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A romantic organ extravaganza

Daniel Chorzempa

A romantic organ extravaganza

Organo della Cappella dei Cadetti all’Accademia Militare di Westpoint

CD Philips 438 309-2

Le Cappelle delle Accademie Militari americane sono grandi quanto cattedrali e posseggono organi di immense dimensioni; è il caso di Westpoint, sede dell’accademia dell’Esercito, dove la cappella in stile neogotico ricorda la Cattedrale di Liverpool. Sull’organo di questa cappella è possibile suonare un repertorio vastissimo e Chorzempa, che al culmine della sua esperienza organistica questo repertorio l’aveva e lo padroneggiava, lo sfrutta al massimo.

Il CD si apre con Richard Wagner trascritto per organo da Edwin Lemare: Coro dei Pellegrini dal Tannhauser, la cavalcata delle Valchirie da La Valchiria, l’ouverture dei Maestri Cantori di Normimberga; prosegue con Josef Gabriel von Rheinberger, cantilena dalla Sonata n. 11; Grand Choeur Dialogué di Eugène Gigout; Scherzetto e Berceuse dai 24 pezzi in stile libero di Louis Vierne; e si chiude con la Suite Gothique di Leon Boellmann.

I pezzi si susseguono gloriosamente sul grande organo prescelto e rendono giustizia al grande Chorzempa che, prima di dedicarsi integralmente alla musica elettronica, fu un eccellente organista con un passato di “enfant prodige” (si interessò al pianoforte sin da 4 anni di età). Le grandiose atmosfere di Wagner, di Gigout e di Boellmann si alternano con le dolcezze della Cantilena di Rheinberger e dei due pezzi di Vierne. L’organo ben si presta, con i suoi poderosi fondi e le sue roboanti misture e le sue possenti ance, al repertorio; c’è spazio anche per i fondi e le ance dolci della paletta dei registri; lo strumento ha una ricchezza di registri tale da renderlo tra i più grandi del mondo e qui si sente molto bene.

Il libretto, in Inglese, Tedesco, Francese e Italiano, riporta solo una succinta biografia di Chorzempa poi vi sono pagine e pagine di pubblicità ad altri CD della Philips. Così non c’è nemmeno una foto della Cappella né la disposizione fonica dell’organo, per fortuna reperibile in internet e leggibile QUI.

La scelta di dare spazio a soli autori del XIX sec. ha pagato abbondantemente poiché si odono armonie e armonie cromatiche rese assai bene dallo strumento, che pare fatto apposta per questa letteratura. Naturalmente molto si deve alla sapienza costruttiva di Moller che ha realizzato lo strumento tra il 1911 e il 1950, successivamente ampliato ancora da altri organari, e alla bravura di Daniel Chorzempa.

Consiglio il CD per gli appassionati di musica del XIX sec. ed in particolare degli organi delle cappelle militari americane.

Settembre 2022

Graziano Fronzuto

Michelangelo Rossi – Toccate e Correnti

Michelangelo Rossi

Toccate e Correnti – Parte Seconda

Francesco Cera

All’organo Luca Neri 1650 dell’Oratorio De Nardis a L’Aquila

CD Tactus 601802

Un bel CD dedicato ad un solo autore non può non interessare i cultori della musica italiana del periodo barocco. Qui Francesco Cera, specialista del repertorio, esegue solo musiche di Michelangelo Rossi: Toccata X, Corrente I e II, Toccata I e III, Corrente VII e VIII, Toccata IV e IX, Versetto I e II, Toccata 1,2,4; Corrente V VI, IX. Da notare che tutti i brani sono stati eseguiti sull’organo Luca Neri (1650) dell’oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri de Nardis a L’Aquila tranne le tre ultime Correnti che sono state incise (chissà perché) su un organo da camera costruito da Barthélémy Formentelli nel 1996.

Sul costruttore dell’organo ci sarebbe molto da dire: fu attivo nell’Italia Centrale a cavallo della metà del XVII sec. e ci ha lasciato vari strumenti, molti dei quali però profondamente modificati se non ricostruiti nel corso dei secoli successivi. Suo capolavoro è l’organo di San Domenico a Perugia che attende un restauro artistico da molti e molti decenni.

Sull’autore delle musiche c’è un ampio capitolo nel libretto del CD cui rimando, citando solo che Rossi è passato alla storia come compositore per musiche per strumenti da tasto ma ai suoi tempi era noto ed apprezzato come violinista (veniva chiamato Michel Angelo del Violino).

