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I quartetti con pianoforte di Gabriel Fauré

I quartetti con pianoforte di Gabriel Fauré

Gabriel Fauré

Quartetti per pianoforte, violino, viola, violoncello

N.!. in Do minore Op. 15

N.2. in Sol minore Op. 45

Ronan O’Hora, pianoforte; Alberto Lysy, violino; Sophia Reuter, viola; Antonio Lysy, violoncello

CD BNL

Quartetto n.1
Allegro molto moderato – Scherzo Allegro vivo – Adagio – Allegro vivo

Quartetto n.2
Allegro molto moderato – Scherzo Allegro molto – Adagio non troppo – Allegro molto.

Tra le numerose forme di musica da camera, il Quartetto è indiscutibilmente la più praticata, soprattutto nella composizione di Quartetto d’Archi (violino I – violino II – viola – violoncello) dove i quattro solisti hanno parti equivalenti senza che l’uno prevalga sull’altro. Nella composizione pianoforte – violino – viola – violoncello è spesso il pianoforte ad avere la parte del leone prevalendo sugli altri strumenti per virtuosismo e parti solistiche.

Ciò è quanto accade nei due Quartetti composti da Gabriel Fauré dove la parte pianistica è assolutamente prevalente e virtuosistica, come si evince scorrendo l’esecuzione con lo spartito. L’amalgama è tuttavia più paritario di quanto si possa pensare dato che i passaggi più virtuosisticii del pianoforte sono in Piano mentre gli altri strumenti suonano in Forte.

I due Quartetti sono stati composti a distanza di circa un decennio l’uno dall’altro,      ed hanno numero d’opera distanti trenta numeri d’opera. Ciò nonostante le due composizioni sono molto omogenee per struttura, movimenti e stile compositivo. Se -come si diceva- il pianoforte fa la parte del leone, gli altri strumenti hanno passaggi virtuosi e melodie particolarmente fluenti e di ampio respiro che sovrastano il lavorio del pianoforte.

I primi movimenti propongono vari temi più o meno sviluppati che si intrecciano e si susseguono senza soluzione di continuità, i secondi sono caratterizzati dal moto perpetuo hw ai sviluppa dal tema iniziale, particolarmente allegro, nei terzi prevalgono melodie cantabili tenute dagli archi e accompagnate dal pianoforte e talvolta viceversa, i quarti sono caratterizzati dalla poliritmia poiché sono in tempo 12/8 alternati a 9/8 ma hanno note accentate aul 1° 3° 5° 7° ottavo invece che 1° 4° 7° come sarebbe naturale.

L’ascolto è molto piacevole, specie seguendo le melodie che con i loro cromatismi sono particolarmente moderne, pur restando sempre cantabili.

Il libretto, in Italiano e in Inglese, riporta brevemente la storia dei concerti prevalentemente da camera di Castelluccio di Pienza (il contenuto del CD è uno di questi concerti) e i curriculum degli artisti. Purtroppo non ci sono note storiche e critiche sui brani incisi né sul compositore. IL CD sponsorizzato dalla BNL è in vendita presso il Castelluccio e mi è stato procurato da mia sorella Rosanna e da Luca, che qui ringrazio,

Consigliato agli amatori della musica da camera, specie di quella a cavallo fra XIX e XX sec. e agli appassionati del virtuosismo pianistico.

Novembre 2025

Graziano Fronzuto

MADRID – L’organo della Cattedrale de la Almudena

MADRID – L’organo della Cattedrale de la Almudena

MADRID – L’organo  della Cattedrale de la Almudena

Cinque prospettive di Bach

Roberto Fresco

CD CMVK 1843

La cattedrale di Santa Maria la Real de Almudena di Madrid è un monumentale edificio completato negli anni ’80 del XX sec. che ospita sulla cantoria sopra l’ingresso principale un grandioso organo costruito da Gerhard Grenzing nel 1999 con 71 registri distribuiti su 4 manuali e pedaliera.

