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ZURIGO – L’organo della chiesa di Enge

ZURIGO – L’organo della chiesa di Enge


Josef Gabriel von Rheinberger
I due concerti per organo e orchestra
Ulrich Meldau al grande organo della chiesa di Enge – Zurigo
Orchestra Sinfonica di Zurigo diretta da Daniel Schweizer
CD Motette LC 5095

Nella lunga carriera di compositore di Josef Gabriel von Rheinberger non poteva mancare l’accoppiata organo/orchestra con la quale il nostro si cimentò con due bellissimi concerti che costituiscono il contenuto del CD in esame.
Il Concerto n.1 in Fa Maggiore Op.137 si articola nei consueti tre movimenti: Maestoso, Andante, Con Moto tutti e tre della durata di circa dieci minuti; il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con un’introduzione in P dell’organo cui segue l’esposizione del tema portata dai corni in P e MF, poi l’organo e l’orchestra dialogano sul tema principale e ne aggiungono altri parimenti lirici con il sostegno dei corni; il terzo è impostato su un caratteristico tema saltellante composto da duine ribattute fortemente impressivo: l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti e il tutto si conclude con un FF di organo e orchestra. Gli interpreti eseguono bene questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito.
Il Concerto n.2 in Sol Minore Op.177 si articola anch’esso nei consueti tre movimenti: Grave, Andante, Con Moto, i primi due della durata di circa dieci minuti il terzo di sei minuti e venti secondi; come nell’altro concerto il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni, dalle trombe e dai timpani prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con l’esposizione del tema molto melodioso da parte dell’organo cui seguono passaggi dell’organo con l’orchestra e con la sola orchestra; il terzo è impostato su un tema di accordi “strappati” dagli archi sostenuti dai timpani; anche qui l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti con due momenti topici al min. 2’20” e 4’40” con un FF di organo e orchestra. La coda finale in FF conclude il pezzo con un accordo maggiore. Gli interpreti eseguono bene anche questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito tranne che per due libertà che gli interpreti si prendono dove proprio non dovevano prendersele e cioè ai minuti 2’20” e 4’40” del terzo movimento dove mantengono il ritmo del movimento nonostante Rheinberger abbia scritto a chiare lettere “MAESTOSO” quindi con un rallentamento del ritmo e un afflato di grandiosità che qui manca.
L’organo attuale fu costruito da Kuhn nel 1951 su disposizione fonica dettata da Erich Vollenwyder organista della chiesa dal 1947 al 1989, articolata su tre manuali e pedale più un Organo Eco (FernWerk) accoppiabile al Positivo (KronWerk, II Manuale) e all’Espressivo (SchwellWerk, III Manuale) per un totale di 71 registri.
Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese, riporta note critiche sui brani registrati, la storia della chiesa di Enge a Zurigo e del suo organo, la disposizione fonica dell’organo, i curricula del direttore d’orchestra e dell’organista. Ci sono alcune foto in b/n: l’organo, preso fortemente di scorcio, del direttore d’orchestra e dell’organista. In copertina, a colori, c’è la riproduzione di un dipinto con la casa natale di Rheinberger in Vaduz e della adiacente cappella; in quarta di copertina c’è la foto in b/n di Rheinberger all’epoca della composizione del Concerto n.2 e la riproduzione del suo autografo. In copertina c’è anche la dicitura “Vol.8” facendo comprendere che il CD fa parte di una collana dedicata a Rheinberger di cui però non sono riuscito a trovare nessun altro CD.
Fatta la tara dei famigerati min, 2’20” e 4’40” del terzo movimento del Concerto n.2 consiglio il CD agli appassionati di musica del XIX sec. e agli appassionati di RiesenOrgeln, non rimarranno delusi e scopriranno due concerti che li soddisferanno.
Novembre 2024
Graziano Fronzuto
RILIEVI d’ORGANO

