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Londra – Cattedrale cattolica di Westminster – 2° CD

Come abbiamo già visto QUI, nelle immediate adiacenze della Victoria Station, a Londra, sorge l’imponente Cattedrale Cattolica di Westminster, costruita in stile neobizantino alla fine del XIX sec. (da non confondere con l’Abbazia di Westminster, anglicana, sorta nel periodo gotico su un edificio più antico). La Cattedrale di Westminster possiede due organi costruiti da Henry Willis III: il principale, posto sopra la porta d’ingresso in una grande cantoria dotato di 4 manuali e pedaliera, e il corale posto in abside dotato di due manuali e pedaliera e con un comando che consente di controllare l’organo principale in due combinazioni predefinite di registri.

Entrambi gli organi non hanno mostra propria, sono nascosti dalle strutture della cattedrale, tuttavia hanno un suono eccezionale, frutto della perizia del costruttore. Per l’inaugurazione dell’organo principale venne chiamato Louis Vierne che, al termine del concerto, improvvisò sul tema del carillon del Big Ben, l’orologio del palazzo di Westminster, improvvisazione alla base della nota fantasia “Carillon de Westminster” op.54 n.6, uno dei capolavori di Vierne che chiude il CD.

Il CD, in vendita nel bookshop della cattedrale, contiene un programma assai vario: si comincia con la Toccata e Fuga in Re minore BWV 565 di Johann Sebastian Bach; si prosegue con il Corale n.3 in La minore di César Franck; Marcia per l’incoronazione di Giacomo Meyerbeer; Marcia su “Alzate le vostre teste” di Alexandre Guilmant; Fantasia in Mi b maggiore di Camille Saint-Saens; corale Es ist ein’ Ros’ entsprungen di Johannes Brahms; Preludio e Fuga sul nome di BACH di Franz Liszt; si conclude con Carillon de Westminster di Louis Vierne.

David Hill li affronta con piglio deciso e virtuosistico. Già la Toccata e Fuga di Bach, il pezzo più lontano dalle caratteristiche tardoromantiche dell’organo, viene eseguita con i tempi giusti, i rubati giusti, i registri scelti in modo puntuale e particolarmente adatto. Il Corale n.3 di Franck viene eseguito da Hill molto correttamente con i tempi giusti e senza forzature della partitura che si sentono altrove; piega l’organo Willis fino a farlo sembrare un organo francese, con i Fondi 8’ e l’Oboe (“alla Franck”) e con la bellissima accoppiata Oboe/Tromba Armonica del cantabile. Non desta particolari sorprese la Marcia per l’Incoronazione di Meyerbeer anche se si distingue da altre interpretazioni per la scelta dei registri e l’uso della Tuba. Stesso discorso per la Marcia di Guilmant che parte da un P molto cantabile e cresce fino ai F e ai FF dell’organo. La Fantasia in Mi b maggiore di Saint-Saens viene eseguita con particolare leggerezza, in modo da lasciar cantare l’organo negli arpeggi e nelle scale che la costituiscono. Il Corale di Brahms viene eseguito in P e PP e fa sentire i Fondi 8’ dell’organo accompagnati da un registro dolce di 16’ e uno di 8’ al Pedale creando un’atmosfera molto suggestiva per una pagina solo apparentemente semplice come questa. Il Preludio e Fuga su BACH di Liszt è secondo me il pezzo forte di questo CD; il pezzo, carico di tensione e di pathos, viene eseguito con il giusto spirito così si distinguono i rubati, i contrasti PP/FF, i contrasti Lento/Veloce e quant’altro fino al FFF finale. Carillon de Westminster è eseguito sull’organo su cui fu concepito da Vierne come “bis” improvvisato alla fine del concerto di inaugurazione di quest’organo, quindi è il pezzo che meglio si adatta allo strumento, che sembra fatto apposta per questo pezzo. Hill naturalmente rispetta questo binomio organo/pezzo e lo rende magnetico, accattivante, per certi versi sorprendente. Non eccede con la velocità, come fanno taluni interpreti, ma si attiene al ritmo delle campane del Big Ben così come si ascolta ogni quarto d’ora e che funge da metronomo per tutto il pezzo.

Si nota che Hill ha scelto un programma Europeo, ma mancano la componente Inglese e quella Italiana il che, soprattutto per la componente Inglese, è alquanto grave. Forse ha inciso i brani che in quel momento (2001) teneva già pronti e se non aveva sottomano alcun brano Inglese pazienza.