I brani incisi mostrano una profonda maturità nella composizione di toccate e correnti, con brani virtuosistici e brani più lenti che si alternano in modo sorprendente senza soluzione di continuità. Soprattutto le Toccate restano impresse per la loro ventata di novità nel mondo della musica da tasto italiana e non solo. Le Correnti, tutte molto più brevi delle toccate (mediamente durano circa un minuto contro i quattro-cinque delle toccate), sono dei flash nel panorama musicale italiano che folgorano l’ascoltatore con la loro ricchezza d’invenzione concentrata in pochi secondi.

Il libretto è in Italiano, Inglese, Tedesco e Francese  -segno delle ambizioni estere della Casa Editrice- e si limita ad una panoramica della vita di Michelangelo Rossi con cenni sulle Toccate e Correnti. C’è una breve descrizione dell’organo con i suoi registri ma non c’è una fotografia di esso. Non c’è il curriculum di Francesco Cera, ma è un personaggio ben noto negli ambienti musicali per cui non se ne sente la mancanza.

In conclusione, il CD è molto interessante e ben eseguito per cui vale la pena averlo nella propria collezione, sia per gli appassionati della musica di Rossi sia per gli appassionati dell’Arte Organaria Italiana del XVII Sec.

Settembre 2022

Graziano Fronzuto

BACENO – l’organo Carlen-Walpen

L’organo Carlen – Walpen di Baceno

Paolo Crivellaro

CD “La bottega discantica” n.25

Il CD di cui parlerò oggi è una delle incisioni più memorabili della mia collezione. L’organo fu costruito nel 1822 da Carlen-Walpen per la parrocchia di S.Gaudenzio a Baceno (provincia di Verbania) e presenta la tipica timbrica degli organi Svizzeri di quel periodo. Periodo di cui si sa ben poco poiché in Svizzera gli organi degli inizi del XIX Sec. e anche molti dei precedenti sono stati ricostruiti in seguito, grazie anche alle maggiori disponibilità finanziarie del territorio svizzero.

L’organo si compone di 18 registri distribuiti così: 13 al Manuale unico e 5 al Pedale, con ricchezza di fondi e di mutazioni ma anche di ance e di registri insoliti (una Terza al Pedale, voce umana italiana al manuale e voce umana francese, ad ancia, sempre al manuale). Colpisce la Mostra, di ben 88 canne di Principale e Voce Umana (come oberwerk) con tanto di portelle lignee decorate. E’ stato restaurato da Carlo dell’Orto e Massimo Lanzini tra il 1992 e il 1994.

Il repertorio si concentra su tre autori: Johann Kaspar Kerll, Johan Jacob Froberger, Georg Muffat. Del primo abbiamo: Battaglia, Toccata I, Passacaglia, Capriccio sopra il Cucù; del secondo abbiamo: Toccata, Capriccio, Toccata, Fantasia, Toccata, Canzon; del terzo abbiamo: Toccata Tertia, Nova Cyclopeias Harmonica (Aria ad Malleorum Letus Allusio), Toccata Septima.

All’ascolto si coglie la bellissima intonazione dell’organo Carlen – Walpen (cosa che fa rimpiangere il fatto che sia l’unico rimasto dell’autore in val d’Ossola) che ben si adatta al repertorio prescelto. Così brillano le Toccate sotto l’augusto ripieno dello strumento, si resta incantati per i giochi di ance e di fondi dei brani caratteristici (a cominciare dalla Battaglia che apre il CD) fino all’uso dell’incudine per la Nova Cyclopeias Armonica di Muffat che richiama l’incessante lavoro dei montanari per la loro sopravvivenza in quota.

Il libretto, articolato in capitoli, è in Italiano e Inglese e riporta note sui brani la storia e la scheda tecnica completa dell’organo e il curriculum (contenuto in un succinto capitolo, cosa che mi è piaciuta notevolmente) dell’organista in appendice ci sono i registri utilizzati per ogni singolo brano registrato, cosa che trovo inutile in quanto i competenti non ne hanno bisogno e gli incompetenti non la capiscono, ma tant’è.