RILIEVI d’ORGANO

RILIEVI d’ORGANO

IL PIU’ GRANDE ORGANO DA CHIESA DEL MONDO

Nella Cattedrale di Passau
DomOrganist Walther R.Schuster
CD Motette 10601
In Germania esistono numerosi RiesenOrgeln (organi giganti) costruiti nel XX sec., tra questi spicca
quello del Duomo di Passavia, che è il più grande di tutti ed è il più grande organo collocato in una
chiesa aperta al culto nel mondo. Articolato in più corpi, è stato costruito nel 1933 e conta oltre
17000 canne azionate da più consolles per ciascuno dei corpi e da una consolle principale a 5
manuali collocata in cantoria sopra l’ingresso principale. Più volte revisionato è oggi tenuto in
manutenzione da una ditta di Passavia.
Per far ascoltare questo strumento, l’organista titolare Walther R. Schuster ha scelto innanzitutto
Georg Muffat che fu organista di questa cattedrale (ovviamente c’era un altro strumento, che già
all’epoca era molto grande) e precisamente la Toccata Octava dall’Apparatus Musicus Organisticus
che fa il suo bell’effetto col corpo principale dello strumento.
Segue una lunga improvvisazione libera articolata in Toccata, Trio e Fuga con la quale Schuster dà
ampia prova delle sue capacità improvvisative e fa ascoltare le infinite possibilità timbriche
dell’organo dai PPP del CronWerk (organo corona, collocato nel sottotetto al centro della navata e
che diffonde il suo suono da una finestratura a rosone) al Volles Werk (Tutti) i cui si ode l’intera
potenza dell’organo.
Segue poi la Seconda Sonata in Re minore op. 60 di Max Reger, articolata in Improvvisazione,
Invocazione, Introduzione e Fuga, ricca di cromatismi e di nouances che solo un RiesenOrgel piò
riprodurre come li voleva l’Autore. Qui Schuster dà ampia dimostrazione del suo virtuosismo e
della padronanza dello strumento, con i continui crescendo e diminuendo, accelerando e
decelerando che arricchiscono il pezzo secondo la volontà dell’Autore.
Il libretto è integralmente in Tedesco; parla di Passavia, città dei tre fiumi, del suo Duomo e
dell’organo il cui corpo principale è contenuto nella magnifica cassa settecentesca. Viene poi
riportata in caratteri minuscoli ma integralmente la disposizione fonica dello strumento e il
curriculum dell’organista. Ritengo assolutamente indispensabile per qualsiasi collezionista avere
un CD registrato a Passavia. L’organo da chiesa più grande del mondo merita ampio spazio e
questo CD se ne prende a sufficienza.

N.d.R.: Tratto dal libro “Rilievi d’Organo. 54 Studi del M° Graziano Fronzuto – Cap. VI – pagg. 21 –
22; per avere l’opera completa scrivere all’indirizzo mail: info@liberexit.it

BRATISLAVA – l’organo della Filarmonica Slovacca

BRATISLAVA – l’organo della Filarmonica Slovacca

BRATISLAVA – L’organo della Sala da Concerti della Filarmonica

César Franck – Opere per Organo

Jan Vladimir Michalko all’organo della Sala da Concerti della Filarmonica di Bratislava

CD Point Classics 2671762

Questo CD, di una serie economica, ci permette di ascoltare un organista Slovacco bravo e degno di nota: Jan Vladimir Michalko, professore e poi preside dell’Accademia di Belle Arti di Bratislava (biografia QUI). Ottima la scelta di incidere tutto Franck (Michalco ha inciso l’opera omnia di Franck in tre CD della casa Opus) e di usare un organo di 56 registri articolati su tre manuali e pedaliera (disposizione QUI), costruito da Rieger nel 1956 e completamente restaurato da Rieger stesso nel 2003.

Il CD si apre con il monumentale Corale n.2 in Si minore; segue la Pastorale in Mi maggiore Op.19, il Pezzo Eroico in si minore, il Preludio, Fuga e Variazione in Si minore e si conclude con il Cantabile in Si maggiore. Tutti i pezzi si articolano sul Si (in 4 è la tonica di cui tre in minore, in uno è la dominante) e ciò rende il CD particolarmente omogeneo e unitario nella scelta dei brani.

