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Georg Muffat

Opere per Organo Vol 1

Martin Haselbὃck

Organo Johann Georg Freundt (1642) dell’abbazia di Klosterneuburg

CD Naxos 8.553917

Georg Muffat fu uno dei più importanti organisti e compositori tedeschi della generazione appena precedente a J.S.Bach; fu a lungo organista della cattedrale di Passavia (dove ora c’è l’organo da chiesa più grande del mondo) e le sue opere meritano senza dubbio la massima attenzione da parte dei musicofili. Questo CD è integralmente a lui dedicato e contiene la prima parte dell’Apparatus Musico-organisticus (monumentale opera dell’Autore) e cioè le Toccate dalla prima all’ottava.

In queste toccate Muffat mostra tutta la sua maestria compositiva; ciascuna di esse è composta da più sezioni sempre sorprendenti e sempre suggestive per ricchezza armonica, inventiva melodica, audaci cromatismi. Le prime tre e la quinta sono di lunghezza relativamente breve (poco più di 5 minuti ciascuna), la quarta è poco più lunga (poco oltre i 7 minuti), la sesta e la settima sono decisamente monumentali (oltre 9 minuti ciascuna), l’ottava è più breve (poco oltre i 6 minuti e mezzo). Lunghe o corte che siano, sono tutte vigorose prove d’Autore, con i loro indiscutibili pregi e i passaggi dal grave al presto e viceversa che si alternano a passi fugati di rara maestria.

Haselbὃck affronta il repertorio con il giusto vigore, mantenendo i tempi sempre giusti per ogni passaggio anche se un po’ di rubato, soprattutto nei passaggi veloci, non avrebbe nuociuto. Spiccano su tutte le interpretazioni delle Toccate più lunghe, la sesta e la settima, che danno modo all’interprete di sfruttare al meglio le caratteristiche sonore dell’organo che con i suoi 29 registri distribuiti su tre tastiere e pedaliera tutte con prima ottava corta si presta bene ai ricchi passaggi dei brani muffatiani, sebbene composti per un organo più grande. Difatti l’organo della cattedrale di Passavia all’epoca di Muffat non era il più grande del mondo ma era pur sempre uno strumento di oltre 50 registri (ce lo attesta la cassa monumentale tuttora al suo posto). Nonostante ciò anche i FF accordali che si sentono di tanto in tanto sono sufficientemente sonori e potenti, segno di una intonazione assai “spinta” data all’organo dal costruttore e ripresa magistralmente dal restauro della casa svizzera Kuhn.

Per inciso: i vaghi sentori di stile Italiano che si odono in alcuni passaggi si spiegano col fatto che Muffat era nato a Megéve in Savoia e lì aveva appreso i primi rudimenti dell’arte musicale. All’epoca la Savoia era appartenente al ducato piemontese della famiglia Savoia (futura dinastia regnante in Italia) e dunque era territorio italiano che, come si sa, fu ceduto alla Francia con Nizza nel 1859, al termine della seconda guerra d’Indipendenza.

Il libretto, in Inglese, Tedesco e Francese, contiene cenni critici sui brani incisi e la disposizione fonica dell’organo con la sua storia (solo in Inglese) ma manca la sua fotografia; c’è anche il curriculum di Haselbὃck molto succinto (del resto l’organista è piuttosto noto nell’ambiente e dunque non c’è bisogno di fare sproloqui inutili).

All’ascolto il CD si presenta molto bene; i vari brani sono affrontati con il giusto pathos barocco e -anche se qualche libertà in più avrebbe giovato- si fanno ascoltare senza problemi e senza noia (cosa che altre incisioni provocano a prescindere dai brani incisi); l’abilità compositiva di Muffat viene fuori in tutta la sua grandezza e fa rimpiangere che nel mercato Italiano si trovino così poche incisioni delle sue opere (io stesso, per quanto abbia cercato, non sono riuscito a trovare nessuno dei volumi successivi a questo -il quale è il primo della serie- che la Naxos gli ha dedicato).

Lo stile di Muffat, libero e personalissimo, è brillante e animoso, con concessioni qui e lì al virtuosismo più alto e nobile, con fugati e contrappunti impeccabili. Haselbὃck rende assai bene questo stile barocco assai personale di Muffat con i registri giusti e i giusti cambi di tastiera e col pathos corretto per questo tipo di pezzi.

Il CD, fra i più interessanti della mia collezione, è consigliabile a tutti gli amanti della musica della fine del XVII sec. specie a quelli che non conoscono Muffat.

Dicembre 2022

Graziano Fronzuto