Josef Gabriel von RHEINBERGER Cantata per la notte di Natale “Der Stern von Bethlehem” Coro del Wallfahrtskirche Biberbach e Coro e Orchestra della Basilica di SS. Ulrico ed Afra ad Augusta (Augsburg) Soprano Elisabeth Haumann Baritono Gerhard Spἅth Direttore Josef Hauber
CD ISSA 080702
La Basilica dei SS. Ulrico ed Afra ad Augusta è la più vasta chiesa della città. Eretta in epoca gotica fu successivamente decorata e arricchita da numerose opere d’arte del rinascimento e del barocco, tra cui l’imponente organo sulla cantoria sulla porta d’ingresso pagato dal ramo cattolico della famiglia principesca dei Fugger e sulle cui ante vi sono dipinti santi e sante con le fattezze dei membri della famiglia stessa. In questa chiesa non è mai mancata l’attività musicale di alto livello con tanto di Coro e Orchestra come questo CD dimostra. Il brano inciso è un vero capolavoro del periodo tardoromantico, musicato da Josef Gabriel von Rheinberger su testo tedesco di sua moglie Fanny [Franziska] von Kuknass, sua musa ispiratrice. La Cantata si articola in nove parti: Erwartung (Attesa – Coro); Die Hirten (i Pastori – Soprano e Coro); Erscheinung des Engels (apparizione dell’Angelo – Soprano e Coro); Bethlehem (Betlemme – Baritono solo); Die Hirten an der Krippe (i pastori alla culla – Coro); Anbetung der Weisen (adorazione dei Magi (piccolo Coro); Maria an der Krippe (Maria alla culla – Soprano solo); Erfüllung (compimento – Coro). Ciascuna di esse è un capolavoro di melodie, contrappunto, orchestrazione e pathos tardoromantico tanto che in più parti sembra di vedere il Paradiso. La struttura musicale è ciclica, con temi che ritornano in più parti e che vengono ripresi con strumentazione di volta in volta differente. Il leitmotiv iniziale torna spessissimo e rende omogenea la partitura, fino alla conclusione. L’esecuzione è eccellente, specie se si considera il fatto che si tratta di una registrazione dal vivo di un’esecuzione tenuta nella Basilica il 16 dicembre 2001, la direzione è puntuale e asseconda bene anche con qualche rubato qua e là (che non guasta) lo spartito originale. I solisti sono ben preparati, per quanto la partitura dia loro poco spazio (un “a solo” per ciascuno e due brani per Soprano e Coro) e ben amalgamati con l’insieme. Considerando che l’esecuzione è affidata a Cori e Orchestra di non professionisti, si dà tanto di cappello alla Basilica dei SS. Ulrico ed Afra e ci si rammarica che questo CD non sia destinato alla grande distribuzione (è disponibile nella Sacrestia della Basilica; a me fu regalato dal Sacrestano dopo che avevo suonato il grande organo nella cassa dei Fugger, attualmente un organo Sandtner del 1992 a quattro manuali e pedale con circa novanta registri). In conclusione, ci si rammarica che “Der Stern von Bethlehem” sia praticamente sconosciuto in Italia e che anche gli esecutori lo siano: il brano è un capolavoro (se proprio si vuol fare un appunto è la mancanza dell’organo nell’orchestrazione) e gli esecutori ne sono all’altezza. Il libretto è semplicissimo, la copertina è limitata al titolo del pezzo e all’autore, con una stella gialla stilizzata all’angolo, l’interno è vuoto e la quarta di copertina contiene in Tedesco i curricula dei solisti, del direttore di coro e del direttore d’orchestra e nulla più. Nonostante questo, consiglio a tutti l’ascolto del brano (è disponibile una esecuzione integrale su YouTube) perché non si resta delusi e se possibile procurarsi questo CD magari scrivendo alla Basilica: Kath. Kirchenstiftung St. Ulrich & Afra Augsburg. Febbraio 2025 Graziano Fronzuto
CD opera prima Liber Exit della collana ContraDanza
Joseph Gabriel [Ritter von] RHEINBERGER Sonata n. 12 in Re b Maggiore – Sonata n. 11 in Re Minore Graziano Fronzuto all’organo Tamburini (1958) della Basilica di San Giovanni Bosco in Roma
Presentazionedi Federico Borsari
“La musica organistica ha nel suo svolgersi diversi punti fermi. Frescobaldi, Bach, Reger e Franck, insieme a molti altri, ne hanno per così dire segnato il cammino durante i secoli; in quest’ambito, però, Rheinberger rappresenta un punto di riferimento di tutto rispetto per via della caratteristica di concentrare nella sua opera una specie di “summa” dell’organo ottocentesco nella sua forma più spiccatamente “romantica”:la Sonata. Le sue venti Sonate rappresentano una specie di sintesi dell’evoluzione di questo genere musicale per tutta la seconda metà dell’Ottocento fino agli albori del Novecento; in questo excursus musicale, che si snoda all’incirca per mezzo secolo, si possono vedere, ascoltare ed approfondire tutte le caratteristiche e particolarità dell’evoluzione della musica organistica mitteleuropea, seguendone, per così dire, passo dopo passo la crescita stilistica e formale, che da un linguaggio quasi “classico” che si rileva nelle prime opere, si evolve ed arricchisce via via fino al linguaggio assai complesso, orchestrale ed elaborato delle ultime, che sembrano quasi “aprirsi” verso quelle che saranno le grandi e rivoluzionarie novità del Novecento.
Dedicare un disco a Rheinberger è un “atto di fede” tributato alla musica organistica “in divenire”, in uno dei suoi periodi più fecondi e di maggiore rinnovamento; è anche un omaggio appassionato a questo compositore importantissimo nella storia dell’organo europeo moderno, rendendocene partecipi e, per alcuni versi, coprotagonisti. L’undicesima ela dodicesima Sonatarappresentano il periodo migliore dell’ispirazione e dell’evoluzione stilistica dell’Autore e ci vengono proposte in una lettura attenta, accuratissima, che ne scandaglia in profondità le pieghe anche più riservate, sottolineando con assoluta padronanza della partitura e dello strumento la musicalità solida e la personalità forte di un musicista che troppo poco si ascolta in concerto.
Alla consolle del maestoso organo della Basilica di San Giovanni Bosco di Roma, Graziano Fronzuto libera tutte le potenzialità stilistico-formali ed emozionali di queste Sonate in un turbinìo di sensazioni musicali che solo un organista appassionato, competente e di grande esperienza riesce a fare, coadiuvato egregiamente da uno strumento che pare fatto apposta per rendere nel migliore dei modi questa musica, con le sue sonorità al tempo stesso affettuosamente romantiche, solidamente classiche e grandiosamente solenni.
La figura di Rheinberger e la sua musica ne escono qui davvero valorizzate in ogni loro aspetto e caratteristica Questo, nelle intenzioni dell’organista, dovrebbe essere un disco “particolare”, dedicato a pochi, veri ed autentici amici. Noi siamo particolarmente onorati di essere annoverati tra questi e con grande piacere e soddisfazione abbiamo scritto queste poche righe di presentazione. Ma la qualità della musica, l’accuratezza e la bontà della realizzazione discografica e la grande passione che traspare da ogni battuta della sua interpretazione ci fanno confidare in un futuro in cui si renderà giustizia all’autore, all’organo e all’organista ma anche rammaricare che al momento presente queste incisioni debbano rimanere patrimonio di pochi.”