Tutti i brani sono interpretati da Michalko con profonda espressione e calandosi integralmente “nel pezzo” riuscendo ad interpretare con maestria le intenzioni dell’autore, che del resto le palesa puntualmente in tutti i brani imponendo le scelte dei registri e i cambi di tastiera con puntuale precisione. All’interprete spetta lo sforzo di adeguare un organo moderno di scuola germanica quale quello utilizzato (un Rieger) alle sonorità prescritte dall’Autore per un organo di scuola francese ottocentesca.

Sforzo pienamente riuscito, sin dalle prime battute del Corale n.2 in Si minore che, come è noto, ha l’andamento e lo sviluppo di una Passacaglia. Ciononostante, Michalko trova il modo e le battute su cui eseguire in rubato le note di Franck dando al pezzo un colore inconfondibile. La Pastorale in Mi maggiore è articolata in tre parti: esposizione in maggiore, sviluppo più mosso in minore, ritorno in maggiore. In questo pezzo l’interprete corre un po’ troppo, soprattutto nello sviluppo minore, e fa sentire troppo poco il Pedale che, anche se utilizzato poco, dovrebbe essere ascoltabile durante l’esecuzione. Il Pezzo Eroico è eseguito con rigore e con i giusti rubati che ne esaltano l’eroicità ma anche qui, nello sviluppo, i “colpi di timpano” Si-Fa#-Si al Pedale che contrappuntano l’andamento dei Manuali sono eseguiti con registri troppo esigui e si perde gran parte del pathos del pezzo.

Il Preludio, Fuga e Variazione in Si minore è eseguito molto correttamente anche se i passaggi da piano a forte e viceversa sono eseguiti di scatto e non gradualmente come Franck prescrive; la Fuga è forse un tantino troppo veloce ma si sente il pathos romantico dei suoi passaggi. Il Cantabile in Si maggiore è forse il pezzo più riuscito, con i suoi continui cambi di tastiera e di registri prescritti da Franck e impeccabilmente resi dall’interprete.

Il libretto è inesistente: la prima pagina (copertina) reca il disegno di due angeli e il titolo del disco e, in piccolo e quasi illeggibile, il nome dell’interprete; la seconda e la terza pagina riportano un estratto del catalogo della casa discografica, la quarta (quarta di copertina) reca l’elenco dei brani incisi e il minutaggio: tutto qui.

Facendo la tara del libretto, il CD è godibile per le buone interpretazioni di Michalko e dunque lo consiglio a chiunque voglia ascoltare il livello esecutivo dei musicisti Slovacchi di oggi.

Dicembre 2023

Graziano Fronzuto

WERNIGERODE – l’organo della chiesa di San Giovanni

WERNIGERODE – l’organo della chiesa di San Giovanni

WERNIGERODE – l’organo della chiesa di S. Giovanni

Reinhardt Menger suona l’organo Ladegast della chiesa di S. Giovanni a Wernigerode

CD FSM LC 3199

La chiesa di S. Giovanni (St. Johannis-Kirche) di Wernigerode è un ampio edificio gotico caratterizzato da arcate intonacate di bianco e da un monumentale soffitto a carena in legno. Sulla cantoria sopra la porta d’ingresso c’è un organo (35/III) costruito da Friedrich Ladegast nel 1885. Conosciuto come organaro di Franz Liszt, suo quasi coetaneo (Liszt è nato nel 1811, Ladegast nel 1818) poiché i suoi organi maggiori furono da ispirazione per i pezzi maggiori di Liszt per organo che li compose per le rispettive inaugurazioni, si formò presso le botteghe dei prosecutori dell’opera di Silbermann la cui impronta si sente nei suoi organi soprattutto nelle Misture e nelle Ance.

Il CD si apre con una vera rarità: Fanny Hensel-Mendelssohn (sorella di Felix), preludio per organo; prosegue Christian Heinrich Rinck, 12 Variazioni su “Hell Dir im Siegerkranz”; Gustav Merkel, Fuga sul nome di Bach; Johannes Brahms, tre corali dall’op.122 (“Herzliebster Jesu”, “Herzlich tut mich verlangen”, “O Welt, ich muss dich lassen”); si conclude con Johann Gottlob Tὃpfer, Sonata in Re minore.

