Seleziona una pagina
NANCY – L’organo della chiesa di San Sebastiano

NANCY – L’organo della chiesa di San Sebastiano

NANCY – L’organo della chiesa di San Sebastiano

Louis Vierne – Sinfonie 3 e 6

Bruno Mathieu

All’organo Dalstein-Haerpfer della chiesa di San Sebastiano a Nancy

CD Naxos “The Organ Encyclopedia” 8.553524

Nancy è una città piuttosto importante della Francia dell’Est, è nota per il suo impianto planimetrico improntato dall’edilizia barocca, che rimodernò la città al tempo in cui vi era duca Stanislao Leczinsky, spodestato re della Polonia e che venne ristorato dalla perdita del trono col ducato di Nancy. Fra le piazze importanti della città c’è la piazza del Mercato, tuttora con questa funzione, su cui si affaccia la chiesa di San Sebastiano.

L’organo di questa chiesa è stato scelto da Bruno Mathieu per l’incisione delle Sinfonie 3 e 6 di Louis Vierne. Si tratta di due opere monumentali, articolate in cinque movimenti ciascuna e ci mostrano Vierne nel suo periodo di massimo splendore (la 3^) e dell’alta maturità (la 6^, che è anche l’ultima Sinfonia per Organo scritta dall’Autore).

La Sinfonia n.3 op. 28 in Fa # minore è stata scritta nel 1911 e dedicata “all’allievo e caro amico Marcel Dupré” che certamente si sarà sentito onorato della dedica di un pezzo tanto difficile quanto bello; si articola in Allegro maestoso, Cantilena, Intermezzo, Adagio, Finale con continui crescendo e diminuendo, forte e piano ed ogni altro possibile contrasto che Mathieu rende molto bene anche se un po’ di rubato in più oltre a quello che c’è non avrebbe guastato.

La Sinfonia n.6 op. 59 in Si minore è stata scritta nell’estate 1930 in un soggiorno sul Mediterraneo (a Mentone) del Maestro e fu suonata per la prima volta a Nôtre-Dame a Parigi dall’allievo di Vierne Maurice Duruflé e dedicata all’organista Nuovayorkese Lynwood Farnam, noto virtuoso ed amico dell’Autore. Si articola in Introduzione e Allegro, Aria, Scherzo, Adagio, Finale e come si vede l’articolazione dei movimenti è affine a quella della 3^ Sinfonia. Qui i contrasti sono portati alle estreme conseguenze ma sono nel complesso all’ascolto più dolci di quelli della 3^ Sinfonia; qui Mathieu utilizza di più e meglio il rubato e non si potrebbe chiedere di meglio.

Il libretto è in Inglese, Tedesco e Francese e riporta una biografia di Vierne, note critiche su ciascuna delle Sinfonie, la disposizione fonica dell’organo e un breve curriculum dell’organista (in Inglese e Francese, in Tedesco non c’è). Purtroppo non c’è la foto dell’organo che pure ha una notevole cassa monumentale degna di figurare in copertina, dove invece troviamo un dipinto della facciata della chiesa sul prospiciente mercato.

L’organista misura assai bene i registri per ogni pezzo (avendo a disposizione un organo 46/III), pur rispettando le puntuali prescrizioni di Vierne, che aiutano fino a un certo punto (non dimentichiamoci che Vierne aveva a disposizione l’organo Cavaillé-Coll di Nỗtre-Dame di Parigi con oltre 110 registri distribuiti su 5 manuali e pedaliera) ma sono indispensabili per suonare bene i suoi brani.

Così si odono i bellissimi Fondi 8’ dell’organo, le sue ance, le sue misture, i passaggi da PPP a FFF e viceversa che caratterizzano alcuni brani, si percepisce anche l’atmosfera idillica e sognante della Cantilena e dell’Aria i progressivi crescendo fino agli FFF dei Finali.

In conclusione, il CD è veramente godibile e -anche se un po’ di “rubato” in più non avrebbe guastato- e offre un’ampia panoramica sul Vierne “maggiore” delle Sinfonie. Consigliato a chi ama Vierne (e sono molti) e la musica francese a cavallo tra il XIX e il XX sec.

