CREMONA – L’organo della Cattedrale
Fausto Caporali
CD MV Cremona 005/015
La cattedrale di Cremona è un amplissimo edificio a croce greca, sorto a partire dal XIII sec. cui fu aggiunto, dal XIV sec., un altissimo campanile che tuttora è il più alto d’Italia e viene chiamato dai cittadini “il Torrazzo” alto ben 112,54 metri. All’interno della cattedrale, sulla parete sinistra del presbiterio, fu costruito a partire dal 1545 un grandioso organo con base 24 piedi, forse in competizione con il Duomo di Milano dove all’epoca, nello stesso modo, era stato costruito un organo di 24 piedi per ordine di San Carlo Borromeo (cui fu aggiunto nel secolo successivo sul lato destro un altro organo di 24 piedi per ordine del cardinale Federigo Borromeo). Per un organo così importante come quello della cattedrale di Cremona furono sempre chiamati a suonarlo illustri organisti e maestri di cappella e il CD in esame ce ne presenta una illustre schiera ciascuno rappresentato da un pezzo e in due casi da due.
Si comincia con Marc’Antonio Ingegneri, Canzone Francese; seguono Germano Pallavicina, Fantasia ‘La Loda’ (°); Tarquinio Merula, Toccata del II tono, Intonazione cromatica del IV tono; Niccolò Corradini, Ricercar del IX tuono; Giuseppe Gonelli, Sonata (°); Pietro Chiarini, Allegro con violoncello, cornetti e tromboncini in risposta (°); Giacomo Arighi, Allegro (°); Gianfrancesco Polla, Sonata (°); Girolamo Barbieri, Suonata n. 5 (°); Ruggero Manna, Sinfonia dall’opera “Preziosa” (°); don Cesare Paloschi, Brano da cantarsi nella festa del S. Cuore di Gesù (°); Vincenzo Petrali, Versetto per il Gloria; Federico Caudana, Marcia Gaudete, Mater amabilis; don Dante Caifa, Victimae Paschalis (°); il CD si chiude con una composizione dell’attuale organista, quello che ha inciso il CD, Fausto Caporali, Variazioni su Lumen Gentium (°). I brani contrassegnati con (°) sono in prima incisione assoluta.
Il repertorio vastissimo scelto per questo CD percorre tutte le fasi costruttive dell’organo, dal Rinascimento al rifacimento di Pacifico Inzoli che rifece la mostra fondendo le canne di 24 piedi del comparto centrale in un’unica lastra senza giunzioni (e per questo ricevette i complimenti del sommo organaro francese Aristide Cavaillé-Coll), all’ampliamento di Balbiani Vegezzi-Bossi (che introdusse un registro di 32’ alla pedaliera completando la Mostra di 24’ verso il basso) fino all’attuale strumento ricostruito completamente da Mascioni (Op. 1066, anno 1985) grazie ad una generosa offerta del Cavaliere del Lavoro Giovanni Arvedi in cui però le tre canne centrali della Mostra e le canne centrali dei campi laterali (Fa0-Sol0-La0-Sib0-Si0) vennero rese mute. Successivamente all’incisione del CD, nel 2010, le canne mute della Mostra vennero alimentate e comandate da un ’apposita placchetta sulla consolle e usate più che come rinforzo della pedaliera in “cluster” suonate tutte insieme contemporaneamente creando un effetto di “tambor”.
All’ascolto, l’organo si mostra davvero versatilissimo, adatto a suonare i brani di tutte le epoche dal XVI al XX sec.; tant’è vero che ascoltando i primi brani sembra proprio di ascoltare un organo rinascimentale, poi uno barocco, poi uno ottocentesco e con Caudana e Caporali un organo sinfonico novecentesco a tutti gli effetti.
Le interpretazioni di Caporali sono tutte corrette e rispettano lo spirito dei pezzi, dal rinascimentale al contemporaneo, prendendosi qua e là alcune libertà di ritmo e di cambio dei registri che rendono bene i pezzi suonati. Forse solo la sua stessa composizione non è resa con il giusto “pathos” moderno ribadendo il vecchio detto che non sempre gli Autori sono i migliori interpreti della propria musica. Tutto sommato i brani meglio riusciti del CD sono quelli di Federico Caudana, titolare dell’organo Inzoli e poi del Balbiani Vegezzi-Bossi, che vengono resi col giusto “pathos” tardoromantico e con il giusto “rubato” in alcuni passaggi che li arricchiscono particolarmente.
Il libretto è soddisfacente poiché spiega di ogni brano le caratteristiche e la relazione che l’Autore ha avuto con l’organo della cattedrale di Cremona, riporta la disposizione fonica dell’organo attuale, ne raffigura la Mostra e la cassa rinascimentale in copertina mentre in quarta di copertina c’è il disegno originale proposto nel 1543 da Giulio Campi dove spiccano tre canne per ogni lesena laterale, quali columnae sonantes probabilmente per l’effetto “tambor”, che comunque non vennero realizzate.
Il testo, in Italiano, Inglese, Francese e Tedesco mostra la destinazione turistica del CD in vendita presso la Sacrestia della Cattedrale e quindi offerto ai turisti che la visitano e rimangono colpiti dalle dimensioni davvero monumentali dello strumento.
Tutto sommato è un bel CD e lo consiglio a tutti gli appassionati di musica Lombarda dal Rinascimento ai giorni nostri.
Gennaio 2025
Graziano Fronzuto
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