L’interprete mostra una grande padronanza dell’organo a cominciare dal brano di Fanny Mendelssohn che viene eseguito con il giusto pathos romantico e i giusti registri fra cui spiccano i bellissimi Fondi 8’. Altrettanto ben eseguiti sono i tre corali di Brahms dove si odono i fondi dolci della III Tastiera che ha solo quattro registri ed è priva di ance e di misture. La Sonata di Tὃpfer viene affrontata con piglio deciso e ben inquadrato, e, anche se un po’ di rubato in più non avrebbe fatto male, si può dire che l’esecuzione sia ben riuscita e i tre movimenti in cui essa si articola fanno ascoltare impasti sonori interessantissimi e ben calibrati. La Fuga sul nome di Bach di Merkel è in realtà una Fuga su BABCH in quanto nel tema l’autore inserisce un Si bemolle in più prima del Do, a parte questo, l’esecuzione poteva essere migliore tanto nella scelta dei registri quanto nei cambi di tastiera. Resta tuttavia un brano di eccezionale rarità per cui l’ascolto tutto sommato non delude.

Discorso a parte meritano le Dodici Variazioni su “Hell Dir im Siegerkranz” di Rinck, eseguite senza soluzione di continuità e che, con la loro durata complessiva di oltre 20 minuti, costituiscono il più lungo dei brani incisi. Innanzitutto si scopre con meraviglia che il tema non è altro che “God save the King”, Inno Nazionale Inglese, adattandogli il testo di un corale luterano. Le Variazioni scorrono come si è detto senza soluzione di continuità e con cambi di registro minimi tra una variazione e l’altra (anche se il libretto specifica che si tratta di indicazioni di Rinck); il Tema, sempre ben evidenziato, viene tenuto troppo in considerazione e ciò va a detrimento delle altre voci dove sarebbe stato ben apprezzabile l’uso di un rubato fatto con buon gusto. Così non è e le 12 Variazioni scorrono con cali di tono che talvolta sfiora la noia, il che per un pezzo di oltre 20 minuti di durata è un gran male.

Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese riporta la biografia di Ladegast e la storia di questo suo organo, dalla costruzione al restauro (Schuke, 1991), riporta anche brevi spunti critici sui pezzi (stranamente non fa cenno all’Inno Nazionale Inglese per il pezzo di Rinck), due fotografie delle canne, una su quelle del Grand’Organo e una sulla base di un registro ad ancia; in copertina c’è una bella foto dell’organo e in quarta di copertina una foto della consolle. Nessun cenno al curriculum dell’interprete né sui dettagli tecnici della registrazione.

Consiglio il CD a tutti gli appassionati di Ladegast e della musica tedesca ottocentesca, specie di quella rara come questa contenuta nel disco, non resteranno certamente delusi.

Dicembre 2023

Graziano Fronzuto

San Remo – L’organo della Cattedrale di San Siro

San Remo – L’organo della Cattedrale di San Siro

San Remo – L’organo della Cattedrale di San Siro

Federico Borsari

Opere per Organo [Volume 2]

Roberto Marini e Domenico Severin all’organo Pietro Corna della Cattedrale di San Remo

CD FUGATTO FUG 084

Devo alla comprovata cortesia e all’impagabile amicizia con il Maestro Federico Borsari il possesso di questo CD che mi è stato gentilmente da lui inviato. Il CD fa seguito al CD doppio di cui ho trattato QUI e contiene le opere più recenti del Maestro eseguite alternatim da una coppia d’assi dell’organo Domenico Severin e Roberto Marini.

L’incisione è avvenuta sul nuovo organo della Cattedrale di San Remo, costruito nel 2021 da Pietro Corna. La Cattedrale di San Remo, dedicata a San Siro, è un edificio romanico che nel tempo era stato arricchito da alcune decorazioni in stile barocco, ivi compresa una cantoria sull’ingresso principale e un organo. A tutto ciò ha posto fine il “restauro” della prima metà del XX sec. che ha ridotto la chiesa a muri nudi ovviamente sacrificando tutte le stratificazioni storiche ivi compreso l’organo. Per averne uno nuovo si è dovuti attendere il 2021 quando, su una cantoria d’acciaio e vetro appositamente costruita, è stato collocato l’organo costruito da Pietro Corna, consistente in 49 registri disposti su tre manuali e pedaliera.