Ottobre 2023

Graziano Fronzuto

Vienna – L’organo della VotivKirche

Vienna – VotivKirche

Johannes Lenius

CD della Parrocchia della VotivKirche

La VotivKirche (chiesa Votiva) è un imponente edificio neogotico costruito su progetto di  Heinrich von Ferstel sul Ring (anello), lungo viale che circonda Vienna e che sorse sul posto delle mura demolite per la loro sopravvenuta inutilità e per consentire l’allargamento della città. Fu costruita per iniziativa dell’arciduca Massimiliano d’Asburgo (che fece una corposa donazione, il resto venne raccolto a seguito di sottoscrizione popolare) a partire dal 1856 come voto per l’incolumità del fratello, l’imperatore Francesco Giuseppe, a seguito di un attentato subito ad opera di un indipendentista ungherese. La chiesa, a croce latina, è sovrastata da due imponenti campanili che spiccano per la loro altezza e per la loro leggerezza dovuta ai trafori gotici che ne impreziosiscono la parte alta e le guglie.

L’organo, posto sulla cantoria sopra l’ingresso principale, fu costruito da Eberhard Philipp Walcker di cui costituisce l’op. 306, collaudato nel 1878 da una commissione composta dai più rinomati organisti tedeschi ed austriaci del tempo: Anton Bruckner, Johannes Brahms, Joseph Gabriel von Rheinberger, è composto da 61 registri su 3 manuali e pedaliera con una poderosa batteria di ance che comprende anche un Cornettino 2’ al Grand’Organo. Lo strumento è stato restaurato da Klais nel 1996 rispettando la struttura fonica e meccanica (con leva Barker) originali.

Il CD è in vendita in chiesa: c’è un distributore automatico simile a quelli per bibite che contiene oggetti commemorativi della chiesa: la guida (in Tedesco, Inglese, Francese), cartoline varie dell’esterno e dell’interno, oggetti sacri di vario genere (Rosari, statuette votive ecc.) ed anche questo CD. Inseriti i 15 Euro necessari, una vite senza fine estrae un CD e lo fa cadere nel cassetto raccoglitore posto in basso alla macchina, come se si trattasse di un’aranciata o di un succo di frutta.

Il contenuto è assai vario: si comincia con Johann Sebastian Bach: Toccata e Fuga in Re minore BWV 565 (specchietto per le allodole per tutti gli appassionati di musica che si approcciano all’organo per la prima volta); si prosegue con Felix Mendelssohn: Sonata per organo n.2 Op. 65 n.2; Franz Liszt: “Ave Maria”; César Franck: Preludio, Fuga e Variazione op.18; Johannes Brahms Corali dall’op.122: “Herzlebster Jesu”, “O wie selig seid ihr doch”, “O Welt, ich muβt dich lassen”, “Herzlich tut mich verlangen”; si conclude con Anton Bruckner: Preludio in Do maggiore “Preludio di Perger”, Introduzione e Fuga in Do minore.

Iniziare con la Toccata e Fuga in Re minore BWV 565 di Bach è tipico di molti CD-souvenir come questo, e anche se l’organo è tardoromantico il pezzo non sfigura, merito dell’interpretazione di Lenius e soprattutto della formidabile intonazione che E.F.Walcker ha saputo dare allo strumento. Spiccano le misture, notevolissime per bellezza e cristallinità, ma spiccano anche i Fondi, soprattutto quelli di 8’, che insieme ai Flauti di 4’ e di 2’ rendono il pezzo brillante e ben degno di figurare sul CD.

Più adeguata all’organo la Sonata Op.65 n.2 di Felix Mendelssohn, in cui Lenius sfrutta le combinazioni di registri più varie e più adeguate all’organo, che brilla in tutto il suo splendore, soprattutto nella Fuga finale.  L’Ave Maria di Liszt è un pezzo relativamente lungo (oltre 7 minuti) in cui l’interprete gioca tutte le sue carte nella bellezza dei timbri dell’organo. Adattata all’organo, di intonazione tedesca, la composizione di César Franck riesce un po’ meno bene anche se i flauti sono veramente belli e convincenti; anche la Fuga centrale, con i suoi passi in FF, rende giustizia alle misture dell’organo. I quattro corali di Brahms lasciano ampia libertà all’interprete che sceglie i giusti registri e i giusti cambi di tastiera, evidenziando ancora una volta la bellezza dei timbri dello strumento. Particolarmente adatti all’organo, i brani di Bruckner che -lo ricordo- fu uno dei collaudatori dello strumento, che vengono eseguiti con maestria impeccabile e impeccabilmente resi dall’organo con i suoi timbri tardoromantici tedeschi di indubbia bellezza.

