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Calvino e la sua ombra

di Rosanna Fronzuto
“Per italiano e latino avevamo un professore severissimo, un prete che faceva lezioni di livello universitario e che conosceva benissimo la formazione atea di Italo. Era incontentabile, e quando aveva la luna storta se la prendeva con tutti tranne che con lui. Calvino era intelligente e i professori lo sapevano. Era chiuso e silenzioso e quando veniva interrogato aveva una certa difficoltà di parola: impiegava un po’ di tempo a parlare, faceva dei versi, poi si fermava e riprendeva lentamente. In quella vecchia aula ad emiciclo, di solito chi veniva interrogato dava spettacolo, era come se stesse nel loggione di un teatro. Quando Italo, che era in alto, si alzava per prendere la parola, sembrava sdoppiarsi: c’ era lui e dietro c’ era la sua ombra che sembrava ascoltarlo gesticolando. Lui metteva insieme un periodo e si fermava, non si sbrigava mai, la sua ombra stava ad ascoltarlo, allora lui riprendeva. Sembrava incerto ma non lo era per niente.”
Questo è l’originale ricordo di un compagno di liceo dello scrittore in un articolo pubblicato da Il Corriere della Sera molti anni fa e precisamente il 5 ottobre del 2000.

In foto Italo Calvino con Jorge Luis Borges.

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La candela di sego

Scoperta la primissima fiaba di Hans Christian Andersen.
Il manoscritto della favola, finora inedita, dal titolo danese Taellelyset, tradotto in italiano con ‘La candela di sego’, è stato trovato dallo storico Esben Brage all’interno di una scatola custodita sugli scaffali dell’Archivio nazionale di Funen, vicino ad Odense, città natale del grande scrittore.
Per saperne di più…
http://www.lastampa.it/2012/12/14/cultura/scoperta-la-prima-fiaba-di-hans-christian-andersen-fQbAggVjk1KSLCHs8UKqrJ/pagina.html

Foto: illustrazione della fiaba ‘La Regina delle Nevi’.

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L’organo di San Michele a Rocca Massima

L’organo di San Michele a Rocca Massima

Chiesa di San Michele Arcangelo – ROCCA MASSIMA

Organo “Inzoli Cav. Pacifico di Bonizzi F.lli” (1999)

di Graziano Fronzuto

 Registri

[azionati da pomelli ad estrazione laterale in doppia fila alla sinistra della consolle]

II Manuale – Positivo Tergale

           Bordone                          8’          Ottava (sic)                      4’          Decimaquinta (sic)         2’ Uccelliera          Cornetto 3 file          Violoncello                    8’      [ancia]          Tremolo

 

Pedaliera

Pomellone del Tremolo
          Subbasso                   16’          Basso                           8’          Principale                    4’           Trombone            16’ Pomellone dei Campanelli [III Man.]

Registri

[azionati da pomelli ad estrazione laterale in doppia fila alla destra della consolle]

I Manuale – Grand’Organo

“Concerto”    –      Flauto in Ottava         [4’]      Bassi    –      Flauto in Ottava         [4’]      Soprani    –      Flauto in XII        [2’2/3’]      Bassi    –      Flauto in XII        [2’2/3’]      Soprani

    –      Voce Umana               [8’]      Soprani

    –      Tromba                        [8’]      Bassi

    –      Tromba                        [8’]      Soprani

 

“Ripieno”    –      Principale                    [8’]      [Bassi]    –      Principale                    [8’]      [Soprani]    –      Ottava                          [4’]    –      XV                                [2’]

    –      XIX                       [1’1/3’]

    –      XXII                             [1’]

    –      XXVI – XXIX

 

Accessori a pedaletto

Lato sinistro: Unione I – Ped; Unione II – Ped; Unione manuali

Lato destro: Ripieno A – Ripieno S; Rullante

Estensione

Tastiere di 58 note (Do1 – La5); tasti diatonici ricoperti in bosso, tasti cromatici ricoperti in ebano; Pedaliera di 30 note (Do1 – Fa3).

Trasmissione

Meccanica “sospesa” per il Grand’Organo; meccanica “bilanciata” per il Tergale e Pedale; consolle “a finestra”.