Il CD si apre con un Ingresso con Fanfara, dedicato a Marco Lo Muscio [Severin]; seguono La Veglia Pasquale, dedicata a Roberto Marini, articolata in: Preludio, Luce, Acqua, Meditazione, Alleluja [Marini]; Fantasia su Christus Vincit, dedicata a Ivan Ronda [S]; Quarantatre (14 agosto 2018), dedicata a Giancarlo Parodi [M]; Trittico Ovadese dedicato a Roberto Scarpa Meylougan, articolata in: Canzone Popolare, Ave Maria (su tema di Pietro Peloso organista della collegiata di Ovada dal 1895 al 1914), Campane di Processione a San Giovanni (in memoria di Kéin Burolu, campanaro di San Giovanni) [S]; Improvvisazione sui registri ad ancia, dedicata a Pier Damiano Peretti [M]; Divertissement, dedicato a Juan Paradell-Solé [S]; e si conclude con un Finale-Alleluja, dedicato a Domenico Severin [M].

La presenza di due organisti del calibro di Marini e di Severin, nonché le dediche ad altrettanti organisti di fama non debbono sorprendere: l’Autore gode di massima stima in tutti gli ambienti organistici e trova ampio credito presso la maggior parte degli organisti italiani e non solo.

Fama meritata anche come compositore, oltre che come organista e organologo, basta ascoltare questo CD per rendersi conto del calibro dell’Autore.

Lo stile personalissimo dell’Autore si contraddistingue per l’uso sapiente e ben dosato delle dissonanze, dalla chiarezza dei canti fermi, dalla predilezione per le ance come registro solista e come sostegno di armonie, dagli impasti sonori sorprendenti e inusuali, dallo sfruttamento dell’organo dai PPP ai FFF e viceversa, tutte doti che sono profuse a piene mani nei brani incisi. Non mancano le contaminazioni di melodie popolari e addirittura dal grande schermo (nell’Alleluja finale risuonano le note ribattute del refrain del tema de “I Magnifici Sette” di Elmer Bernstein).

Tutti i brani sono piacevoli all’ascolto e le dissonanze -ben calibrate- non disturbano anzi vivificano l’udito; su tutti i pezzi direi che spicca “43” dedicato alle quarantatré vittime del crollo del ponte Morandi sul Polcevera a Genova del 14 agosto 2018 dove all’inizio una serie di clusters di note crea un’atmosfera di tensione e di attesa dell’irreparabile, clusters che attraverso una serie di dissonanze si risolvono nella introduzione della melodia popolare genovese “Ma se ghe pensu” di Margutti-Cappello, dapprincipio ai manuali e poi come canto fermo ai pedali in contrappunto con una serie di arpeggi in FF dei Manuali che stanno a significare la nuova speranza del ponte San Giorgio costruito a tempo di record in luogo di quello crollato demolendone ciò che ne rimaneva.

Il libretto, in Italiano e in Inglese ha in copertina una foto dell’Autore, preso di spalle, a piedi nudi nel mare intento a scrutare l’orizzonte, segue la descrizione delle opere incise, la disposizione fonica dell’organo, il curriculum e le foto dei due interpreti e in quarta di copertina la foto panoramica dell’organo.

In conclusione, Federico Borsari si dimostra un ottimo compositore; senza dubbio dotato di una tecnica compositiva solida e coerente, che piega le dissonanze e le utilizza a proprio vantaggio con pathos e virtuosismo difficilmente riscontrabili in altri autori. Non disdegna le contaminazioni con vari generi che vanno dal codice Morse alle reminiscenze di colonne sonore di film americani, sceglie i cluster per evocare una tragedia quale quella del Polcevera, sorprende con l’evocazione di melodie popolari.

Consiglio senza esitazioni il CD ed il precedente a tutti gli appassionati di musica moderna, non resteranno delusi anzi saranno entusiasti.

Novembre 2023

Graziano Fronzuto