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“… dalla porta delle rondini …”

“… dalla porta delle rondini …”

Omaggio a Cécile Sauvage

Tra traduzioni e improvvisazioni – CD FUG 078 anno 2017

Elena Bugini, voce recitante – Paolo Bottini, organo (organo Mutin Cavaillé-Coll del 1922 della Grande Eglise di Saint Etienne)

La poetessa Cécile Sauvage visse tra il 1883 e il 1927 ed iniziò a comporre versi dal 1913 e continuò fino alla sua morte prematura. Sposò Pierre Messiaen (che chiamava affettuosamente mon petit Pierrot) e dalla loro unione nacque il grandissimo musicista Olivier.

Il CD è dal contenuto insolito: ci propone una serie di poesie della Sauvage tradotte e recitate da Elena Bugini alternate da improvvisazioni “ad hoc” del marito Paolo Bottini.

Le poesie sono le seguenti: Capretta delle basse Alpi di Francia, Bellezza di contrasti e intensità, Un raggio di gioia sul cuore una catenella di fiori alla caviglia, Fiori sparpagliati, Come un giglio al mattino, Dalla porta delle rondini, Preghiera della sera, Nulla più che musica un grido d’amore nel deserto, Inno a Cibele, Ricamo d’uccelli biondi, La piana e l’aurora, Il cavaliere rosa, Il momento della morte.

I testi sono riportati nel ricco libretto, in Italiano e in Francese (che per ricchezza di contenuti ha costretto l’editore ad usare caratteri molto piccoli, a discapito della leggibilità) curato da Elena Bugini con il contributo di Alessandra Gennari per la grafica della copertina.

All’ascolto spiccano le doti di recitazione della Bugini e quelle di improvvisatore del Bottini, entrambi ben affiatati e calati nei testi. Dal punto di vista musicale, si distinguono le capacità descrittive dell’organista in uno stile vagamente impressionista francese che ben si sposa con l’epoca della poetessa e che ci porta idealmente negli anni a cavallo tra XIX e XX sec.

Il CD riesce a mantenere l’ambiziosa premessa/promessa di rendere omaggio con parole e musica all’arte poetica della madre di Olivier Messiaen e va detto che gli interpreti ci riescono molto bene.

L’organo è utilizzato per dettagli sonori ed effetti timbrici e mai per masse sonore. Spiccano i suoi bellissimi timbri tardoromantici, ma l’interprete non usa mai un F o un FF che avrebbero senz’altro mostrato la potenza dello strumento ma sarebbero stati in contrasto con i versi che egli intende descrivere.

Complessivamente, il CD mi ha impressionato ed anche sorpreso molto profondamente: si tratta di una vera rarità che consiglio a tutti gli amanti della poesia e della musica specie di quelle a cavallo tra XIX e XX sec.

Maggio 2020, Graziano Fronzuto

(Recensione ripubblicata il 5 ottobre 2021)

Tacciano i venti tutti. Giacomo Leopardi.

Appena undicenne Giacomo Leopardi compose una lirica sulla natività che a volte viene indicata come ‘canzonetta’ altre come ‘Leopardi puerile’. Apprendere la sua giovane età sorprende per la sensazione di scoprire, nello scritto, una particolare impronta iniziale del passo poetico successivo, quello della sua gioventù tesa a misurare la limitatezza della condizione umana immaginando l’oltre:  ‘L’infinito’.

Con questi versi e in questa prospettiva, Liber Exit augura a tutti un felice Natale.

In foto: La Natività di Maria, mosaico di Pietro Cavallini (1291) presso la Chiesa di Santa Maria in Trastevere.

Tacciano i venti tutti,
del mar si arrestino le acque,
Gesù, Gesù già nacque,
già nacque il Redentor.
Il Sommo Nume Eterno
scese dall’alto cielo,
il misterioso velo
già ruppe il Salvator.
Nascesti alfin nascesti,
pacifico Signore,
al mondo apportatore
d’alma felicità.
L’empia, funesta colpa,
giacque da te fiaccata,
gioisci, o avventurata,
felice umanità.
Sorgi, e solleva il capo
dal sonno tuo profondo;
il Redentor del mondo
omai ti liberò.
No, più non senti il giogo
di servitù pesante,
son le catene infrante
da lui che ti salvò.
Gloria sia dunque al sommo,
Onnipossente Iddio,
guerra per sempre al rio
d’Averno abitator.
Dia lode e Cielo, e Terra,
al Redentor divino,
al sommo Re Bambino
di pace alto Signor .
Giacomo Leopardi, 1798-1837

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