Collocazione

L’organo è collocato sulla Cantoria sopra l’ingresso della chiesa, preesistente (in legno, integralmente conservata) ed ampliata con una sovrastruttura in cemento armato autoportante.

Mostra e articolazione dei corpi d’organo

Immagine Postata
L’organo ha una cassa elegante (successivamente ornata come nella foto qui sopra), complessivamente ben disegnata. Essa denuncia in modo chiaro il suo “werkprinzip” con la seguente collocazione delle canne:

Tergale                Mostra a tre campi [campi laterali con ali digradanti verso il centro; campo centrale a cuspide con ali laterali] composta da canne dell’Ottava 4’, con bocche “a mitria” ad andamento contrario; canna maggiore, estrema sinistra, Do 4’; nelle fiancate laterali vi sono 6 canne di Bordone per lato.

Gran Buffet         Mostra a tre campi [campi laterali con ali digradanti verso il centro; campo centrale a cuspide con ali laterali] composta da canne del Principale 8’, con bocche “a mitria” ad andamento contrario; canna maggiore, estrema sinistra, Do 8’.

Note

Rocca Massima è un paese posto sulla cima di una collina al confine tra le province di Latina (di cui fa parte), Roma e Frosinone, nonché tra le diocesi di Velletri (di cui ha fatto parte fino al 1980 circa) e quella di Latina (di cui è stata l’ultima acquisizione). Il posto è particolarmente ameno ed in posizione dominante sulla pianura Pontina, ed è tuttora meta di villeggianti. Vi sono ampi panorami sulla zona circostante (molto suggestivi quelli su Cisterna e Velletri, dove la vista spazia fino alla costa anziate e nettunense).

La parrocchiale, dedicata a San Michele, appare attualmente nelle tipiche forme neoclassiche della fine del XIX sec., quando fu radicalmente ristrutturata per merito di un parroco alquanto lungimirante e illuminato (uomo colto e fine musicista, recita la lapide di intitolazione della piazza antistante la chiesa).

Con l’affidamento della parrocchia, nel 1996, a don Giuseppe [Zbigniew] Cieslàk, polacco, è iniziata una vasta opera di restauri della struttura muraria e delle decorazioni, a cominciare dalla pala d’altare (copia ottocentesca dell’Arcangelo di Guido Reni) e dei begli altari laterali, di fine ‘700. Grazie anche all’agguerrita politica di valorizzazione intrapresa dal sindaco dell’epoca, Marcello del Ferraro, e del presidente della “Pro–loco”, Umberto Tomei, si è proceduto all’acquisto di questo organo, preventivamente ampliando la cantoria d’ingresso, lignea (conservata e perfettamente leggibile nelle sue dimensioni) e sostenendola con pilastri in cemento armato resi invisibili nella boiserie della bussola della porta. La costruzione fu affidata a Ettore Claudio Bonizzi, attuale titolare, con i fratelli, della storica ditta fondata da Pacifico Inzoli a Crema.

Ne è risultato un organo tecnicamente interessante e suggestivo, con alcune particolarità alquanto singolari: basti citare il fatto che il positivo tergale  sia azionato dalla tastiera superiore. L’intonazione è molto sonora e possente, anche in relazione alle dimensioni della chiesa.

Su questo strumento si tengono interessanti manifestazioni organistiche, cui partecipano artisti di fama internazionale.

Ringraziamenti

Ringrazio il parroco don Giuseppe ed il maestro Mauro Bassi presenti al mio sopralluogo dell’ottobre 2002, nonché l’organaro Ettore Claudio Bonizzi per le notizie fornitemi.

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L’organo della Cattedrale di Sorrento

L’organo della Cattedrale di Sorrento

L’organo della cattedrale di Sorrento

Nicola Mancini (1770) – Pacifico Inzoli (1897) – Tamburini (1987)

di Graziano Fronzuto

STORIA

Storia del monumento

La cattedrale di Sorrento è dedicata ai Santi Filippo e Giacomo; le sue origini risalgono all’epoca medievale (1068, quando la diocesi di Sorrento, esistente sin da epoca paleocristiana, fu elevata a rango di arcidiocesi) ma lo stato attuale è frutto di numerose ristrutturazioni succedutesi a partire dall’epoca rinascimentale. Tuttavia mostra ancora bene la sua imponenza medievale il campanile, con notevole basamento con colonne di spoglio, il rivestimento seicentesco e bell’orologio in “riggiole” di fattura sorrentina. Va ricordato che varie opere d’arte risalenti al medioevo (plutei, amboni, bassorilievi) sono conservate al Museo Correale di Sorrento, al Museo Barracco di Roma e al Metropolitan Museum di New York.

