Seleziona una pagina
Green Thums a Borgo Pio

Green Thums a Borgo Pio

Respect Us” 

Dal 21 settembre al 3 ottobre, una mostra d’arte collettiva dedicata alla bellezza della natura e al mondo animale. Questa esposizione si propone di esplorare e celebrare il legame profondo tra l’uomo e il nostro pianeta, invitando a riflettere sul rispetto che dobbiamo alla nostra casa naturale e alle creature che la abitano. In un’epoca in cui il nostro rapporto con l’ambiente è sempre più messo alla prova, “Respect Us” si pone come un’importante opportunità per sensibilizzare il pubblico sulla necessità di proteggere e preservare la flora e la fauna. Attraverso l’arte, vogliamo dare voce a chi non può parlare, per raccontare storie di bellezza, fragilità e resistenza. Le opere esposte saranno un inno alla vita, un invito a riscoprire la meraviglia della natura e a riflettere sul nostro ruolo di custodi del mondo.

La sera dell’inaugurazione animata da diversi interventi, presente Giada Bernardi, conosciuta come l’avvocato degli animali, fondatrice nel 2014 della onlus “Zampe che danno una mano” e fondatrice di Studio Legale” GiustiziAnimale”, interamente dedicato alla tutela legale di animali e dei loro diritti,  la dottoressa Maria Grazia Spalluto Farmacista, erborista, docente di Fitoterapia nel Master di Medicine Naturali di Tor Vergata, autrice e volto di rubriche televisive di Salute naturale e l’artista  Silvia Castaldo che alle 19,00 presenta il libro “GREEN thumbs – noi coloriamo le strade in verde” , edito da Liber Exit di Rosanna Fronzuto,  un modo alternativo per sensibilizzare tutti e vivere sempre più verde. Le installazioni Green Thumbs generano sinergie e formano un connubio felice a sostenere la bellezza e la diffusione di una cultura volta al rispetto dell’ambiente in tutte le sue forme. Preservare le risorse naturali per il benessere delle generazioni future

L’ingresso alla mostra è libero, la Borgo Pio Art Gallery, si trova a Roma in via degli Ombrellari, 2.

https://www.facebook.com/share/p/Dcbq6TTn35SjCMMK

https://www.oggiroma.it/eventi/mostre/respect-us-la-natura-ha-bisogno-di-noi/79044

ZURIGO – L’organo della chiesa di Enge

ZURIGO – L’organo della chiesa di Enge


Josef Gabriel von Rheinberger
I due concerti per organo e orchestra
Ulrich Meldau al grande organo della chiesa di Enge – Zurigo
Orchestra Sinfonica di Zurigo diretta da Daniel Schweizer
CD Motette LC 5095