Con questo organo è stato inciso il CD che andrò a recensire con questo articolo. Il CD è in vendita presso il BookShop della Cattedrale e mi è stato gentilmente regalato dal mio amico Erasmo che ha visitato la chiesa nell’agosto 2025. Il brano di apertura è la Toccata e Fuga BWV 565 di Johann Sebastian Bach come da tradizione di CD destinati ai turisti di monumenti famosi con grandi organi all’interno.

Qui però, come vedremo meglio successivamente commentando gli altri brani, la Toccata e Fuga in Re minore funge da esempio per le prospettive di Bach proposte in quanto pezzo dalla genesi enigmatica in quanto la sua struttura ha fatto di recente pensare ad un pezzo scritto originariamente per violino andato perduto e di cui resta questa trascrizione per organo di  Bach ma non necessariamente lui in persona ma anche di un suo allievo quale Ludwig Krebs. Fresco inizia con il mordente La-Sol-La che poi viene raddoppiato La-Sol-La-Sol-La e poi triplicato La-Sol-La-Sol-La-Sol-La, poi prosegue rispettando fedelmente lo spartito, rubando qua e là nel corso dei passaggi della Toccata e negli episodi liberi della fuga dove gli effetti in Eco degli arpeggi suggeriscono una esecuzione piuttosto libera. Anche nel finale si prende qualche libertà fra cui la conclusione con un accordo in Re Maggiore anziché in Minore come da spartito.

I brani successivi sono trascrizioni per organo di opere di Bach effettuate da musicisti più o meno famosi il primo dei quali è Oskar Merikanto, organista finnico vissuto a cavallo fra XIX e XX sec., di cui viene eseguita la Sarabanda dalla Suite Francese n.2 BWV 812 e il Preludio dalla Suite Inglese BWV 807, in corrette trascrizioni per organo ben eseguite da Fresco.

Si prosegue con Sigfrid Karg-Elert di cui vengono eseguiti l’Adagio, trascrizione dell’Aria sulla quarta corda dalla Suite per Orchestra BWV 1068, e la Fantasia e doppia Fuga, trascrizione per organo dell’originale per “klavier” (tastiera) BWV 904. L’esecuzione di Fresco è molto cristallina mette bene in luce la melodia dell’Aria sulla quarta corda e le voci della Fantasia e doppia Fuga, in cui l’assegnazione delle voci più basse al Pedale rende il brano organistico.

Poi è il turno di Alexandre Guilmant di cui viene incisa la Sonatina, trascrizione dell’omonimo brano della Cantata Actus Tragicus, che viene eseguita con il giusto ritmo da Fresco, che si prende anche qualche libertà condivisibilissima.

Segue Xavier Darasse di cui viene eseguito l’Adagio dalla Prima Sonata per Violino solo sempre di Bach, dove le voci aggiuntive di mano sinistra e pedale rendono corposo l’etereo brano originale.

Il CD si conclude con sette brani di Bach di cui il primo è la Fuga in Re minore BWV 539/2, trascrizione della fuga in Sol minore per violino solo BWV 1001/2, eseguita con grande rigora stilistico da Fresco che riesce a rendere bene gli accordi dissonanti e gli arpeggi degli episodi liberi dell’originale per violino.

Gli altri sei brani sono Corali dalla raccolta di Schubler: Wachet auf BWV 645, Wo soll ich fliehen hin BWV 646, Wer nur den lieben Gott BWV 647, Meine Seele erhebt den Herren BWV 648, Ach bleib bi uns, Herr Jesu Christ BWV 649, Kommst du nun, Jesu vom Himmel herunter BWV 650. Questi sei Corali dimostrano la padronanza di Bach nel trattamento dei temi, dei Canti Fermi e degli ornati e Fresco si destreggia bene nell’esecuzione anche se non avrebbe guastato qualche cambio di registro e di tastiera in più.