Il libretto, consistente in un’unica pagina ripiegata in tre, è tutto in Inglese e contiene note critiche su tutti i pezzi incisi. Mancano la disposizione fonica dell’organo (IV/64) e il curriculum dell’organista e la copertina consiste in una foto della facciata della cattedrale con il suo altissimo campanile sul fianco sinistro.

In conclusione, il CD è molto godibile e offre un’ampia panoramica sulle capacità timbriche dell’organo che come gli altri organi di Henry Willis III non delude perché è un vero capolavoro di arte organaria, di tecnica e di intonazione.

Aprile 2023

Graziano Fronzuto

Londra – Cattedrale Cattolica di Westminster – 1° CD

Charles Marie Widor

Sinfonia n.5 in Fa minore Op. 42 n.1

Mystique Op. 82 n.2

Marche Pontificale dalla Sinfonia n.1 Op.13 n.1

David Hill

All’organo Henry Willis III della Cattedrale Cattolica di Westminster – Londra

CD Hyperion CDA 66181

Nelle immediate adiacenze della Victoria Station, a Londra, sorge l’imponente Cattedrale Cattolica di Westminster, costruita in stile neobizantino alla fine del XIX sec. (da non confondere con l’Abbazia di Westminster, anglicana, sorta nel periodo gotico su un edificio più antico). La Cattedrale di Westminster possiede due organi costruiti da Henry Willis III: il principale, posto sopra la porta d’ingresso in una grande cantoria dotato di 4 manuali e pedaliera, e il corale posto in abside dotato di due manuali e pedaliera e con un comando che consente di controllare l’organo principale in due combinazioni predefinite di registri.

Entrambi gli organi non hanno mostra propria, sono nascosti dalle strutture della cattedrale, tuttavia hanno un suono eccezionale, frutto della perizia del costruttore. Per l’inaugurazione dell’organo principale venne chiamato Louis Vierne che, al termine del concerto, improvvisò sul tema del carillon del Big Ben, l’orologio del palazzo di Westminster, improvvisazione alla base della nota fantasia “Carillon de Westminster” op.54 n.6, uno dei capolavori di Vierne.

Il CD, in vendita nel bookshop della cattedrale, contiene l’intera Sinfonia n. 5 di Widor e altri due pezzi alquanto famosi dello stesso autore tra cui la trascinante e difficilissima Marche Pontificale. David Hill li affronta con piglio deciso e virtuosistico. Già dal primo movimento (Tema e Variazioni) della Sinfonia si odono i virtuosismi di Hill, i rubati, gli sprazzi estrosi, il giusto pathos romantico di Widor. Tutta la Sinfonia è eseguita così, tanto da poter dire che di più non si poteva fare. L’organo, pur essendo Inglese “doc” viene piegato da Hill al gusto Francese in una spirale sonora di grande suggestione.

La celeberrima Toccata finale della Sinfonia viene affrontata con un tempo “giusto” né troppo veloce né troppo lento, con qualche rubato che non guasta in questo pezzo; l’organo ha un FF e un FFF di tutto rispetto e brillano in questo brano come non mai. Altrettanto brillanti sono i timbri della Marche Pontificale dove gli accordi al limite dell’estensione delle mani e i doppi pedali mettono a dura prova l’organo, che se la cava egregiamente con la sua intonazione di tutto rispetto.

Il libretto, consistente in un’unica pagina ripiegata in tre, è tutto in Inglese e contiene una biografia di Widor e alcune note sui brani eseguiti, c’è poi la disposizione fonica dell’organo (IV/64) e una foto a tutta pagina di David Hill in primo piano. Non c’è il suo curriculum e la copertina consiste in una foto della navata centrale della Cattedrale vista dall’ingresso verso l’abside.

L’organista misura assai bene i registri per ogni pezzo, pur rispettando le puntuali prescrizioni di Widor, che aiutano fino a un certo punto (non dimentichiamoci che qui abbiamo un organo inglese a quattro manuali) ma sono indispensabili per suonare bene i suoi brani.

Così si odono i bellissimi Fondi 8’ dell’organo, le sue ance, le sue misture, i passaggi da PPP a FFF e viceversa.

In conclusione, il CD è veramente godibile e offre un’ampia panoramica sull’opera di Widor. Consigliato a chi ama Widor (e sono molti) e gli organi di Henry Willis III, veri capolavori di arte organaria, di tecnica e di intonazione.

Marzo 2023

Graziano Fronzuto

The World of the Organ

The world of The Organ

Simon Preston

Organo dell’Abbazia di Westminster

CD DECCA 430 091-2

L’organo dell’Abbazia di Westminster è uno strumento gigantesco collocato in due corpi affrontati sul Coro dell’Abbazia, poco prima del transetto. E’ stato più volte ristrutturato e attualmente si presenta sostanzialmente come realizzato nel 1937 da Harrison & Harrison per l’Incoronazione di Re Giorgio V il 12 maggio di quell’anno e come modificato e ampliato per ordine di Simon Preston tra il 1982 e il 1987; si tratta di un organo gigantesco (RiesenOrgel come dicono i Tedeschi).