Nella lunga carriera di compositore di Josef Gabriel von Rheinberger non poteva mancare l’accoppiata organo/orchestra con la quale il nostro si cimentò con due bellissimi concerti che costituiscono il contenuto del CD in esame.
Il Concerto n.1 in Fa Maggiore Op.137 si articola nei consueti tre movimenti: Maestoso, Andante, Con Moto tutti e tre della durata di circa dieci minuti; il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con un’introduzione in P dell’organo cui segue l’esposizione del tema portata dai corni in P e MF, poi l’organo e l’orchestra dialogano sul tema principale e ne aggiungono altri parimenti lirici con il sostegno dei corni; il terzo è impostato su un caratteristico tema saltellante composto da duine ribattute fortemente impressivo: l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti e il tutto si conclude con un FF di organo e orchestra. Gli interpreti eseguono bene questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito.
Il Concerto n.2 in Sol Minore Op.177 si articola anch’esso nei consueti tre movimenti: Grave, Andante, Con Moto, i primi due della durata di circa dieci minuti il terzo di sei minuti e venti secondi; come nell’altro concerto il primo alterna una melodia molto lirica (che si articola in momenti P a momenti F) a imponenti FF dell’orchestra d’archi sostenuti dai quattro corni, dalle trombe e dai timpani prescritti dal compositore; il secondo, fortemente lirico si apre con l’esposizione del tema molto melodioso da parte dell’organo cui seguono passaggi dell’organo con l’orchestra e con la sola orchestra; il terzo è impostato su un tema di accordi “strappati” dagli archi sostenuti dai timpani; anche qui l’organo dipana lunghe stringhe di scale e arpeggi fino a suonare esso stesso il tema, si odono echi dei temi dei movimenti precedenti con due momenti topici al min. 2’20” e 4’40” con un FF di organo e orchestra. La coda finale in FF conclude il pezzo con un accordo maggiore. Gli interpreti eseguono bene anche questo concerto, concedendosi alcune libertà ritmiche che lo arricchiscono e rendono bene il pathos romantico del pezzo. Anche l’organista si impegna in ampie libertà e respiri che infiocchettano la parte solista. Nel complesso ben eseguito tranne che per due libertà che gli interpreti si prendono dove proprio non dovevano prendersele e cioè ai minuti 2’20” e 4’40” del terzo movimento dove mantengono il ritmo del movimento nonostante Rheinberger abbia scritto a chiare lettere “MAESTOSO” quindi con un rallentamento del ritmo e un afflato di grandiosità che qui manca.
L’organo attuale fu costruito da Kuhn nel 1951 su disposizione fonica dettata da Erich Vollenwyder organista della chiesa dal 1947 al 1989, articolata su tre manuali e pedale più un Organo Eco (FernWerk) accoppiabile al Positivo (KronWerk, II Manuale) e all’Espressivo (SchwellWerk, III Manuale) per un totale di 71 registri.
Il libretto, in Tedesco, Inglese e Francese, riporta note critiche sui brani registrati, la storia della chiesa di Enge a Zurigo e del suo organo, la disposizione fonica dell’organo, i curricula del direttore d’orchestra e dell’organista. Ci sono alcune foto in b/n: l’organo, preso fortemente di scorcio, del direttore d’orchestra e dell’organista. In copertina, a colori, c’è la riproduzione di un dipinto con la casa natale di Rheinberger in Vaduz e della adiacente cappella; in quarta di copertina c’è la foto in b/n di Rheinberger all’epoca della composizione del Concerto n.2 e la riproduzione del suo autografo. In copertina c’è anche la dicitura “Vol.8” facendo comprendere che il CD fa parte di una collana dedicata a Rheinberger di cui però non sono riuscito a trovare nessun altro CD.
Fatta la tara dei famigerati min, 2’20” e 4’40” del terzo movimento del Concerto n.2 consiglio il CD agli appassionati di musica del XIX sec. e agli appassionati di RiesenOrgeln, non rimarranno delusi e scopriranno due concerti che li soddisferanno.
Novembre 2024
Graziano Fronzuto
MONACO DI BAVIERA – L’Organo maggiore della chiesa di San Michele

MONACO DI BAVIERA – L’Organo maggiore della chiesa di San Michele

Monaco di Baviera – l’organo maggiore della chiesa di San Michele
Peter Kofler all’organo maggiore della chiesa di San Michele (Rieger 2011)
CD GE VKJK1302