La facciata principale era rimasta incompiuta e di semplici forme, fu danneggiata nella sua sommità da un fulmine del 1904 e venne restaurata negli anni successivi finché fu completata –come attualmente visibile– nel 1924. Sono notevoli i tre portali: quello centrale affiancato da due colonne romane di spoglio e sormontato da un affresco raffigurante la Madonna Assunta, quelli laterali sormontati dalle figure degli apostoli Filippo e Giacomo il minore cui la chiesa è dedicata.

Tuttora immutato il bel portale laterale del 1479, lungo la navata destra, sul cui architrave sono scolpiti gli stemmi della Casa d’Aragona, quello di papa Sisto IV e quello dell’arcivescovo Giacomo de Angelis.

Immagine Postata

L’interno della cattedrale –strutturato in tre navate in forme basilicali– ricalca la pianta originale, tuttora leggibile nonostante le stratificazioni storiche. La maggior parte dei lavori furono eseguiti durante i lunghissimi arcivescovadi di Ludovico Agnello Anastasio (dal 1724 al 1758) e di Silvestro Pepe (dal 1759 al 1803) con la breve parentesi di Giuseppe Sersale (dal 1758 al gennaio 1759).

Spiccano per bellezza i soffitti a cassettoni, ornati da pregevoli tele barocche. Numerose opere d’arte sono conservate nelle cappelle laterali, tra cui un dossale marmoreo col “SS. Redentore” (1522) inquadrato da “Santi” e da una “Annunciazione” del XV secolo nonché un “San Cristoforo”. Nella navata centrale sono conservate tele di Nicola Malinconico e suo fratello Oronzo, risalenti al 1685, quali “i martiri sorrentini Quinto, Marco, Quartilla e Quintilla”, “i quattro Vescovi Patroni”; vi sono inoltre, sul soffitto a cassettoni, le opere di Giacomo del Po “Assunzione di Maria” e “i santi Filippo e Giacomo”.

Il trono arcivescovile è fronteggiato dal pulpito marmoreo (che ha al di sotto la “Madonna col bambino con i SS Giovanni Battista ed Evangelista” di Silvestro Buono); entrambi risalgono al 1573, su commessa dell’arcivescovo Lelio Brancaccio e su donazione della nobile famiglia locale Ammone (il cui stemma è sul pulpito).

L’area presbiteriale è frutto delle campagne di restauro condotte nel 1936 durante l’arcivescovado di Paolo Jacuzio; l’altare maggiore barocco è stato rimosso dall’abside ricollocato nella crociera ed è stato realizzato il pregevole Coro intagliato in noce del Caucaso (le formelle raffigurano “gli Apostoli”, “i quattro Santi sorrentini”, “sant’Antonino”; successivamente sono state realizzate quelle della “Via Crucis” ad opera di Giovanni Paturzo). Sono stati poi realizzati il leggìo (da Giuseppe Centro e Mario d’Alesio) e sono stati rinnovati i tamburi delle porte d’entrata ad opera di Giuseppe Rocco su disegno del pittore contemporaneo locale Vincenzo Stinga.

Infine, dal presbiterio si accede alla sacrestia realizzata nel 1608 tramite un portale marmoreo sormontato da una “Madonna con Bambino” d’epoca rinascimentale; all’interno della sacrestia sono conservati i ritratti degli arcivescovi dal XVIII sec. ad oggi.

Storia degli organi

Data l’importanza della chiesa, primaziale di una plurisecolare Arcidiocesi, è certo che vi sia stato un organo sin dall’epoca rinascimentale, probabilmente collocato su una cantoria ad arco sull’ultimo intercolumnio destro della navata centrale (settima arcata destra). Lo strumento rinascimentale è stato però rimpiazzato dal 1770 da quello di Nicola Mancino tuttora esistente.