Il libretto, solo in Tedesco, ha in copertina la foto dell’organo e ha all’interno la storia dell’organo e del suo restauro, una dissertazione sulla funzione dell’organo in chiesa, e le note critiche sui brani incisi e sugli autori; segue un sommario di quanto scritto in Tedesco in Inglese, un testo molto più breve. C’è una foto in b/n dell’interprete e il suo curriculum, la disposizione fonica dell’organo e le informazioni tecniche sulla registrazione e sull’incisione.

Raccomandato a tutti i cultori degli organi di E.F.Walcker e agli amanti della musica del XIX sec. suonata su organi coevi tedeschi.

Settembre 2023

Graziano Fronzuto

Berlino – L’organo della Kaiser Wilhelm Gedἅchtnis Kirche

Berlino – Kaiser Wilhelm Gedἅchtnis Kirche

Hans-Martin Lehning

CD Mitra Digital 16212

La Kaiser Wilhelm Gedἅchtnis Kirche (chiesa commemorativa per l’imperatore Guglielmo I) fu costruita in stile neoromanico nel 1890 per volontà di Guglielmo II ed era un edificio a croce latina contraddistinto da un alto campanile con guglia in facciata. Questo campanile e poco altro è ciò che resta della chiesa originaria dopo i bombardamenti della 2^ Guerra Mondiale. Negli anni ’60 del XX sec. si decise di ricostruirla ma in stile moderno, all’interno del perimetro della chiesa distrutta. Il nuovo edificio si contraddistingue per un alta torre in cristallo (pare un grattacielo) che però non è più alta della guglia originaria che la sovrasta.

All’interno c’è un organo moderno, poggiato su un alto basamento su una cantoria, costruito da Schuke nel 1962 (62/IV) utilizzato per questa incisione. Il repertorio scelto da Lehning è alquanto insolito. Si comincia con Johann Sebastian Bach: Fantasia sopra “Komm heiliger Geist, Herre Gott” BWV 651, “Erbarm dich mein, o Herre Gott” BWV 731 (corale da una Cantata di Dietrich Buxtehude BuxWV Anh. 19), Canzona in re minore BWV 588; si prosegue inaspettatamente con Oreste Ravanello: Tema e Variazioni in Si minore; si prosegue ancora con Max Reger: Canzone in Mi b maggiore dall’op 65, Fantasia sul Corale “Alle Menschen mὒssen sterben” Op 52 n.1; si conclude con Aribert Reimann, compositore tedesco nato nel 1936, “Dialog I”.

Lehning, iniziando con tre pezzi di Bach, forza l’organo e anche se le sue interpretazioni sono degne di nota per scelta dei registri e dei cambi di tastiera per non parlare del giusto “pathos”, l’intonazione novecentesca dell’organo non lo aiuta anzi forse lo ostacola. Basti fare il confronto con gli altri brani incisi.

Per Reger l’organista sceglie i giusti registri, le giuste nouances di piano e forte, i crescendi ed i diminuendi ed anche un po’ di rubato, che non guasta mai in questo repertorio. La Fantasia in particolare è eseguita molto correttamente, con tutti i crismi di chi vuol suonare Reger come si deve e ci riesce, dai PPP ai FFF a tutte le volte in cui Reger prescrive crescendi e diminuendi.

Per Reimann l’organista fa uno sforzo in più: rendere comunicativo un brano che sulla carta non lo è; pur restando fedele in linea generale allo spartito, si prende qualche libertà che rendono il brano meno duro all’ascolto di quanto si possa immaginare.

Discorso a parte merita il Tema e Variazioni del nostrano Oreste Ravanello. Il monumentale brano viene approcciato con il giusto pathos, con i giusti cambi di registro e di tastiera, con i giusti rubati e con una visione d’insieme memorabile. Fantastico l’impiego delle Trombe Spagnole del Grand’Organo nella variazione con biscrome puntate. Nel complesso questo brano merita da solo l’acquisto del disco con le sue poderose variazioni che alternano l’allegro al malinconico, il Piano con il Forte, il veloce con il lento, una goduria per le orecchie dell’appassionato.