La chiesa di San Michele a Monaco di Baviera è una costruzione seicentesca che segue i dettami della controriforma con vaghi echi della chiesa del Gesù a Roma, pur essendo priva di transetto e di cupola. L’organo maggiore ha subito varie peripezie storiche sin dalla costruzione avvenuta nel 1590. Per noi la più importante è avvenuta nel 1896 quando fu ricostruito da Franz Borgias Maerz su disposizione fonica dettata da Josef Gabriel von Rheinberger e un cospicuo finanziamento lasciato per testamento dalla moglie Franziska von Kucknass, deceduta nel 1892, che permise anche un adattamento della cassa alle proporzioni del nuovo organo.
Il 22 novembre 1944 la chiesa fu colpita dalle bombe alleate e l’organo andò distrutto. La cantoria fu ricostruita nel 1953 con un piccolo positivo a due manuali e pedale; un primo organo monumentale fu ricostruito nel 1966 dall’organaro locale Schuster con tre manuali e pedale; nel 1983 fu ricostruito da Dillingen Organi compagnia di costruzioni di Hubert Sandtner. L’organo assunse la fisionomia attuale di RiesenOrgel 75/IV coi lavori eseguiti da Rieger e conclusi nel 2011 come si legge QUI. L’organo risulta collocato in una cassa assai simile all’organo di Rheinberger in più ha un corpo laterale nel nicchione guardando la cantoria a destra che contiene le canne del IV Manuale – SchwellWerk alla Tedesca. Nel frattempo, la chiesa si era dotata di un organo corale di ampie dimensioni 40/III sempre costruito da Rieger nel 2005 articolato in due corpi ai lati dell’altare maggiore.
Nel CD è inciso il suono del solo organo maggiore con brani di Reger e Rheinberger, un accostamento da “diavolo e acqua santa” scelto dall’interprete per far ascoltare la versatilità dello strumento. Vi sono incisi i 9 pezzi per organo Op. 129 di Max Reger alternati con la Sonata n.8 in mi minore Op.132 di Josef Gabriel von Rheinberger e la Sonata n.7 in Fa minore Op.127 sempre di Rheinberger.
I 9 brani di Reger non sono eseguiti tutti di seguito: I-Toccata II-Fuga aprono il CD, segue la Sonata n.8 di Rheinberger articolata in Preludio-Intermezzo-Scherzoso-Passacaglia, ritorna Reger con III-Canone IV-Melodia V-Capriccio VI-Basso ostinato VII-Intermezzo, segue la Sonata n.7 di Rheinberger articolata in Preludio-Andante-Finale (con Fuga), chiudono il CD i brani VIII-Preludio IX-Fuga di Reger.
I brani di Rheinberger vengono eseguiti col giusto tempo e la giusta verve, ma Kofler li massacra poiché non ci mette mai un afflato romantico, non si piglia nessuna libertà nemmeno quando i pezzi sembrano invocarla. La monumentale Passacaglia che chiude la Sonata n.8 viene suonata senza sentimento, viene per così dire dattilografata; Kofler non commette errori di lettura ma si trincera dietro un andamento ostinatamente metronomico che danneggia il pezzo. Lo stesso fa con la Sonata n.7 che viene anch’essa dattilografata senza nessuno sprazzo di libertà o di pathos romantico. Sì, i tempi del Finale [3/2 3/1 3/4] vengono rispettati, ma a prezzo di ridurre il brano ad un pagnottone di note senza infamia e senza lode.
I brani di Reger si caratterizzano per brevità e per un persistente PPP e PP che solo in pochi brani sfociano in crescendo fino al FF e al FFF. Con i PPP al limite dell’udibile non si riesce a comprendere se l’esecuzione è corretta o meno, ma tenendo presente come vengono eseguiti i brani di Rheinberger, si può ritenere che anche Reger venga dattilografato con la stessa protervia con cui viene dattilografato Rheinberger. Per di più avendo relegato i brani VIII e IX Preludio e Fuga alla conclusione del disco si nota che il Preludio è in PP con una sezione in FF al centro, la Fuga è tutta in PP e PPP e passa senza quasi udirla chiudendo il CD senza onore e senza gloria lasciando l’amaro in bocca a chi si aspettava un grandioso CD di brani di Reger e Rheinberger egregiamente eseguiti, il che non è.
Il libretto, in tedesco e in inglese, curato da Kilian Sprau, contiene note critiche sui pezzi eseguiti (spesso contraddicendo il modo in cui i pezzi vengono eseguiti) quasi che l’interprete abbia capito come eseguire i pezzi con il giusto pathos romantico ma poi non l’abbia messo in pratica (cosa peggiore del non aver capito come eseguire i pezzi); il curriculum dell’organista, la ricca disposizione fonica dell’organo e foto varie in b/n dell’interno della chiesa, dell’organista e della consolle dell’organo. In copertina c’è la panoramica a colori dello strumento, indubbiamente assai bello con le sue membrature bianche decorate da intagli floreali dorati.
Per finire, consiglio questo CD ai soli appassionati dei RiesenOrgeln tedeschi ed in particolare di Rieger, poiché il contenuto, spiace dirlo ma è così, non è interessante come i titoli del CD promettevano.
Ottobre 2024
Graziano Fronzuto

