dulci Jubilo”
Cappella Musicale della Cattedrale di Verona, direttore Alberto Turco
CD Bongiovanni GB 5043-2
Il CD di cui parleremo oggi è stato registrato in occasione dell’inaugurazione del restauro degli organi storici della Cattedrale di Verona (collocati nelle navate laterali all’altezza del presbiterio) rispettivamente un Domenico Farinati del 1909 in cassa cinquecentesca (che aveva contenuto precedentemente un organo antegnatesco) a sinistra e un Costanzo Antegnati del XVI sec. a destra nella sua cassa originale. Il restauratore è stato Barthélémy Formentelli che ha eseguito i lavori nel 2003.
Quindi si tratta di un disco di quasi venti anni fa, ma tuttora in catalogo presso la casa editrice. Il disco dà anche e soprattutto l’occasione di ascoltare Luigi Benedetti, organista di valore a lungo titolare del Grande Organo del Duomo di Milano ma che ha inciso pochissimi dischi talvolta non da solo come in questo caso.
La prima parte del CD è dedicata all’organo Antegnati e si apre con l’Exultavit cor meum per organo solo di Giovanni Gabrieli, prosegue con il Gloria in Excelsis (versetti dispari organo solo, versetti pari: Canto Gregoriano) di Giovan Battista Fasolo, la Toccata in Sol di Giovanni Gabrieli, l’Ave Maris Stella (versetti dispari Canto Gregoriano, versetti pari organo solo) di Giovan Battista Fasolo, la Canzona Francese ancora di Giovanni Gabrieli, il Magnificat Octavi Toni (versetti dispari organo solo, versetti pari: Canto Gregoriano) ancora di Giovan Battista Fasolo.
La seconda parte del CD è dedicata all’organo Farinati e inizia con i Sei Versetti per il Gloria per organo solo di Vincenzo Petrali, la cui edizione moderna è stata curata dallo stesso Benedetti per i tipi della Carrara, prosegue con l’Ora Mistica e l’Ora Gloriosa di Marco Enrico Bossi e si conclude con il Te Deum del compositore veronese Davide Begalli con i versetti dispari affidati all’organo solo e i versetti pari al coro a quattro voci della Cappella Musicale della Cattedrale di Verona diretta da Alberto Turco.
Naturalmente non sfugge l’eterogeneità dei brani incisi sebbene mitigata dal fatto di aver scelto due soli autori per la parte dedicata all’organo Antegnati e tre per quella dedicata all’organo Farinati, ma si deve tener conto che si trattava di un concerto inaugurale in cui si voleva dimostrare le capacità degli organi appena restaurati sia da soli che in accompagnamento. Sembra che la differenza di diapason e di intonazione abbiano impedito di suonare gli organi insieme (cosa che comunque avrebbe aggiunto altra carne al fuoco del già ricco arrosto del contenuto del CD). Ottima comunque la scelta di inserire brani “alternatim” con versetti affidati alternativamente al coro e all’organo secondo un’antica prassi esecutiva che ha avuto moltissimi proseliti ma che è praticamente caduta completamente in disuso nel XIX sec.
La tradizione è stata ripresa nel pregevole Te Deum di Davide Begalli, compositore locale, i cui cenni biografici si possono leggere QUI, molto noto ed apprezzato ai suoi tempi poi caduto ingiustamente nel dimenticatoio, forse anche a causa che moltissime delle sue composizioni non furono mai pubblicate.
Il CD, registrato abbastanza bene ma non ottimamente (si tratta pur sempre di una presa dal vivo), permette comunque di giudicare le caratteristiche foniche dei due organi, dato che nonostante le ingenti spese di restauro sembra che non vengano usati troppo spesso a causa della loro collocazione, tanto da indurre il Vescovado ad acquistare un piccolo organo meccanico collocato a terra vicino al coro delle normali funzioni.
L’organo Antegnati, con base 16’, con i suoi timbri cinquecenteschi, appare brillante e sufficientemente sonoro nonostante la vastità della cattedrale, merito anche del ripristino dell’intonazione operato al meglio da Formentelli; l’organo Farinati, anch’esso con base 16’ al Grand’Organo e un Espressivo particolarmente ricco, ha timbri tardoromantici molto marcati che vengono esaltati non tanto dai Versetti di Petrali (concepiti per un organo Serassiano) ma dai brani di Bossi e dal Te Deum di Davide Bigalli. Qui si deve fare un appunto all’organista che ha inserito i brani di Petrali, pur sapendo che non erano adatti all’organo, per la ragione che lui stesso li aveva revisionati e ripubblicati (li aveva incisi anche nel CD Priory “Great European Organs n.38” dedicato al Duomo di Milano e in una musicassetta Carrara insieme a brani di Filippo Capocci anch’essi revisionati e ripubblicati da lui). Insomma prezzemolo per ogni minestra servita da Benedetti, anche quando è preferibile non metterlo.