Il libretto, esclusivamente in Tedesco, riporta in copertina la foto dell’organo (che si sviluppa in orizzontale, mentre la chiesa come abbiamo detto si sviluppa in verticale) all’interno note sui pezzi incisi, la descrizione e la disposizione fonica dell’organo, la foto in b/n dell’organista e il suo curriculum.

In conclusione il CD per quanto dal contenuto insolito merita l’acquisto soprattutto per i brani del XX sec. ma anche gli appassionati di Bach avranno il loro meritato ascolto.

Settembre 2023

Graziano Fronzuto

L’organo della Cattedrale di Notre-Dame a Saint Omer

Robert SCHUMANN

The complete organ music

Olivier Latry all’organo Thomas e Jean-Jacques Lafontaine 1717 – Aristide Cavaillé-Coll 1855 della cattedrale di Notre Dame di Saint Omer

CD SONY SK 57490

Robert Schumann (Zwickau, 8 giugno 1810 – Endenich, 29 luglio 1856) è stato un virtuoso del pianoforte, concertista, compositore e critico musicale (per inciso non nascose la propria invidia quando seppe che la sorella Clara, anch’ella pianista e compositrice, guadagnava più di lui); tra il 1845 e il 1846 rivolse la propria attenzione al pianoforte con pedaliera (pedalfluegel) per il quale compose tre raccolte di pezzi che sono stati qui registrati per intero.

Si tratta di Sei studi per pianoforte con pedaliera op.56 (1845); Quattro schizzi Op.58 (1846); Sei fughe sul nome di B.A.C.H. Op.60 (1845-46).

Olivier Latry è uno degli organisti più famosi del mondo; titolare dal 1985 del Grande Organo della Cattedrale Notre Dame di Parigi con Philippe Lefebvre cui si è aggiunto nel 2016 Vincent Dubois, è noto per il suo vastissimo repertorio oltre che come improvvisatore e concertista. Si è autodefinito ambasciatore della musica francese per organo nel mondo, e in realtà ci sta riuscendo molto bene. Qui si misura con la musica tedesca di Schumann, da lui stesso adattata all’organo classico francese.

L’interprete adatta molto correttamente i pezzi all’organo francese che sta suonando, sfruttando la ricca tavolozza sonora dello strumento. Così si odono i bellissimi Flûtes, i corposi Jeux des Fonds, i trascinanti Jeux des Anches e le Mixtures ecc. Il pathos romantico di Schumann è reso molto bene, con i giusti cambi di timbro e di tastiera e con i rubati (di cui Schumann era sommo interprete) ai posti giusti.

Spiccano tra tutti il 3° Studio e l’ultima Fuga, che prescrive un progressivo rubato dall’inizio alla fine (Andante via via ravvivandosi fino all’allegro), dove Latry dimostra una lettura della partitura estremamente corretta e con i giusti registri.

Il libretto, in Inglese, Francese e Tedesco, riporta note critiche sui brani suonati, la storia dell’organo di Saint Omer e il tutto sommato inutile curriculum di Latry; c’è anche la ricca disposizione dell’organo con il suo inusuale ordine delle tastiere: Positif de Dos; Grand’Orgue; Bombardes; Récit. Sulla copertina una foto dell’organo a colori virati in azzurro.

Luglio 2023

Graziano Fronzuto

L’organo della cattedrale di Durham

The Archbishop’s Fanfare

James Lancelot suona l’organo della cattedrale di Durham

CD Priory 346

La cattedrale di Durham è il più grande monumento romanico inglese ed è la seconda cattedrale romanica per dimensioni dopo il Duomo di Spira in Germania. I possenti pilastri si alternano ad altrettanto possenti colonne su cui sono scolpiti motivi geometrici che ne rendono più agile il volume.  Non a caso parti di questa cattedrale compaiono nella serie di film su Harry Potter come strutture portanti del castello di Hodgwart.

In questa chiesa si sono succeduti organi sin dal XV sec.; l’organo attuale è stato costruito da Henry “Father” Willis nel 1876 e successivamente ampliato in più riprese da Harrison & Harrison fino alle attuali dimensioni (98/IV) di riesenorgel (organo gigante).