P.S. la fotografia di Walter Gluck è stata reperita in internet e non recava inibizioni allo scarico e all’uso

RILIEVI d’ORGANO

RILIEVI d’ORGANO

RILIEVI d’ORGANO

IL PIU’ GRANDE ORGANO DA CHIESA DEL MONDO

Nella Cattedrale di Passau
DomOrganist Walther R.Schuster
CD Motette 10601
In Germania esistono numerosi RiesenOrgeln (organi giganti) costruiti nel XX sec., tra questi spicca
quello del Duomo di Passavia, che è il più grande di tutti ed è il più grande organo collocato in una
chiesa aperta al culto nel mondo. Articolato in più corpi, è stato costruito nel 1933 e conta oltre
17000 canne azionate da più consolles per ciascuno dei corpi e da una consolle principale a 5
manuali collocata in cantoria sopra l’ingresso principale. Più volte revisionato è oggi tenuto in
manutenzione da una ditta di Passavia.
Per far ascoltare questo strumento, l’organista titolare Walther R. Schuster ha scelto innanzitutto
Georg Muffat che fu organista di questa cattedrale (ovviamente c’era un altro strumento, che già
all’epoca era molto grande) e precisamente la Toccata Octava dall’Apparatus Musicus Organisticus
che fa il suo bell’effetto col corpo principale dello strumento.
Segue una lunga improvvisazione libera articolata in Toccata, Trio e Fuga con la quale Schuster dà
ampia prova delle sue capacità improvvisative e fa ascoltare le infinite possibilità timbriche
dell’organo dai PPP del CronWerk (organo corona, collocato nel sottotetto al centro della navata e
che diffonde il suo suono da una finestratura a rosone) al Volles Werk (Tutti) i cui si ode l’intera
potenza dell’organo.
Segue poi la Seconda Sonata in Re minore op. 60 di Max Reger, articolata in Improvvisazione,
Invocazione, Introduzione e Fuga, ricca di cromatismi e di nouances che solo un RiesenOrgel piò
riprodurre come li voleva l’Autore. Qui Schuster dà ampia dimostrazione del suo virtuosismo e
della padronanza dello strumento, con i continui crescendo e diminuendo, accelerando e
decelerando che arricchiscono il pezzo secondo la volontà dell’Autore.
Il libretto è integralmente in Tedesco; parla di Passavia, città dei tre fiumi, del suo Duomo e
dell’organo il cui corpo principale è contenuto nella magnifica cassa settecentesca. Viene poi
riportata in caratteri minuscoli ma integralmente la disposizione fonica dello strumento e il
curriculum dell’organista. Ritengo assolutamente indispensabile per qualsiasi collezionista avere
un CD registrato a Passavia. L’organo da chiesa più grande del mondo merita ampio spazio e
questo CD se ne prende a sufficienza.

