Dupré-Franck-Widor
Michael Murray
Organo Aristide Cavaillé-Coll della Chiesa di Saint Sulpice a Parigi
CD “TELARC” 050
Ascoltare sia pure in CD un organo di Aristide Cavaillé-Coll è sempre un piacere, specie quando si tratta del più grande strumento da lui costruito tuttora in condizioni originali: l’organo di Saint-Sulpice a Parigi, che contiene canne dell’organo Clicquot per il quale fu costruita la cassa neoclassica monumentale.
A cimentarsi con questo gigante troviamo l’esperto Michael Murray, che ha inciso su molti strumenti di dimensioni simili in tutto il mondo. Il repertorio scelto è integralmente francese, e ciò è assolutamente condivisibile, a cominciare da Marcel Dupré (che fu organista qui subito dopo Widor) di cui Murray esegue: Magnificat VI: Gloria (Finale) Op.18 n.15, Carillon Op.27n.4, Choral et Fugue Op.57, Antiphon III Op.18 n.3, Cortège et Litanie Op.19 n.2, Final Op.27 n.7, cui segue la Grande pièce symphonique Op.17 di César Franck e per finire il finale della Sesta Sinfonia in Sol maggiore Op.42.n.1 di Charles Marie Widor che fu per tutta la sua lunga vita organista titolare di quest’organo.
Si sarebbe preferito che di Dupré Murray avesse inciso l’intera opera 27 invece che spiluccare pezzi da un’opera e l’altre, ma tant’è. Murray dà prova di una certa padronanza stilistica e di un’assoluta padronanza del grande strumento; si sarebbe preferita una maggiore libertà ritmica e un po’ di rubato qua e là. Diverso è il discorso per la monumentale op.17 di César Franck dove Murray è in stato di grazia e “azzecca” una interpretazione ragguardevole sotto ogni profilo.
Il Fonale della Sesta Sinfonia di Widor è deludente poiché Murray lo esegue Allegretto molto moderato invece che Allegro con brio come il pezzo richiederebbe. Le note ci sono tutte ma il ritmo è un po’ troppo lento e per di più senza troppe libertà il che rende questa esecuzione non all’altezza del resto del CD. Forse Murray ha dovuto limitarsi ritmicamente poiché un FF con cinque tastiere unite meccanicamente è senza dubbio pesante al tocco e non si riesce a correre quanto si vuole.
Il CD è esauriente ma è solo in Inglese e non riporta la disposizione fonica ricchissima di questo strumento e ciò è un vero peccato. Per fortuna è reperibile in internet e in vari trattati. Dal punto di vista del repertorio, ho affermato che Franck è il pezzo meglio riuscito, tuttavia se si voleva fare qualcosa di più strettamente legato all’organo si sarebbe preferita l’esecuzione dell’intera Sesta Sinfonia di Widor, che qui fu organista come abbiamo detto, e di Dupré che fu il suo successore nonché maestro di Murray.
Dal punto di vista tecnico, il CD è molto ben registrato dai tecnici della Telarc che riescono a cogliere tutte le sfumature timbriche di questo grande strumento grazie anche ad una tecnica di registrazione particolarmente innovativa cui si fa cenno nel libretto. Nel complesso il CD è di alto livello e lo consiglio a tutti gli amanti della musica d’organo francese del XIX e del XX sec.
Febbraio 2022
Graziano Fronzuto