Organo Nicola Mancini (1770)

 

Immagine Postata
L’organo è stato costruito nel 1770 da Nicola Mancini durante l’arcivescovado di Silvestro Pepe; originariamente la cantoria era collocata con ogni probabilità nell’ultimo intercolumnio della navata centrale (sopra il pulpito, quindi sfiorava con la sua cimasa il soffitto) poi, alla fine del XIX sec., in concomitanza con la costruzione del nuovo organo, è stato spostato con tutta la cantoria nella corrispondente cappella retrostante (cioè la settima ed ultima cappella della navata destra) dove tuttora lo si ammira, con la cantoria originaria posta alla stessa altezza del pulpito antistante.

Organo Pacifico Inzoli (1897)

In vista dell’anno giubilare 1900, l’arcivescovo Giuseppe Giustiniani ha espressamente voluto realizzare una nuova ampia cantoria sopra la porta d’ingresso (che reca il suo stemma) e un nuovo organo monumentale con caratteristiche moderne. Lo strumento, con trasmissioni meccaniche e impeccabili caratteristiche costruttive, è stato realizzato dall’organaro cremasco Pacifico Inzoli che aveva da poco realizzato l’organo del Santuario di Pompei.

Organo Tamburini (1987)

L’attuale organo Tamburini consiste essenzialmente nel controllo elettrico dei due organi preesistenti tramite unica consolle elettrica indipendente, mobile, collocata a pavimento all’altezza del presbiterio (in genere nei pressi dell’organo Mancini). I lavori sono stati effettuati durante l’arcivescovado di Antonio Zama. Da notare che i registri originali di entrambi gli organi sono stati prolungati con canne nuove (peraltro suonabili solo dalla consolle Tamburini) fino a portarli all’estensione standard.

ORGANO ATTUALE – TAMBURINI (1987)

Registri

[come rilevati sulla consolle Tamburini dal Maestro Ugo Ercolano nel dicembre 2012 e da questi cortesemente segnalatimi]

[azionati da placchette poste in file orizzontali ai lati dei Manuali, con nomi incisi]

[placchette a sinistra dei Manuali]

Unioni ed Accoppiamenti

    1      Unione                    I – Ped    2      Unione                  II – Ped3      Unione                 III – Ped      4      Ottava Acuta             I – II    5      Ottava Acuta           III – II6      Ottava Acuta                   II7      Unione                        I – II

8      Unione                     III – II

9      Unione                      III – I

II Manuale – Grand’Organo

[Corpo principale sopra la porta d’Ingresso: I Manuale – Grand’Organo dell’organo Inzoli del 1897]

  10      Principale                       8’  11      Ottava                             4’12      XV                                   2’13      Ripieno 5 file

14      Bordone                       16’

15      Dulciana                         8’

  16      Flauto a Camino            8’  17      Cornetto 3 file        2’2/3’  18      Tromba                           8’  19      Clarinetto                       8’

20      Unda Maris                    8’

 I Manuale – Positivo [aperto]

[Corpo antico sulla cantoria nell’ultima cappella della navata destra – organo Nicola Mancini del 1770]

  21      Principale                       8’  22      Ottava                             4’  23      XV                                   2’  24      XIX [.XXII – 2 file]     1’1/3’

 

  25      Flauto a Camino            8’  26      Tromba                           8’  27      Flauto Traversiere        8’  28      Flauto in Ottava            4’

  29      Voce Umana                  8’

[placchette a destra dei Manuali]

Annulli

   A      Ance II Manuale   A      Ance III ManualeA      Ance PedaleA      Ripieni

 

  30      Tremolo III Manuale

III Manuale – Espressivo

[Corpo principale sopra la porta d’Ingresso: II Manuale – Espressivo dell’organo Inzoli del 1897]

  31      Principale                       8’  32      Bordone                          8’33      Salicionale                     8’34      Flauto                              4’

35      Nazardo                   2’2/3’

36      XV                                   2’

  37      Ripienino 3 file  38      Larigot                     1’1/3’  39      Viola da Concerto         8’  40      Oboe                               8’

  41      Cornetto Combinato

Pedale

[Corpo principale sopra la porta d’Ingresso: Pedale dell’organo Inzoli del 1897, ad eccezione del registro 43: Pedale dell’organo Mancini del 1770]

  42      Contrabbasso              16’      corpo principale  43      Contrabbasso              16’      corpo destro44      Bordone                       16’   45      Basso                              8’  46      Violone                           8’  47      Bombarda                    16’

Accessori

8 Combinazioni Aggiustabili Generali e Particolari a pistoncino richiamabili con Pedaletti.

Pistoncini e Pedaletti di richiamo Unioni 8’.