N.d.R.: Tratto dal libro “Rilievi d’Organo. 54 Studi del M° Graziano Fronzuto – Cap. VI – pagg. 21 –
22; per avere l’opera completa scrivere all’indirizzo mail: info@liberexit.it

TRONDHEIM – L’organo della Cattedrale di Nidaros

TRONDHEIM – L’organo della Cattedrale di Nidaros

NIELSEN LUDVIG (1906-2001)

Soprano: Mona JULSRUD

Biørn Kare MOE al grande organo Steinmeyer (1930, 1962) della cattedrale di Nidaros a Trondheim, Norvegia

L’imponente cattedrale di Nidaros a Trondheim è il più vasto edificio religioso della Norvegia; costruito in stile romanico-gotico per volontà del re Sant’Olaf nel XIII sec., ha passato travagliate vicende fino al restauro statico-conservativo della fine del XIX sec. e di quello per il 900° anniversario della morte del re Santo nel 1930.

Al suo interno, nel lato sinistro del transetto, si trova un organo costruito da Johann Joachim Wagner del 1740, ordinato appositamente a Berlino all’organaro regio della Prussia quale Wagner era; negli anni ’30 del XX sec. si costruì un organo gigante (riesenorgel) da parte di Steinmeyer (126/IV), che venne collocato nel lato destro del transetto e collegato all’organo antico. In sede di successivi restauri l’organo Steinmeyer venne separato dall’organo Wagner che tornò al suo antico splendore con un certosino lavoro di restauro di  Jürgen Ahrend del 1993-94, mentre l’organo Steinmeyer ebbe un decennio di declino fino al suo successivo restauro.

A quest’organo è legata la figura di Ludvig Nielsen (Født 3. febbraio 1906 – Borge i Østfold, 22. aprile 2001 Trondheim) che fu un compositore, direttore di coro nonché organista della cattedrale di Nidaros per 41 anni dal 1935 al 1976 e poi sporadicamente fino al suo ritiro nel 1991. Nella sua lunghissima vita scrisse una grande quantità di opere, molte delle quali dedicate all’organo e al corale Luterano, un’antologia delle quali è registrata su questo CD.

Il CD si apre con le campane della cattedrale di Nidaros che suonano a distesa.

Prosegue poi con le opere di Nielsen: innanzitutto la Fantasia sopra la GAMLE OLSOKMELODIER: SEKVENSEN “LJOSET YVER LANDET DAGNA” OG ANTIFONEN “DETTE ER DAGEN SOM HERREN HAR GJORT” per organo solo, Op.4 (1941) suddivisa in Toccata, Antifona, Corale. Si prosegue con tre Salmi per voce ed organo: lyr, krukka brast. Op. 50b (1980) su testo di Karl Gerok; Nathan SlJderblom. johannes Smemo Kun dagligdags er ali din dont. Op. 11 (1963) su testo di Henrik Wergeland; Herre. jorda er din klednad. Op, 33b (1973) su testo di Alfred Hauge.

Da 150 ENKLE OG LETTE ORGELKORALER TIL NORSK KORALBOK. Op. 67 (1988): ‘ychoi m Eg ser deg. Gud. i kvar den bio m som tirer, melodia di Trond Kvemo; Brid for verden lot du vokse, melodia di Anfinn 0ien (dal terzo libro).

Dai SALME per voce e organo: Du er Gud over ar og tider, Op, 40b NO.1 (1977) testo di Alfred Hauge; Guds kirke star sa Op, 36 NO.1 (1976) su testo di Christopher Knudsen.

Seguono Capriccio Corale su “H0YR, KRUKKA BRAST, OG OlJEN SER DU RENNE” per organo solo, Op. 50a (1980); dai Salmi per voce e organo “filpet er fullendt”, Op. 40b NO.2 (1977) su testo del vescovo Ame Fjelbu; dai salmi Op. 47a (1979) “Før dagsens siste ijos døyr ut” testo latino del VI sec., trascritto in norvegese da Arve Brunvoll.

Poi viene la monumentale fantasia su VENI REDEMPTOR GENTIUM ET DIES IRAE per organo solo Op. 52 (1981) articolata in Variazioni, Toccata, Intermezzo, Fuga con la melodia popolare “Vreidedagen verdi tyner”.