Nel complesso il CD mantiene ciò che promette: presentare Bach sotto diverse prospettive di trascrizioni e di trattamento dei Corali, peccato che così facendo Fresco non utilizzi il quarto manuale, quello con le Ance a forte pressione secondo la tradizione Spagnola e Francese il cui suono riempie acusticamente il grande edificio della Cattedrale de la Almudena,

Il libretto è in Spagnolo e in Inglese ed è sufficientemente esauriente nella descrizione dei brani e dei compositori; c’è il curriculum dell’organista e la ricca disposizione fonica dell’organo. Purtroppo non c’è la fotografia dello strumento anche se c’è una sezione in bianco e nero della cattedrale con la mostra dell’organo abbastanza ben delineata, ma su internet si trovano foto a colori che mostrano la policromia della cassa e i suoi due positivi tergali. In conclusione il CD è vivamente consigliato agli appassionati di Bach.

Ottobre 2025

Graziano Fronzuto

SCHWERIN – L’organo della Cattedrale

SCHWERIN – L’organo della Cattedrale

Schwerin – l’Organo della Cattedrale

Musiche per organo di Franz Liszt 1811-1886

Hans-Jűrgen Kaiser all’organo Friedrich Ladegast (1870) della cattedrale di Schwerin

CD Brilliant Classics 92208

L’organo gigante della Cattedrale di Schwerin è un dii Firedrich Ladegast con i suoi 92 registri disposti su 4 manuai e pedaliera ed è noto come “organo di Franz Liszt” per la collaborazione prestata dal musicista in fase progettuale (sicuramente sua è l’introduzione del Bordone 32’ al Grand’Organo e di altri registri molto particolari di cui è ricca la disposizione fonica) e per essere destinato, nel giorno dell’inaugull’orazione, alla esecuzione pubblica di un grande pezzo che Liszt avrebbe scritto apposta.

Negli anni in cui Ladegast lavorò a questo strumento, dal 1868 al 1870, Liszt fu distolto dalla composizione del pezzo commissionato e non fece in tempo a consegnarlo per l’inaugurazione. Così venne eseguito il suo Preludio e Fuga sul nome di BACH mentre solo successivamente fu eseguito il pezzo commissionato, la Fantasia e Fuga sul corale “Ad nos ad Salutarem Undam” dall’oratorio “il Profeta” di Meyerbeer.

Ovviamente tali pezzi non potevano che essere eseguiti con due bravi registranti per seguire tutte le indicazioni di Liszt, che comportano cambi di registro e di tastiera in continuazione in tutti i suoi pezzi per organo. Liszt guardava avanti, a quando le trasmissioni non più meccaniche come in questo strumento avrebbero consentito di dotare gli organo di Combinazioni Libere e di Aggiustabili.

Il CD è naturalmente dedicato a Liszt e contiene tre brani monumentali: il Preludio e Fuga sul nome di BACH, le Variazioni su “Weinen, Klagen, Sorgen, Zagen” (piangere, lamentarsi, preoccuparsi, esitare), la Fantasia e Fuga su “Ad nos ad salutarem undam”. Nei tre brani Kaiser dimostra un piglio deciso e spiccatamente romantico, con ampi rubati, libertà di ritmo e di timbrica, con il mantenere sempre viva la tensione dell’esecuzione anche nei lunghi adagi che costellano le composizioni e che sono al limite della noia, se non si è un bravo interprete. Il giudizio sulle interpretazioni è ampiamente positivo ma c’è qualcosa che lascia perplesso l’ascoltatore dalla prima all’ultima nota incise.