Le interpretazioni di Crivellaro sono tutte di alto livello e ben adatte al repertorio e all’organo; la vera perla della raccolta è la Nova Cyclopeias Armonica di Muffat che non si smetterebbe mai di ascoltare. Anche gli altri brani godono dell’interpretazione superba di Crivellaro e mostrano tutto il loro splendore barocco adattato ad un organo costruito sì ai primi dell’ ‘800 ma con criteri e gusti ancora tardosettecenteschi.

In conclusione, consiglio il CD a tutti gli amanti del barocco tedesco che, anche se suonato su un organo svizzero primo-ottocentesco conservato in Italia (e unico superstite del suo genere), troveranno pane per i loro denti.

Settembre 2022

Graziano Fronzuto

Louis Vierne – Pièces de Fantaisie

Louis Vierne – Pièces de Fantaisie

Winfried Bὃnig

All’organo Cavaillé-Coll di Santa Maria la Real, Azkoitia

CD Ambitus amb 97 997

Nel nord della Spagna c’è la cittadina di Azkoitia meta turistica assai pittoresca, nella parrocchiale è conservato uno degli ultimi strumenti costruiti da Aristide Cavaillé-Coll, precisamente nel 1898, inaugurato da Ferdinand de la Tombelle. La sua tavolozza di registri, distribuiti su tre manuali e pedaliera, è stata scelta da Bὃnig per incidere i “Pezzi di Fantasia” di Louis Vierne.

Il CD si apre con l’Inno al Sole op.53 n.3, prosegue con Naiadi op.55 n.4, Cattedrali op.55 n.3, Fuochi Fatui op.53 n.4, Preludio op.51 n.1, Le campane di Hinckley op.55 n.6, Gargolle e Chimere op.55 n.5, Siciliana op.53 n.2, Improvviso op.54 n.2, Fantasmi op.54 n.4, Andantino op.51 n.2, Toccata in si minore op.53 n.6, Intermezzo op.51 n.4, si conclude con la celeberrima Toccata Carillon di Westminster op. 54 n.6.

Come si vede si tratta di un’ampia antologia delle opere 51, 53, 54, 55. Sarebbe stato meglio suonare l’intera op.54 (quella di Carillon di Westminster) e l’intera  op.55 (quella delle Campane di Hinckley e di Gargolle e Chimere), ma anche così si ha una ampia panoramica sull’opera “minore” (rispetto alle monumentali 6 Sinfonie) di Vierne. L’organo Cavaillé-Coll di Azkoitia risponde assai bene alle musiche di Vierne sapientemente suonate da Bὃnig che, nonostante parta da un’impostazione tedesca del suo modo di suonare, si immedesima abbastanza bene nello stile francese.

L’organista misura assai bene i registri per ogni pezzo, pur rispettando le puntuali prescrizioni di Vierne, che aiutano fino a un certo punto (non dimentichiamoci che Vierne aveva a disposizione l’organo Cavaillé-Coll di Nỗtre-Dame di Parigi con oltre 110 registri distribuiti su 5 manuali e pedaliera) ma sono indispensabili per suonare bene i suoi brani.

Così si odono i bellissimi Fondi 8’ dell’organo, le sue ance, le sue misture, i passaggi da PPP a FFF e viceversa che caratterizzano alcuni brani, si percepisce anche l’atmosfera idillica e sognante dei Pezzi di Fantasia come la voleva Vierne. Particolare menzione merita il “Carillon di Westminster”, il pezzo più famoso, che mostra i Fondi 8’ con l’Oboe 8’ (“alla Franck”) e un progressivo crescendo fino al FFF del finale.

Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese, descrive brevemente ciascuno dei brani, riporta la storia dell’organo (ma non la sua disposizione fonica visionabile QUI dove le altezze dei registri sono espressi in Palmi alla Spagnola anziché in PIedi come di norma, ma basta tener presente 26 palmi = 16 piedi, 13 palmi = 8 piedi ecc) e il curriculum dell’organista, titolare del riesenorgel (organo gigante) della cattedrale di Colonia. La copertina mostra i tre manuali dell’organo e la quarta di copertina una foto dell’organista. Non c’è la foto dell’organo, che pure nella sua monumentalità è stata trascurata.

In conclusione, il CD è veramente godibile e -anche se un po’ di “rubato” in più non avrebbe guastato- e offre un’ampia panoramica sul Vierne “minore” dei Pezzi di Fantasia. Consigliato a chi ama Vierne (e sono molti) e la musica francese a cavallo tra il XIX e il XX sec.