Si sentono quindi nuovamente  le campane della cattedrale di  Nidaros e le Variazioni sul canto popolare norvegese “NGEN VINNER FREM Tll DEN EVIGE RO” per organo Op.2 (1941)

Tutta questa musica fa ben comprendere lo stile e le preferenze di Nielsen: assolutamente tonale con qualche sprazzo di lieve cromatismo qua e là. Nonostante l’epoca di composizione (seconda metà del XX sec.) non si avverte nessuna innovazione novecentesca né l’influenza dei maggiori compositori per organo del periodo. Insomma lo stile di Nielsen è più vicino a Mendelssohn che non a Reger o a Hindemith e tutti i brani cantati non sono altro che dei lied per voce e organo assolutamente tonali con qualche modulazione anche complessa ma mai troppo. Per Nielsen il novecento non esiste: i suoi brani sembrano ottocenteschi e nemmeno  più arditi (come quelli di Rheinberger o Widor) ma tant’è. Evidentemente era ciò che il pubblico apprezzava di lui e che il pubblico si aspettava da lui.

L’organo sostiene vigorosamente il canto nei brani cantati e mostra tutta la sua potenza e la varietà della sua ricca tavolozza sonora nei brani solistici, cosa questa che dimostra che Nielsen, pur non componendo come altri suoi compositori coevi, era a suo modo un virtuoso dell’organo ed in particolare di questo organo che rende bene i suoi contrappunti e le sue melodie accompagnate dimostrando una sinergia organo/autore che ha pochi altri esempi così pregnanti.

Biørn Kare Moe interpreta con la giusta intensità i brani di Nielsen, lo fa con rigore e aderenza allo spartito molto corretti, anche se qualche rubato non avrebbe nuociuto all’ascolto, anzi lo avrebbe ravvivato. La presa del suono effettuata da Kristine Kaasa Moe (evidentemente sua moglie) è convincente e particolarmente adeguata alle difficoltà di registrazione di un RiesenOrgel suddiviso in più corpi in una chiesa grande e risonante. Mona Julsrud è il soprano che canta le numerose melodie accompagnate del disco e lo fa con grande trasporto emotivo e con la giusta intonazione. Rende bene anche le nouances piano e forte e i crescendi ed i diminuendi. Certo anche lei avrebbe fatto bene a inserire qualche rubato ma il CD si basa sul rigoroso attenersi alla partitura senza prendersi libertà interpretative che evidentemente sono sembrate agli interpreti fuori luogo.

Il libretto, integralmente in Inglese, riporta la storia della cattedrale e dell’organo, costruito in corrispondenza dei restauri del 1930 -900° anniversario della morte del re Sant’Olaf, patrono della Norvegia- nel transetto destro con 127 registri su 4 tastiere e pedaliera. Successivamente fu ridimensionato e collocato sulla porta d’ingresso, mentre i registri esclusi dalla ristrutturazione andarono a formare un organo corale nei pressi dell’altare maggiore. Nel 1993 Edgard Krapp, professore all’Accademia Musicale di Monaco di Baviera e Gotthard Arnér, organista della cattedrale di Stoccolma, espressero il parere di riportare l’organo alle originarie dimensioni, cosa che entusiasmò lo stesso Nielsen, e che venne attuata pochi anni dopo da Kuhn con l’apporto della ditta inglese di Henry Willis per le canne del Solo.

Il libretto prosegue con i curricula dei due artisti e con i testi dei brani cantati, in Norvegese con a fronte la traduzione in Inglese. In copertina c’è una foto dell’interno della cattedrale e in quarta di copertina la foto di Nielsen. Non c’è purtroppo la disposizione fonica dell’organo reperibile in internet e visibile QUI.

Consiglio il CD agli appassionati di musica tonale del XX sec. e agli appassionati di RiesenOrgeln, non rimarranno delusi e scopriranno un prolifico compositore Norvegese che li soddisferà.

Maggio 2024

Graziano Fronzuto