Si tratta dell’intonazione dell’organo che, data la mole e i registri che ha, la si sarebbe attesa brillante e trascinante come i pezzi di Liszt incisi. Invece l’organo sembra aver perso la sua intonazione originaria e di essa resta soltanto un’ombra forte ma mai fortissima, dolce ma quasi belante, coi fondi abbondantemente “melassati”. Eppure l’organo era stato sottoposto ad un lungo restauro da parte di Alexander Schuke fra il 1980 e il 1986 per cui viene da domandarsi se abbia lasciato l’intonazione come l’ha trovata, dopo 110 anni di usura dei materiali e delle canne, senza tentare una ripresa dell’intonazione per renderla di nuovo frizzante come doveva essere all’inizio, attribuendo a Ladegast l’intonazione che si ode nel CD e non alla mancata ripresa di essa in fase di restauro.

Nonostante tutto non mancano bei timbri e begli impasti sonori, ma sono penalizzati dall’intonazione complessiva dello strumento purtroppo assai deludente.

Fatta la tara dell’intonazione, il CD è eccellente per qualità di esecuzione e di presa sonora (c’è anche un libretto aggiuntivo che spiega che è stato registrato col sistema Direct Stream Digital con i marchi Philips e Sony); il libretto è in Inglese e Tedesco e spiega le caratteristiche dei brani incisi e la loro storia; il curriculu, di Kaiser è scritto in solo Tedesco così come le caratteristiche QUI di cui è riportata per intero la disposizione fonica. Purtroppo non c’è la foto della maestosa cassa neogotica dell’organo ma c’è uno scorcio della consolle a quattro manuali. Comunque si trova facilmente in Internet., per esempio QUI

Consiglio il CD agli amanti di Liszt e di Ladegast anche se il restauro di Schuke secondo me non gli ha reso giustizia, ma comunque resta sempre un esempio della transizione organaria avvenuta in Germania tra l’organo Mendelssohniano e i riesenorgel di inizio novecento quali quelli di Sauer e Steinmeyer.

Luglio 2025

Graziano Fronzuto

NOVALESA – L’organo maggiore dell’Abbazia

NOVALESA – L’organo maggiore dell’Abbazia

NOVALESA – L’Organo maggiore dell’Abbazia

Markus Utz

CD Tactus TC 550006

Il CD di cui parlerò oggi riporta i brani del Concerto d’Inaugurazione del lavoro di ricostruzione e restauro dell’organo maggiore dell’Abbazia dei SS, Pietro e Andrea di Novalesa, sulle montagne al di sopra di Susa (TO) tenuto da Markus Utz nel 2007.

L’organo è la presunta ricostruzione storica dell’organo di 12’ che Cesare Catarinozzi aveva costruito per l’Abbazia di Santa Scolastica di Subiaco nel 1687 (o secondo altri 1692). La chiesa abbaziale si presentava allora come una chiesa romanico-gotica con aggiunte rinascimentali e l’organo fu collocato in absida con la sua cassa “serliana” dorata, Verso il 1770 la chiesa fu portata allo stile neoclassico attualmente visibile da Giacomo Quarenghi che fece collocare l’organo sulla cantoria sopra l’ingresso principale ridipingendo la cassa interamente di bianco come attualmente si vede. Il lavoro fu affidato a Celestino Catarinozzi (non si sa se parente e in quale grado a Cesare).

Per esigenze di accompagnamento del Coro, nel 1906 fu costruito da Francesco Morettini un organo positivo collocato dietro l’altare maggiore.

Nel corso dei secoli, l’organo Catarinozzi aveva subito alterazioni e modifiche ma dopo i danni del 1944 era rimasto silente. In vista della visita Pastorale di papa S. Paolo VI all’abbazia nel 1974 fu realizzato un nuovo grande organo Mascioni (op. 953 anno 1973) collocato nella cassa Catarinozzi e in due nicchie dietro l’altare per il corpo corale. Il materiale fonico dell’organo Catarinozzi fu donato agli Oblati dell’Abbazia di Novalesa che avevano riaperto l’Abbazia dopo oltre cent’anni di abbandono, l’organo Morettini fu donato alla chiesa di S. Francesco a Subiaco.