Il CD, realizzato nel 1990, documenta l’organo in questo stato suonato dall’autore delle modifiche, Simon Preston, a lungo organista della Regina d’Inghilterra e pertanto titolare di questo strumento.

Il CD è una miscellanea di brani, che consentono all’ascoltatore di sentire tutta la ricchissima tavolozza sonora di questo strumento. Il CD si apre con la Toccata dalla 5^ Sinfonia in Fa minore di Charles Marie Widor; seguono poi Johann Sebastian Bach, corale “Wachet auf”; Wolfgang Amadeus Mozart, Fantasia in Fa minore k608; William Walton, Marcia Crown Imperial; Christopher Clarke, Prince of Denmark March (arr. di S.Preston); Georg Fridrich Haendel, Marcia Funebre dall’oratorio Saul; Henry Purcell, Trumpet Tune; Edward Elgar, Imperial March; Louis Vierne, Finale dalla Prima Sinfonia in Re minore; Richard Wagner, Coro dei Pellegrini dal Tannhauser; Alexandre Guilmant, Marcia su tema di Haendel, Robert Schumann Studio n.5; Siegfried Karg Elert, Marcia Trionfale.  

Come si vede, su tredici brani ben 6 sono Marce e altri tre sono assimilabili a marce. Presumo che Preston li abbia scelti per sottolineare la funzione eminentemente celebrativa che ha questo strumento nelle Funzioni Religiose che si svolgono da sempre nell’Abbazia, sede di incoronazioni, di funerali di membri della Famiglia Reale, di commemorazioni ecc. Non avrebbe sfigurato il brano “Westminster Abbey” di Marco Enrico Bossi, ma è talmente raro che forse Preston nemmeno lo conosceva.

Per chi, come me, ha avuto la fortuna di suonare quest’organo è inutile sottolineare la bellezza dei suoi fondi, la caratterizzazione delle sue ance, la brillantezza delle sue misture e le altre innumerevoli caratteristiche tecniche dell’organo, che possiede comandi a pomello, pistoncino, placchette e pulsanti posti anche sui modiglioni delle tastiere. La consolle è a dir poco monumentale e la panca è grande e pesante, ma può essere regolata al millimetro in altezza e distanza dalla consolle grazie a meccanismi azionati da manovelle in ottone.

Tornando al CD, si nota la assoluta padronanza di Preston nei brani di compositori inglesi, ma anche di quelli tedeschi (Bach, Schumann e Karg Elert; Haendel era tedesco di nascita ma naturalizzato inglese) e francesi (due famosi finali di sinfonie e una marcia però su tema di Haendel) e con tecnica precisa e indefettibile, anche se un po’ di rubato -che pure non manca- in più non avrebbe fatto male.

Il CD è corredato da un libretto assai succinto in Inglese con cenni sulla storia dell’organo e sui brani eseguiti. Seguono poi pagine e pagine di pubblicità della Decca con la proposta di altri CD di organo del catalogo della Casa.

Ciò è discutibile anche perché manca la disposizione fonica dell’organo (per fortuna reperibile in Internet nel sito BIOS e altri) e il curriculum, sia pure ragguardevole, di Preston. Evidentemente sono informazioni che vengono date per scontate dato che chi acquista questo CD non lo fa come primo CD d’organo della propria collezione ma dopo aver acquistato qualche decina di CD.

Se per assurdo si dovesse iniziare la propria collezione di CD d’organo con questo, si avrebbe difficoltà ad ascoltarne tanti altri, poiché l’organo è davvero notevole e si ha l’impressione di avere a che fare con un “non plus ultra” dell’organaria del XX sec. mentre si resterebbe delusi dal libretto in cui, per risparmiare spazio, i compositori sono citati solo per cognome e solo Bach è preceduto da J.S.; tutti gli altri sono citati solo per cognome e ciò a una casa come Decca non si perdona facilmente, per quanto bello possa essere il CD (e non mi stanco di ripeterlo: il CD è davvero molto bello).

In conclusione, fatta la tara delle pecche del libretto, l’organo è così bello all’ascolto che ne consiglio l’acquisto. Il CD non deluderà gli appassionati dell’arte organaria inglese del XX sec. e i numerosi appassionati di Simon Preston.

Febbraio 2022

Graziano Fronzuto