Staffa Crescendo Generale.

Staffa Espressione III manuale.

Pedaletti Ripieno I, II, III; Tutti.

Estensione:

–sulla consolle Tamburini: 3 manuali di 61 note (Do1–Do6); pedaliera di 32 note (Do1–Sol3).

–sulla consolle Inzoli: 2 manuali di 58 note (Do1–La5); pedaliera di 27 note (Do1–Re3).

–sulla consolle Mancini: manuale unico di 48 notre (Do1–Do5 con prima ottava ‘cromatica stesa’ senza primo Do #); pedaliera di 12 note (Do1–Do2 prima ottava ‘cromatica stesa’ senza primo Do # costantemente unita al manuale).

Trasmissione:

dalla consolle Tamburini agli organi preesistenti: integralmente elettrica, con sistemi elettromagnetici di azionamento delle precedenti trasmissioni e delle canne aggiuntive (nonché della trasmissione dei due registri n. 25 e n. 26 dai corrispondenti n. 16 e n. 18).

all’interno degli organi preesistenti, la trasmissione è integralmente meccanica. Le consolles originali sono ‘a finestra’ e recano i tiranti dei registri, a pomello, ai lati dei manuali (entrambi i lati in doppia fila per l’organo Inzoli, solo lato destro in doppia fila per l’organo Mancini).

Collocazione:

–organo Inzoli: sulla cantoria sopra la porta d’ingresso principale della chiesa.

–organo Mancini: sulla cantoria all’interno della settima e ultima cappella della navata laterale destra.

Cassa:

–organo Inzoli: cassa ‘serliana’ [forse disegnata dall’architetto Giovanni Rispoli, progettista della cassa dell’organo Inzoli del Santuario di Pompei] intagliata e dorata e con (caso eccezionale) un grande ‘Angelo musicante’ a tutto tondo davanti al campo centrale.

–organo Mancini: cassa ‘serliana’ riccamente intagliata e dorata da rabeschi e racemi; campo centrale a profilo piatto, campi laterali leggermente convessi.

Mostra:

–organo Inzoli: 23 canne del Principale 8’ disposte in tre campi, ciascuno con disegno ‘a cuspide’ [ 7 / 9 / 7 ]; bocche ‘a mitria’ ad andamento contrario; canna centrale: Do 8’.

–organo Mancini: 25 canne del Principale 8’ disposte in tre campi, ciascuno con disegno ‘a cuspide’ [ 9 / 7 / 9 ]; bocche ‘a mitria’ allineate orizzontalmente; canna centrale: Sol 5’1/3’.

Note

L’organo attuale è costituito dall’unificazione di due strumenti antichi di notevole valore storico ed artistico. Sebbene essi fossero stati alterati nel tempo (o almeno lo era senz’altro il più antico, che era stato già modificato durante il XIX sec.), è lecito chiedersi se fossero realmente conciliabili o se invece fossero meritevoli di restauri separati mantenendone l’indipendenza. Si rimarca comunque il fatto che l’intervento, per quanto incisivo, sia in effetti reversibile: gli organi possono essere suonati dalle consolles originarie e –come estrema ratio– le trasmissioni elettriche possono essere facilmente rimosse.

L’organo risuona molto bene all’interno di questa chiesa che ha notevoli caratteristiche acustiche.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare per le gentili informazioni fornitemi don Carmine Giudice, parroco del Duomo ed il Maestro Ugo Ercolano, organista e direttore del Coro Pueri et Juvenes Cantores “don Antonio Izzo” di Sorrento. Ringrazio inoltre il mio mentore Prof. Sac. Stefano Romano ed il Maestro Giorgio Muto per le informazioni sugli organi ante 1987. Ringrazio inoltre la Sig.ra Antonella Pirozzi-Fronzuto per il sopralluogo compiuto in loco.

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