Da notare che a Novalesa esisteva un precedente strumento, costruito nel 1817, poi trasferito nella chiesa di S. Martino Vescovo ad Alpignano (TO), restaurato nel 2005 ed inaugurato il 17 giugno 2006 da Roberto Cognazzo e dal clarinettista Rocco Parisi. Il materiale proveniente da Subiaco venne conservato in un camerone dell’abbazia di Novalesa per 25 anni finché non fu affidato a Glauco Ghilardi nel 2004 per l’inventario e il  progetto di un nuovo organo il più possibile vicino all’originale Catarinozzi. I lavori iniziarono finalmente quando venne realizzata la cantoria sopra l’ingresso principale dell’abbazia e venne disegnata la cassa definitiva con le sue caratteristiche colonne decorate con ghirlande di foglie.

L’organo finito non utilizza parte del materiale ricevuto, risalente a interventi ottocenteschi sull’organo Catarinozzi, ma utilizza tutto il materiale Catarinozzi superstite integrato con una fila acuta del Ripieno (sostituita da una Viola) e con altre canne mancanti o troppo danneggiate per essere riutilizzate. Il somiere è stato ricostruito ex-novo e contiene le canne di Ripieno con base 12’ e due Flauti. Il somiere ha estensione Fa0 – La5 e trattandosi di un somiere nuovo non si comprende perché non siano state aggiunte le tre canne per ogni registro per portarlo all’estensione di Do6 perché di fatto si è esclusa dall’esecuzione su quest’organo della maggior parte della musica sei-settecentesca che necessitano di un’estensione Do1 – Do6 e di quella musica (per esempio alcune Sonate di Domenico Scarlatti) che necessitano di un’estensione Fa0 – Do6 : insomma occorre limitare il repertorio a quel poco che c’è con estensione Fa0 – La5 e a qel poco che c’è con estensione Do1 – La5.

Aggiungiamo solo che nel 1997 l’abbazia ha acquistato un elegante positivo costruito da Dell’Orto e Lanzini e collocato a pavimento nel lato sinistro del presbiterio.

Markus Utz si adegua all’estensione discutibile realizzata (è vero che al tempo di Catarinozzi c’erano organi con tale estensione, ma non ci sono prove che l’organo Catarinozzi non arrivasse fino al Do; se poi pensiamo ai numerosi organi Callido di 12’ tuttora esistenti si vedrà che la loro estensione raggiunge e talvolta supera il Do) e sceglie un repertorio con tali limiti.

Il CD si apre con Bernardo Pasquini, Bergamasca (in cui in un minuto e 48 sec. la registrazione cambia in crescendo dal solo Principale a tutto il Ripieno con l’uccelliera); prosegue con Michelangelo Rossi, Toccata Settima, Corrente Settima, Partite sopra la Romanesca, Toccata 14; Girolamo Cavazzoni, Ricercar Secondo, Canzon sopra Il è bel e bon; Johann Kaspar Kerll, capriccio sopra il Cucù, Canzona 4, Battaglia (in cui il Ripieno sostituisce abbastanza bene le Trompetas en Batalla degli organi spagnoli); Giovanni de Macque, Canzona Francese, Durezze e ligature, Capriccio sopra un soggetto, Consonanze stravaganti, Canzona alla Francese; si conclude con Girolamo Frescobaldi, Toccata cromatica per la levazioine, Toccata Sesta dal secondo Libro, Bergamasca.

In tutti i pezzi Utz si dimostra versatile e appropriato, con cambiamenti di registro (mai più frequenti come nel primo brano) e rubati qua e là che rendono interessante l’ascolto. Purtroppo ha dovuto escludere numerosissimi pezzi degli autori scelti in quanto necessitano dell’estensione fino al Do.

Il libretto si apre con la descrizione dell’organo, della sua storia e del suo restauro. Questo capitolo, piuttosto lungo, è solo in Italiano. Seguono le descrizioni dei brani incisi con note critiche, tradotte anche in Inglese e in Francese, e si conclude con la scheda tecnica dell’organo (solo in Italiano). In copertina c’è una foto dell’organo e in quarta di copertina la scaletta dei brani incisi.