Il CD si apre con Francis Jackson “The Archbishop Fanfare”, un breve pezzo per evidenziare le Tube dell’organo; segue Ralph Vaughan Williams Preludio e fuga in Do minore; William Harris Preludio; Charles Macpherson Andante in Sol (dal Piccolo libro per organo in memoria di Hubert Parry); Harvey Grace Salmo Postludio “Martiri”; Hubert Parry Preludio Corale su Croft 136° ; Marco Enrico Bossi, Scherzo in Sol minore Op.49 n.2; Johannes Brahms preludio corale “Mein Jesu, der du mich” Op.122 n.1; Sigfrid Karg-Elert Corali preludi dall’opera 65: n.5 “Freu dich sehr, O meine Seele”, n.28 “Lob eden Herren, O mein Seele; n.50 “O Gott du frommer Gott); Paul Hindemith Sonata n.3 su canti popolari tedeschi; Louis Vierne Légende (dai 24 pezzi in stile libero) op.31 n.13; Olivier Messiaen “Apparizione della Chiesa Eterna”; Jehan Alain “Corale Dorico”; Jean Langlais “Incantation pour un jour Saint”.

Come si vede la carne al fuoco è molta e spazia nella musica del XX sec. in tutta Europa (ci sono pezzi Inglesi, Tedeschi, Francesi e anche un Italiano del calibro di Marco Enrico Bossi) a dimostrazione della estrema versatilità dell’organo, oltre che della preparazione dell’organista. L’organo canta molto bene, dai PPP appena udibili ai FFF con le Tube, e ogni pezzo è eseguito con ricchezza di registri e i giusti cambi di impasto sonoro e di tastiera.

James Lancelot si destreggia bene fra i brani delle varie scuole ma quella che sembra essergli più congeniale è quella Inglese; nelle altre esprime meno pathos e minori libertà specie nei brani dove potrebbe “rubare” un po’, procede rispettando fin troppo il metronomo e ciò sminuisce un tantino la qualità dell’esecuzione, sempre tecnicamente impeccabile.

Per esempio, la Sonata n.3 di Hindemith su temi popolari tedeschi è affrontata con piglio deciso e ben calibrato, ma è sempre troppo metronomicamente giusta per suscitare nell’ascoltatore il pathos novecentesco del pezzo che avrebbe giovato di alcuni rubati e di alcune libertà che Lancelot non si prende, e ciò è un vero peccato. Nei pezzi francesi si avverte ancora di più il rispetto metronomico delle partiture a scapito della bellezza delle interpretazioni. Eppure Lancelot “azzecca” bene i timbri, gli impasti sonori, i cambi di tastiera e quant’altro, gli manca solo un po’ di libertà che purtroppo non si è sentito di prendersi.

Il “nostro” Bossi è eseguito molto correttamente e di tanto in tanto Lancelot si prende qualche libertà che ravvivano il pezzo, per cui è un peccato che queste libertà di cui è capace con gusto e con correttezza non se le prenda anche nei pezzi Tedeschi e Francesi.

Il repertorio Inglese è eseguito altrettanto correttamente, prendendosi qualche libertà secondo lo stile di ciascun pezzo; su tutti si distingue il secondo, che è anche il più lungo del CD (escludendo la Sonata di Hindemith di oltre 10 minuti) il Preludio e Fuga in Do minore di Ralph Vaughan Williams, che dura 9 minuti e mezzo, che passano veloci grazie alla interpretazione di Lancelot, qui al suo massimo.

Il libretto consta di un unico foglio ripiegato in 5 parti ed è tutto in Inglese. Ci sono le note critiche su ciascuno dei pezzi incisi e brevi note biografiche degli Autori; c’è l’intera disposizione fonica dell’organo e il curriculum dell’organista. La copertina mostra un dipinto dell’esterno della cattedrale, con i suoi grandi torrioni romanici, la quarta di copertina mostra un primo piano in b/n di Lancelot.

Nel complesso, il CD è assolutamente godibile, fatta la tara dell’eccesso di rispetto del metronomo da parte di Lancelot, e fa ascoltare uno strumento grandioso perfettamente registrato dai tecnici della Priory. Lo consiglio agli amanti della musica d’organo del XX sec. e dei Grandi Organi Inglesi.

Luglio 2023

Graziano Fronzuto