Luglio 2022

Graziano Fronzuto

Fantasy on Carlisle

Fantasy on Carlisle

Edward Taylor

Suona l’organo Willis della Cattedrale di Carlisle

CD Priory PRCD 1183

La Cattedrale di Carlisle dedicata alla Holy and Undivided Trinity (Santa ed Indivisa Trinità) è nota per essere la più piccola delle grandi cattedrali inglesi. Costruita nell’XI sec. in stile protoromanico a tre navate, transetto e abside, aveva la facciata rivolta verso il Vallo di Adriano (siamo ai confini con la Scozia). Nel XIII sec. se ne decise la ricostruzione in stile gotico e si partì dall’abside piana e dal coro, ampi e spaziosissimi. Nel frattempo la cattedrale antica veniva demolita e le sue pietre riutilizzate per rinforzare il Vallo di Adriano; rimaneva solo il transetto e una campata, l’ultima, della navata. Così la cattedrale rimase incompiuta perché non venne completata secondo lo stile e la spazialità dello stile gotico ed in pratica è costituita oggi dal solo Coro Gotico in cui si segue la Messa attorniati dai cantori mentre l’oculo verso il transetto antico è occupato dal Grande Organo.

La cattedrale fu dotata di organi almeno dal XVI sec., poi col passare del tempo, tra trasformazioni e alienazioni si giunse al 1856 quando fu commissionato l’attuale organo a Henry “Father” Willis, che realizzò uno strumento a tre manuali e pedaliera con disposizione fonica dettata dall’allora organista Henry Ford e dal famoso William Thomas Best, nato a Carlisle. Nel 1875 fu dotato di un Principale di 32’ reale che si affaccia sul transetto antico, dominando i visitatori che entrano in cattedrale, che devono passare necessariamente sotto l’organo. Ulteriori ampliamenti vennero fatti nel 1907 da Harrison & Harrison con lo spostamento del positivo sul lato Sud della cattedrale, a sinistra di chi suona l’organo. Le trasmissioni furono revisionate nel 1976 e nel 1995 e nel 1997 vennero aggiunti 4 registri (tra cui l’Oboe 8’ allo Swell Organ, di cui notai la mancanza quando suonai l’organo nel 1995 in compagnia di mia moglie Antonella e del compianto Freddie Symonds) che portarono l’organo all’assetto attuale.

Il CD si apre con Edward C. Bairstow, Prelude in Do maggiore; prosegue con Percy Whitlock, Fidelis; Frank Bridge, Tre pezzi per organo (1939): Preludio, Minuetto, Processionale; Adrian Self, Fantasy on Carlisle (pezzo del 2002 ispirato al tema popolare “Carlisle”); Arthur Wills, Arioso, Requiem Aeternam; David Briggs, Preludio e fuga in Re maggiore (da “Omaggio a Marcel Dupré”); Edward C. Bairstow, Preludio su “Vexilla Regis”, Elegia, Toccata-Preludio su “Pange Lingua”; John Cook, Fanfara; e si chiude con Percy Whitlock, Marcia da “Phoebe” (musica dedicata al varo di un incrociatore inglese che fece la II Guerra Mondiale nel Pacifico) arrangiata per organo da Robert Grover..

Si tratta di autori del XX sec. tutti inglesi e di pezzi tutti particolarmente adatti all’organo. Edward Taylor, nonostante la giovane età (è assistente organista della cattedrale), padroneggia assai bene le dissonanze e le complesse armonie dei pezzi proposti. Egli fa sentire assai bene tutta la tavolozza sonora dell’organo, dai PPP al limite dell’udibile al FFF del tutti con tanto di Tube. Nei brani più meditativi si odono i bellissimi fondi di 8’ dell’organo, soprattutto i flautati, talvolta con l’Oboe alla maniera di César Franck; altrove si sentono le bellissime misture, che sembrano quasi un Ripieno italiano, e la Tuba che spicca nella Fanfara di John Cook.