Consigliato agli appassionati del primo barocco e degli organi dall’estensione limitata fino al La e non fino al Do e del repertorio conseguente.

Giugno 2025

Graziano Fronzuto

TREVISO – L’Organo della Chiesa di San Leonardo

TREVISO – L’Organo della Chiesa di San Leonardo

TREVISO – L’Organo della Chiesa di San Leonardo

Sinfonie e Sonate per Organo del Settecento Organistico Trevigiano

Amedeo Aroma

All’organo Gaetano Callido (1787) della Chiesa di San Leonardo

CD Rivo Alto CRR 9811

Oltre al CD dedicato integralmente a Johann Sebastian Bach inciso sull’organo Kuhn (2000) di cui ho parlato QUI, Amedeo Aroma ha inciso questo CD con musiche di Maestri Trevigiani del Settecento. Nomi per lo più poco noti anche nel mondo degli appassionati, ma che hanno scritto musica decisamente accattivante che meritava ampiamente l’incisione.

Il CD si apre con Andrea Luchesi, Sonata in Due Tempi in Fa maggiore (Espressivo-Allegro con brio), prosegue con Giambattista Tagliasassi, Sonata a due tastadure in Sol maggiore (Allegro Moderato), Adagio in Re minore; Ignazio Spergher, Sinfonia in Do maggiore (Allegro-Andantino -Allegro con brio), Pastorale in Re maggiore (Andantino Sostenuto-Allegro espressivo); Girolamo Schiavon, Allegro Maestoso in Do maggiore; Niccolò Moretti, Sonata ad uso Sinfonia in Re maggiore (Allegro), Sonata ad uso Elevazione in Fa maggiore (Larghetto); Giambattista Botti, Toccata in Re minore (Andantino); si chiude con Gaetano Nave, Sinfonia in Do maggiore (Allegro), Sonata ad uso Orchestra in Do maggiore (Allegro moderato).

Se alcuni autori non sono del tutto sconosciuti (Luchesi, Spergher, Moretti), gli altri sono letteralmente tirati fuori dal dimenticatoio tanto che di loro si ignorano gli anni di nascita e/o di morte. Gli spartiti dei brani incisi, insieme ad altri, sono stati pubblicati in un volume apposito, curato dallo stesso Aroma e da Giuliano Simionato, e pubblicato dall’Ateneo di Treviso Edizioni Ensemble ’900/Diastema.

I brani sono tutti di pari levatura, non vi sono particolari capolavori ma sono tutti caratterizzati da buon mestiere compositivo (come molti brani coevi anche di autori blasonati), nelle ampie melodie, nella freschezza dell’invenzione, nel ritmo, nel fraseggio, nelle modulazioni, negli abbellimenti. Unica pecca, ma fino a un certo punto dato che nel periodo considerato nessun compositore, anche dei più famosi, ne era immune, l’uso del basso con note e/o accordi ribattuti e/o trattato come basso albertino.

Si tratta insomma di melodie accompagnate nel modo più semplice, senza ricorrere a contrappunti o a scale e/o arpeggi ma non per questo poco piacevoli, anzi! L’ascolto è divertente e scorre bene senza cadute di stile o di ritmo che rendono bene l’abbinamento organo/brani scelti.

Il libretto riporta una nota di Giuliano Simionato sul complesso dei brani incisi, tradotta anche in Inglese, la foto e il curriculum (ridotto all’osso) di Aroma, la descrizione dell’organo. In copertina c’è un dipinto che ritrae Treviso nel XVIII sec. In quarta di copertina c’è la foto dell’organo con la sua caratteristica mostra callidiana a cuspide con ali laterali.

Consigliato a tutti gli amatori della musica per strumenti a tastiera del XVIII sec., specie se poco nota, e agli estimatori dell’organo callidiano.

Maggio 2025

Graziano Fronzuto