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L’organo Carlen – Walpen di Baceno

Paolo Crivellaro

CD “La bottega discantica” n.25

Il CD di cui parlerò oggi è una delle incisioni più memorabili della mia collezione. L’organo fu costruito nel 1822 da Carlen-Walpen per la parrocchia di S.Gaudenzio a Baceno (provincia di Verbania) e presenta la tipica timbrica degli organi Svizzeri di quel periodo. Periodo di cui si sa ben poco poiché in Svizzera gli organi degli inizi del XIX Sec. e anche molti dei precedenti sono stati ricostruiti in seguito, grazie anche alle maggiori disponibilità finanziarie del territorio svizzero.

L’organo si compone di 18 registri distribuiti così: 13 al Manuale unico e 5 al Pedale, con ricchezza di fondi e di mutazioni ma anche di ance e di registri insoliti (una Terza al Pedale, voce umana italiana al manuale e voce umana francese, ad ancia, sempre al manuale). Colpisce la Mostra, di ben 88 canne di Principale e Voce Umana (come oberwerk) con tanto di portelle lignee decorate. E’ stato restaurato da Carlo dell’Orto e Massimo Lanzini tra il 1992 e il 1994.

Il repertorio si concentra su tre autori: Johann Kaspar Kerll, Johan Jacob Froberger, Georg Muffat. Del primo abbiamo: Battaglia, Toccata I, Passacaglia, Capriccio sopra il Cucù; del secondo abbiamo: Toccata, Capriccio, Toccata, Fantasia, Toccata, Canzon; del terzo abbiamo: Toccata Tertia, Nova Cyclopeias Harmonica (Aria ad Malleorum Letus Allusio), Toccata Septima.

All’ascolto si coglie la bellissima intonazione dell’organo Carlen – Walpen (cosa che fa rimpiangere il fatto che sia l’unico rimasto dell’autore in val d’Ossola) che ben si adatta al repertorio prescelto. Così brillano le Toccate sotto l’augusto ripieno dello strumento, si resta incantati per i giochi di ance e di fondi dei brani caratteristici (a cominciare dalla Battaglia che apre il CD) fino all’uso dell’incudine per la Nova Cyclopeias Armonica di Muffat che richiama l’incessante lavoro dei montanari per la loro sopravvivenza in quota.

Il libretto, articolato in capitoli, è in Italiano e Inglese e riporta note sui brani la storia e la scheda tecnica completa dell’organo e il curriculum (contenuto in un succinto capitolo, cosa che mi è piaciuta notevolmente) dell’organista in appendice ci sono i registri utilizzati per ogni singolo brano registrato, cosa che trovo inutile in quanto i competenti non ne hanno bisogno e gli incompetenti non la capiscono, ma tant’è.

Le interpretazioni di Crivellaro sono tutte di alto livello e ben adatte al repertorio e all’organo; la vera perla della raccolta è la Nova Cyclopeias Armonica di Muffat che non si smetterebbe mai di ascoltare. Anche gli altri brani godono dell’interpretazione superba di Crivellaro e mostrano tutto il loro splendore barocco adattato ad un organo costruito sì ai primi dell’ ‘800 ma con criteri e gusti ancora tardosettecenteschi.

In conclusione, consiglio il CD a tutti gli amanti del barocco tedesco che, anche se suonato su un organo svizzero primo-ottocentesco conservato in Italia (e unico superstite del suo genere), troveranno pane per i loro denti.

Settembre 2022

Graziano Fronzuto