Il ponderoso libretto, esclusivamente in Inglese, descrive esaustivamente tutti i brani incisi e talvolta cita commenti degli autori ai propri brani (per es. nella Fantasy on Carlisle di Adrian Self, il brano più significativo del CD e quello in cui più si ode la tavolozza sonora dell’organo in tutte le sue sfaccettature), segue la storia dell’organo e la sua ricca disposizione fonica (72 registri distribuiti su 4 manuali e pedaliera) e infine c’è il curriculum dell’organista. Peccato che non vi sia una foto della mostra dell’organo priva di cassa ma con le canne ricchissimamente decorate a stencil, tantomeno una foto della mostra posteriore, composta da canne del Principale 32’ reale del Pedale; vi è una foto della chiesa verso l’altare che mostra l’immensa vetrata istoriata posteriore, una delle più grandi del mondo.

La scelta di dare spazio a soli autori del XX sec. ha pagato abbondantemente poiché si odono armonie e armonie cromatiche rese assai bene dallo strumento, che pare fatto apposta per questa letteratura. Naturalmente molto si deve alla sapienza costruttiva di Henry “Father” Willis e di Harrison & Harrison oltre ovviamente alla bravura di Edward Taylor che, con queste premesse, si prepara ad una carriera di organista di primo livello. Basti ascoltare i Piani e i Forti, i Crescendo e i Diminuendo, l’uso sapiente di Fondi e Misture, le ance sempre misurate e utilizzate per lunghe melodie “a solo” senza annoiare l’ascoltatore.

Consiglio il CD -nonostante venga consegnato a 25 giorni dall’ordine su Internet- per gli appassionati di musica del XX sec. ed in particolare della musica inglese. Ne rimarranno entusiasti.

Luglio 2022

Graziano Fronzuto

Marbella – L’organo del Sol Mayor

Organo del Sol Mayor – Marbella

Pilar Cabrera

Organo Gabriel Blancafort (1975)

CD Motette 11471

La Spagna è assai rinomata per i suoi organi storici, molto meno per i suoi organi moderni: eppure è un vero peccato poiché vi sono strumenti interessantissimi costruiti dagli anni ’70 del XX sec. in poi, costruiti da organari di tutto rispetto. E’ il caso di questo organo “del Sol Mayor” costruito per la parrocchia di Nostra Signora dell’Incarnazione di Marbella da Gabriel Blancafort nel 1975, al momento della sua costruzione il più grande organo meccanico moderno di Spagna, con 50 registri distribuiti su 4 manuali e pedale.

All’epoca della registrazione del CD, l’organistA della chiesa era Pilar Cabrera, virtuosa d’organo molto nota in Spagna e non solo. Il programma è una curiosa miscellanea di brani tra i più disparati: Johann Sebastian Bach, Toccata e Fuga in Re minore BWV 565; John Stanley, Voluntary; José Ximénez, Batalla; Wolfgang Amadeus Mozart, Adagio-Allegro-Adagio in fa minore K 594 (per due organisti: qui Cabrera è affiancata da Javier Villero), Entrata e Fuga in Do maggiore K 399i, Andante Cantabile K 15 II; Jehan Langlais, Chant Héroique; Franz Liszt, Preludio e Fuga sul nome di BACH.

Nonostante l’eterogeneità del programma, Pilar Cabrera si destreggia bene tra i diversi stili e le diverse epoche degli autori che ci ha proposto. Piuttosto scolastica la Toccata e Fuga in Re minore, anche se non mancano nella fuga sorprendenti impasti sonori e improvvisi cambi di registri e tastiere che la rendono pregevole; il Voluntary di Stanley scorre bene anche se si sente che non è l’organo adatto per suonarlo; la Batalla di José Ximénez è un classico della letteratura spagnola e consente di ascoltare la ricca batteria di ance dell’organo, forse un po’ affrettato il ritmo, ma nel complesso godibile; i brani di Mozart sembrano essere quelli più adatti all’organo, nonostante la loro rarità; Langlais e Liszt si ascoltano abbastanza bene ma risentono della relativa penuria di Fondi 8’ dell’organo nonché della mancanza di libertà interpretative da parte dell’interprete (insomma un po’ di “rubato” in più non avrebbe fatto male).

Il libretto, in Tedesco, Spagnolo e Inglese riporta brevi note su ciascun brano e la storia dell’organo nonché il curriculum dell’organista e la disposizione fonica dell’organo.

Il CD non delude anzi accende curiosità nell’ascoltatore che sembra dirsi “vediamo questo pezzo come viene” per ciascuno dei brani e lo consiglio a tutti gli appassionati di organaria della seconda metà del XX sec. specie spagnola (dove Blancafort e Grenzig sono i maggiori esponenti).

Luglio 2022

Graziano Fronzuto