Tornando al CD, l’edizione è secondo gli elevati standard di Bongiovanni. Il libretto, in Italiano e in Inglese, è sufficientemente dettagliato e riporta la storia degli organi della cattedrale veronese nonché le rispettive disposizioni foniche. Vengono precisate anche le rispettive trasmissioni: meccanica (Antegnati) e tubolare (Farinati), ripristinata funzionalmente nel corso del restauro.
Personalmente ho trovato notevole la presenza di un coro gregoriano interamente femminile, più unico che raro, probabilmente nato per ricordare la musica corale nei monasteri femminili del Rinascimento e del Barocco, che non sfigura affatto anzi rende il disco prezioso.
In conclusione, vale la pena di avere questo CD nella propria collezione per i suoi pregi e i suoi meriti che superano largamente i difetti e le lacune.
Novembre 2021
Graziano Fronzuto
da Graziano Fronzuto | 23 Mag, 2020 | Litterae, Musica
Matteo Iannone
Musiche per Organo
Paolo Bottini all’organo Mascioni (1950) del Santuario di Pompei
Fugatto FUG 081
Matteo Iannone è stata un’importante figura musicale dell’Italia centro-meridionale; dal 1985 al 2006 è stato organista della Basilica Santuario della Beata Maria Vergine del Rosario di Pompei per il cui organo e per il cui coro ha composto un imponente numero di opere musicali. Questo CD contiene 32 brevi brani per organo che consentono la piena conoscenza delle varietà timbriche dell’organo Mascioni per il quale sono state concepite. La brevità non deve indurre a pensare ad una ispirazione rapsodica e frammentaria ma all’uso liturgico cui queste musiche erano destinate, nei brevi interludi concessi all’organo nelle celebrazioni svolte nella Basilica.
L’interprete, Paolo Bottini, forte della sua esperienza della musica tonale del XX sec. ed in particolare di quella di Federico Caudana, riesce a coinvolgere bene l’ascoltatore nell’accostarsi a questo repertorio, tonale ma con raffinati cromatismi, fatto di brevi pezzi molto caratteristici e che sfruttano l’intera gamma sonora dello strumento, incluso il “corpo di canne in cupola” e le campane tubulari che lo contraddistinguono.
I brani coinvolgono con il loro fluire tranquillo e meditativo, ispirato all’acustica della Basilica. I bei timbri sinfonici dell’organo esaltano le interpretazioni di Paolo Bottini che legge queste pagine con profonda attenzione e con estrema professionalità, unita alla sua consueta sensibilità di interprete.
Il CD è destinato al mercato Italiano come dimostra il libretto unicamente nella nostra lingua dove vengono descritti alcuni dei brani incisi, la biografia dell’autore e quella dell’interprete, con un’ampia parte destinata alla storia e alla descrizione dell’organo, curata da chi scrive che ha avuto modo di suonare ed apprezzare l’organo sin dal lontano 1987 con l’organista storico della Basilica fra’ Nicolino Sicignano (1907 – 1990) che aveva suonato l’originale organo Inzoli (trasferito nella Cappella dell’Istituto Beato Bartolo Longo) e lo stesso organo reintonato alla tedesca da E.F.Walcker negli anni ’30 del XX sec. nonché l’attuale organo Mascioni progettato da Fernando Germani e Vincenzo Mascioni.
I bei fondi e le bellissime ancie emergono in tutto il loro fulgore; anche i ripieni, possenti, si fanno sentire e ben si adattano ai brani proposti.
Complessivamente il CD è di piacevolissimo ascolto e permette di apprezzare un grande organo che purtroppo è oggi sostanzialmente inutilizzato sostituito nell’uso liturgico da un elettrofono sin dal 1993 e successivamente da un piccolo organo “ibrido” collocato nella crociera, come ha avuto modo di rendersi conto chiunque abbia ascoltato in TV la Messa spesso trasmessa dalla Basilica. E ciò è un vero peccato perché nonostante le proporzioni gigantesche dell’organo la cantoria che lo sorregge può contenere un grande gruppo corale atto ad accompagnare qualsiasi Messa magari proprio con musiche di Iannone che rischiano di finire nel dimenticatoio proprio nel luogo dove sono state concepite.
E ciò proprio con l’uscita di questo CD dedicato alla sua Arte che purtroppo è stato pubblicato postumo a causa dell’improvvisa scomparsa dell’autore nell’aprile 2020.
Maggio 2020
Graziano Fronzuto