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WERNIGERODE – l’organo della chiesa di S. Giovanni

Reinhardt Menger suona l’organo Ladegast della chiesa di S. Giovanni a Wernigerode

CD FSM LC 3199

La chiesa di S. Giovanni (St. Johannis-Kirche) di Wernigerode è un ampio edificio gotico caratterizzato da arcate intonacate di bianco e da un monumentale soffitto a carena in legno. Sulla cantoria sopra la porta d’ingresso c’è un organo (35/III) costruito da Friedrich Ladegast nel 1885. Conosciuto come organaro di Franz Liszt, suo quasi coetaneo (Liszt è nato nel 1811, Ladegast nel 1818) poiché i suoi organi maggiori furono da ispirazione per i pezzi maggiori di Liszt per organo che li compose per le rispettive inaugurazioni, si formò presso le botteghe dei prosecutori dell’opera di Silbermann la cui impronta si sente nei suoi organi soprattutto nelle Misture e nelle Ance.

Il CD si apre con una vera rarità: Fanny Hensel-Mendelssohn (sorella di Felix), preludio per organo; prosegue Christian Heinrich Rinck, 12 Variazioni su “Hell Dir im Siegerkranz”; Gustav Merkel, Fuga sul nome di Bach; Johannes Brahms, tre corali dall’op.122 (“Herzliebster Jesu”, “Herzlich tut mich verlangen”, “O Welt, ich muss dich lassen”); si conclude con Johann Gottlob Tὃpfer, Sonata in Re minore.

L’interprete mostra una grande padronanza dell’organo a cominciare dal brano di Fanny Mendelssohn che viene eseguito con il giusto pathos romantico e i giusti registri fra cui spiccano i bellissimi Fondi 8’. Altrettanto ben eseguiti sono i tre corali di Brahms dove si odono i fondi dolci della III Tastiera che ha solo quattro registri ed è priva di ance e di misture. La Sonata di Tὃpfer viene affrontata con piglio deciso e ben inquadrato, e, anche se un po’ di rubato in più non avrebbe fatto male, si può dire che l’esecuzione sia ben riuscita e i tre movimenti in cui essa si articola fanno ascoltare impasti sonori interessantissimi e ben calibrati. La Fuga sul nome di Bach di Merkel è in realtà una Fuga su BABCH in quanto nel tema l’autore inserisce un Si bemolle in più prima del Do, a parte questo, l’esecuzione poteva essere migliore tanto nella scelta dei registri quanto nei cambi di tastiera. Resta tuttavia un brano di eccezionale rarità per cui l’ascolto tutto sommato non delude.

Discorso a parte meritano le Dodici Variazioni su “Hell Dir im Siegerkranz” di Rinck, eseguite senza soluzione di continuità e che, con la loro durata complessiva di oltre 20 minuti, costituiscono il più lungo dei brani incisi. Innanzitutto si scopre con meraviglia che il tema non è altro che “God save the King”, Inno Nazionale Inglese, adattandogli il testo di un corale luterano. Le Variazioni scorrono come si è detto senza soluzione di continuità e con cambi di registro minimi tra una variazione e l’altra (anche se il libretto specifica che si tratta di indicazioni di Rinck); il Tema, sempre ben evidenziato, viene tenuto troppo in considerazione e ciò va a detrimento delle altre voci dove sarebbe stato ben apprezzabile l’uso di un rubato fatto con buon gusto. Così non è e le 12 Variazioni scorrono con cali di tono che talvolta sfiora la noia, il che per un pezzo di oltre 20 minuti di durata è un gran male.

Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese riporta la biografia di Ladegast e la storia di questo suo organo, dalla costruzione al restauro (Schuke, 1991), riporta anche brevi spunti critici sui pezzi (stranamente non fa cenno all’Inno Nazionale Inglese per il pezzo di Rinck), due fotografie delle canne, una su quelle del Grand’Organo e una sulla base di un registro ad ancia; in copertina c’è una bella foto dell’organo e in quarta di copertina una foto della consolle. Nessun cenno al curriculum dell’interprete né sui dettagli tecnici della registrazione.

Consiglio il CD a tutti gli appassionati di Ladegast e della musica tedesca ottocentesca, specie di quella rara come questa contenuta nel disco, non resteranno certamente delusi.

Dicembre 2023

Graziano Fronzuto